Il caffè espresso italiano potrebbe diventare presto patrimonio Unesco. Ad annunciare la candidatura del caffè patrimonio dell’Umanità UNESCO (“Il caffè espresso italiano tra cultura, rito, socialità e letteratura nelle comunità emblematiche da Venezia a Napoli) è stato il sottosegretario alle Politiche agricole alimentari e forestali, Gian Marco Centinaio. «L’approvazione da parte del Mipaaf – ha chiarito Centinaio –  è stata unanime e sarà presto trasmessa alla Commissione nazionale italiana per l’Unesco. Questa dovrà in seguito approvarla e trasmetterla entro il 31 marzo a Parigi». Nonostante il caffè sia un prodotto consumato a livello globale, l’espresso è un simbolo italiano riconosciuto in tutto il mondo, proprio come la dieta mediterranea o la pizza (l’arte dei pizzaioli napoletani) divenute patrimonio immateriale dell’Umanità UNESCO rispettivamente nel 2010 e nel 2017.

Caffè patrimonio dell'Umanità UNESCO - tazzina di caffè con moka e chicchi di caffè

Caffè patrimonio dell’Umanità UNESCO: Napoli o Trieste?

Quando si pensa al caffè, il pensiero va istintivamente a Napoli. Tuttavia anche Trieste aveva proposto la sua candidatura del caffè patrimonio dell’Umanità UNESCO. Questo ha fatto scaturire una “diatriba social”, che ha coinvolto anche il governatore della Campania, Vincenzo De Luca. Durante una diretta Facebook dello scorso maggio, il governatore aveva lanciato un messaggio agli “amici triestini”. «Trieste – ha detto De Luca – è nel nostro cuore, è l’Italia, però il caffè nel mondo è Napoli» (riferendosi non all’espresso bevanda, ma all’arte del caffè).

La replica triestina non si è fatta attendere, per mano della senatrice triestina Tatjana Rojc: «Sono sicura che il presidente De Luca apprezzerebbe la varietà e bontà del caffè triestino non meno di quello napoletano. Non è certo un caso se la rivendicazione della paternità dell’espresso italiano ha trovato tra i suoi primi e più convinti promotori a Trieste, dove grande è l’affetto per gli amici di Napoli. Ma la storia della città portuale in cui dai tempi di Maria Teresa si accatastano i sacchi di caffè, l’eccellenza dei marchi storici, l’arte dei torrefattori, la tecnologia in continua evoluzione sono parte dell’identità di Trieste». Diatriba social a parte, nei mesi scorsi si è arrivati a proporre una candidatura unitaria che ha messo tutti d’accordo. Il caffè espresso è da considerarsi un orgoglio italiano, dalla Sicilia alle Alpi.

Caffè patrimonio dell'Umanità UNESCO - uomo beve un caffè al bar

Un rito sociale tutto italiano

Secondo i dati Coldiretti, gli italiani consumano circa 30 milioni di caffè al giorno tra bar, locali pubblici e ristoranti. A questi bisogna poi aggiungere anche le tazzine consumate tra le mura domestiche. Il caffè non è infatti soltanto una bevanda da consumare frugalmente al bancone di un bar o la mattina a colazione. Si tratta di un vero e proprio rito sociale, amatissimo dagli italiani. Come ha sottolineato ancora il sottosegretario Centinaio: «In Italia il caffè è molto di più di una semplice bevanda: è un vero e proprio rito. È parte integrante della nostra identità nazionale ed è espressione della nostra socialità che ci contraddistingue nel mondo». Negli ultimi due anni il rito del caffè (consumato o “sospeso”) è stato messo in stand-by dalla pandemia da Covid-19. Tuttavia esso rimane sempre un pilastro portante dello spirito italiano, che merita di divenire patrimonio immateriale dell’Umanità UNESCO.

Caffè patrimonio dell’Umanità UNESCO: la candidatura ufficiale ultima modifica: 2022-01-21T15:30:00+01:00 da Antonello Ciccarello

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