E’ uno dei nuovi volti del piccolo schermo italiano. La sua partecipazione, nel ruolo del carabiniere Barba, nella fiction “Don Matteo” ha catapultato Francesco Castiglione nel cuore dei fan della serie del prete-detective, interpretato da Terence Hill. La simpatia di Barba nella fantastica avventura “Don Matteo” è presente da diverse stagioni. “L’isola di Pietro”, la serie “Un passo dal cielo”, il film “Il Precursore”, che lo vede da protagonista, trasmesso sulla rete ammiraglia della Rai, sono solo alcuni dei tanti lavori, di successo, dell’attore italiano.

Protagonista nel film “Il precursore” trasmesso su Rai Uno

Il suo poliedrico talento permette a Francesco di passare con estrema raffinatezza dal piccolo schermo al Teatro. “Francesco de Paula”, “Un cappello pieno di pioggia”, “Ricordami dietro una foglia”, sono solo una piccolissima parte delle sue incursioni nei Teatri del nostro bel Paese. Nato in Germania, da genitori siciliani, si trasferisce a 10 anni sull’isola, prima di spostarsi nella Capitale, per inseguire il suo sogno. Francesco è il simbolo dei nostri connazionali che hanno combattuto con caparbietà per raggiungere un traguardo. Abbiamo raggiunto Francesco Castiglione, attraverso una piacevolissima diretta Skype per questa esilarante intervista, in esclusiva per noi di italiani.it

Nella foto l'attore Francesco Castiglione
Nella foto l’attore Francesco Castiglione

Ciao Francesco, benvenuto su italiani.it, fare l’attore quali sacrifici comporta?

Premetto che fare l’attore è una gran fortuna. Per arrivare a fare sì che diventi un lavoro vero la strada è bella lunga. Gli spettatori, come è giusto che sia, vedono solo il risultato finale, dietro però c’è una strada in salita, percorsa fuori da quella che i tanti expat che vi seguono conosceranno molto bene, e cioè la comfort zone. Chi come me viene da un piccolo paese, ha dovuto lasciare tutto e subito per andare dove ci sono casting, produzioni, contatti e agenzie, un mondo che richiede tempo ed energie per essere scoperto e capito. Il sacrificio più grande però è la consapevolezza costante di non arrivare mai, di correre ed essere sempre messi alla prova, con un provino nuovo da affrontare ogni giorno. Poi per noi attori che lavoriamo coi sentimenti, essere buttati dentro a questo turbinio di alti e bassi ed emozioni continue può essere bello, impegnativo a volte, anche se fa parte del gioco e devo dire che un po’ ci piace e ci fa sentire vivi.

Nella foto il giovane attore Francesco Castiglione
Nella foto uno scatto all’attore Francesco Castiglione

D’altronde come dico sempre, l’attore è un atleta dell’anima, e gli atleti non possono permettersi di fermarsi mai. Ci vuole carattere, soprattutto per affrontare i momenti più difficili, che però saranno sicuramente compensati da momenti di estrema gioia. Io mi sacrifico da 18 anni, ma nonostante gli alti e bassi sento che seguire il cuore è sempre la scelta giusta.

Il tuo percorso coinvolge diversi Paesi, Francesco il tuo cuore batte italiano?

Sono nato e cresciuto in Germania fino all’età di 10 anni. Papà emigrò negli anni ’60 in cerca di fortuna. Lì ho iniziato, come tanti bambini, con le recite scolastiche, ma non avevo ancora ben chiaro il mio percorso. Ero un bambino che parlava tedesco, italiano e siciliano senza capire bene perché. Poi mi sono trasferito in Sicilia, dove ci sono le mie inestirpabili radici, i miei turbinii adolescenziali e dove, come una spugna, ho assorbito tutta la passione del sud Italia. A 19 anni poi mi sono trasferito a Roma, dove sono cresciuto e diventato un adulto e dove ho veramente acquisito consapevolezza di me stesso.
Poi c’è stata un’esperienza negli Stati Uniti, dove ho imparato confrontandomi con colleghi stranieri. Ho frequentato i corsi di Susan Batson, grandissima coach di recitazione. In tutto questo percorso, essere italiano è stato un po’ il filo rosso che ha tenuto insieme tutto, la mia identità e il mio rapportarmi con gli altri, data la nostra cultura forte e passionale, direi un bel punto di partenza per farsi spazio nel mondo.

Francesco Castiglione  - particolare occhi

Come sta il nostro Barba?

Il buon Barba sta bene (sorride ndr). Attualmente in servizio e continua a fare il suo lavoro con diligenza, cura e precisone. In questo periodo sta lavorando molto, ma presto lo rivedrete (riflette ndr).

Sei stato catapultato da protagonista su RaiUno con il precursore, a chi vuoi dedicare questo traguardo?

Questo è un progetto a me molto caro, dal momento in cui mi è stato proposto alla realizzazione sono passati tanti anni. Uno di quei progetti di cui a volte si fa fatica a vedere la realizzazione. E invece quasi dall’oggi al domani, è andato in onda sui Rai 1 e lo abbiamo presentato al Papa in persona, insieme alla nuova piattaforma Vativision. Dire che si sia trattato di una soddisfazione immensa è quasi riduttivo. Parlando di sacrifici, mi vengono in mente le ferite sotto i piedi per girare le scene scalzo nel deserto, e le fiale di cortisone per andare avanti nelle riprese nonostante la febbre e il mal di gola. Ogni singolo taglio e botta alle corde vocali però, sono stati ben ripagati per arrivare a un traguardo per me importantissimo, e che dedico a mio papà che purtroppo non mi ha mai visto fare l’attore.

Cosa significa per te l’Italia?

L’Italia è bellezza, arte, cultura, sorriso e colori. Abbiamo un patrimonio che forse troppo spesso diamo per scontato, una cucina che mi fa venire fame solo al pensiero, per non parlare della moda, del mare e di tante altre cose che lo rendono uno dei Paesi più belli del mondo. Quando ho vissuto a New York, per gioco ho fatto un sondaggio, chiedevo ai miei amici in quale Paese del mondo avrebbero voluto vivere, naturalmente ha vinto l’Italia, e io cosi lontano da casa e un po’ nostalgico della mia terra non potevo che sentirmi fortunato e orgoglioso.

primo piano dell'attore

Francesco, il tuo ciak più divertente?

Di ciak divertenti ne potrei raccontare tanti. Alcuni lo sono diventati ancora di più col tempo, a furia di raccontarli come quando nel buttarmi nel vuoto non ho centrato il materasso in “Un passo dal cielo 5”. Se non fosse stato per gli Stunt-men sarei rotolato per terra. Oppure quando in “Don Matteo” dovevo dire il nome russo di una vittima al capitano e ad ogni ciak mi inventavo un nome diverso perché proprio non mi entrava in testa.

Un altro molto divertente è stato durante le riprese di un videoclip, io e la mia amica/collega Valeria Zazzaretta eravamo in un bosco (sorride ndr). Nella scena eravamo due innamorati che si incontravano per la prima volta in un fiume, al primo ciak siamo scoppiati a ridere ed è stata dura mantenere la serietà, penso che ne avremo fatti almeno una decina.

Grazie mille Francesco Castiglione per la sua gentilezza disarmante, a presto, ci vediamo su RaiUno.
Intervista al carabiniere Barba di “Don Matteo”. Francesco Castiglione si racconta ultima modifica: 2020-10-16T14:00:13+02:00 da Omar Falvo

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