Federico Fellini, premiato con ben cinque Oscar, di cui uno alla carriera, viene considerato uno dei registi più grandi di sempre. Il 2020 segna il centenario della sua nascita, con iniziative che costellano lo Stivale e il mondo intero. Ma forse non tutti sanno che Fellini fu un uomo complesso e misterioso, che seminò bugie e segreti lungo tutto il suo cammino.

Fellini bugiardo

Il grande regista era famoso per le sue bugie. Tanto che esiste un film documentario del 2002 scritto e diretto da Damian Pettigrew, basato sulle ultime confessioni di Federico Fellini che si intitola proprio “sono un gran bugiardo”. Seminava qualunque conversazione di cose vere mischiate a sue invenzioni, spesso usate con sottile file ironico. Da buon bugiardo disse di sé di essere di una “sincerità spudorata”. Alberto Sordi, che lo conosceva bene, rispose dicendo che “Fellini è il più grande bugiardo che lui abbia mai conosciuto”. Mentre Paolo Villaggio disse “Come tutti i grandi raccontatori, era un immenso ballista”.

Per capire quanto impastasse ogni sua conversazione di bugie, basti ricordare un episodio famoso. Un giornalista gli chiedeva da mesi un’intervista. Lui ogni volta inventava una scusa diversa, ogni volta più sfacciata. I due si incontrarono per caso in Via Veneto: “Ma Federico, mi avevi detto che stavi partendo per Hong Kong e invece sei qui a Roma?”. E il regista rispose subito: “Ti sbagli: tu sei a Roma, io sono a Hong Kong”. D’altra parte fu Fellini a dire: “le cose più reali per me sono quelle che ho inventato”. Per capire meglio questo aspetto è divertente leggere l’intervista che gli fece Oriana Fallaci.

Federico Fellini occultista

Forse non tutti sanno che il grande regista ricorreva con costanza a pratiche occultiste e frequentava maghi e veggenti. Una di queste riuscì a smascherare l’autore delle lettere anonime nelle quali veniva rivelato a Giulietta ogni incontro clandestino tra il marito e Sandra Milo. È nota in particolare la sua frequentazione con Gustavo Rol. Il regista raccontava di lui tantissimi prodigi, dalla telecinesi con cui spostava oggetti da una stanza all’altra, alla volta in cui gli aveva sostituito i tacchi delle scarpe a distanza, alla volta in cui gli aveva materializzato un cappello dentro una scatola. Ma era Fellini stesso a raccontare questi prodigi. Lo stesso che raccontava le bugie. Infatti Paolo Villaggio dichiarò che i prodigi di Rol se li era inventati Fellini…

Fellini incompiuto

Il grande regista non riuscì a fare tutto ciò che avrebbe voluto: ci sono moltissimi soggetti che non divennero film e qualcuno non venne neppure strappato dalla sua immaginazione per farsi carta.

foto in bianco e nero di Federico Fellini

Il più celebre è senza dubbio il “Viaggio di G. Mastorna, detto Fernet”, cui collaborò anche Dino Buzzati e che Vincenzo Mollica definì “il film non realizzato più famoso del mondo”. Diverrà però un fumetto di Milo Manara. Fellini fece un viaggio in Messico nel 1985, inseguendo i luoghi di Castaneda. E infatti fu un viaggio pieno di strani episodi. Avrebbe voluto trarre un film da quell’esperienza, dal titolo “Viaggio a Tulun”. Ma il film non vide mai luce.

Federico e Giulietta

Il rapporto fra il regista e Giulietta Masina fu decisamente inusuale e meriterebbe libri e libri. Si conobbero nel 1942, si sposarono nel 1943. Ebbero un unico figlio, che morì un mese dopo la nascita. “Non aver avuto figli”, disse la Masina “ci ha fatto diventare figlio e figlia dell’altro, così ha voluto il destino”. Stettero insieme mezzo secolo. Fellini inserì misteriosi elementi che raccontavano la strana storia di Giulietta sia nella Strada, sia in Giulietta degli Spiriti e in altri film. Ma il regista non smetteva di innamorarsi di altre donne. Come Anna Giovannini, la farmacista che fu la nascosta passione per piu’ di 30 anni, con cui non aveva problemi a farsi vedere in giro. O Sandra Milo, che fu la sua amante per 17 anni. Ma tutto questo non pose fine all’amore che legava Giulietta e Federico.

Federico Fellini romagnolo

Si ricorda sempre che Fellini era romagnolo, anzi riminese. D’altra parte fece vincere l’Oscar a una espressione romagnola come “Amarcord”. E chi conosce quella terra sa bene che il regista è riuscito più di chiunque altro a incarnarne lo spirito più profondo. In realtà Fellini lasciò la Romagna a 19 anni e finì per cristallizzarne un ricordo giovanile che si allontanava sempre più dalla realtà. Si potrebbe dire che la Romagna di Fellini era più romagnola di quella reale. Sempre per l’assunto che le bugie, il frutto della sua immaginazione, rimanevano le cose più reali… Magie di Fellini.

Federico Fellini, le sue bugie e i suoi misteri ultima modifica: 2020-02-06T09:00:00+01:00 da Paolo Gambi

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