Intervista a Stefano Caccavari fondatore e CEO di Mulinum. Nel 2016 Stefano ha avviato una campagna di raccolta fondi per salvare il vecchio mulino. Oggi, a San Floro, in Calabria, Mulinum è una splendida realtà con macine in pietra naturale e una ruota idraulica. Proprio come si usava 100 anni fa! Gli abbiamo rivolto qualche domanda per saperne di più.

Stefano cosa ti ha spinto a creare il primo Mulinum a San Floro?

Cresciuto a pane e informatica, sognavo l’America ma, un giorno, un mio amico mi chiese “cosa fai per difendere il tuo territorio?”: da lì, nel 2014, cedetti al richiamo della mia terra, dove sono rimasto per difendere la tradizione. Ho dato vita, sui terreni di famiglia, a Orto di famiglia, una multiproprietà agricola con spazi affittati ad oltre 150 ortisti, cultori del bio. Proprio laddove doveva sorgere una delle più grandi discariche di Europa.
In quel periodo, decisi di approfondire anche le origini dei grani antichi del mio territorio. Portavo a macinare il grano di famiglia presso un mulino a pietra, a un’ora e mezza di macchina, per poi condividere con gli amici il pane da noi prodotto per uso domestico.

esterno mulinum con ospiti a cena


La richiesta cresceva ma il mugnaio ci annunciò che avrebbe venduto il mulino, così ebbi un altro guizzo imprenditoriale e nacque Mulinum, interamente grazie a un crowdfunding che ho lanciato, il 14 febbraio 2016, con un post su Facebook. In soli 90 giorni, ho raccolto 500.000 euro. Abbiamo costituito Mulinum con 100 soci provenienti da vari angoli del mondo, ora divenuti 220, senza alcun finanziamento pubblico.

Cosa ha portato di nuovo il Mulinum in questo settore tanto antico?

La coniugazione di tradizione e innovazione rappresenta il nostro punto di forza: abbiamo, appunto, recuperato la tradizione della coltivazione dei grani antichi, ridiamo vita ad antichi mulini con macine in pietra naturale, tessendo contatti e sinergie, spesso, mediante lo strumento magico che è la tecnologia. Offriamo così la soluzione al problema dell’abbandono dei terreni, dei contadini che producono grano ma non sanno creare un prodotto finito. Recuperare il passato per costruire futuro è la chiave del nostro successo. La nostra tipicità fa la differenza per i nostri clienti e sostenitori.

Da allora, quanto è cresciuta questa startup agricola?

Il 31 gennaio 2017 abbiamo inaugurato Mulinum San Floro, un casolare biosostenibile con macine in pietra naturale, ove i grani antichi (Senatore Cappelli, Maiorca, Segale, Verna, Farro) vengono trasformati in farina integrale, ma vi è anche un forno a legna d’ulivo, a vista, per pane, lievitati e pizze, farcite con verdure bio e firmate dalla chef stellata Caterina Ceraudo, che si possono assaporare nella sala degustazione e, d’estate, nel nostro magico giardino.
In questi anni ci siamo migliorati, siamo cresciuti sperimentando e facendo scoprire la possibilità di mangiare sano, tracciando la nostra filiera chiusa e completa, contribuendo alla valorizzazione del territorio calabrese e alla promozione dell’agricoltura italiana.

 pizza con zucchine

Ma devo ammettere che, sin da subito, Mulinum si è rivelato un modello d’impresa replicabile sul territorio nazionale. Tanto che sono stato contattato, dopo pochi mesi, da proprietari terreni, imprenditori e appassionati interessati ad avviare un Mulinum nella propria regione.

Qual è il prodotto di punta del Mulinum?

La nostra specialità per eccellenza, per cui abbiamo anche vinto il premio Miglior pane di grano duro d’Italia, è il pane Brunetto, dettato dall’antica ricetta locale, a base di semola di grano duro Senatore Cappelli, lievito madre e cottura nel forno a legna.

I cento chili di “Brunetto”, che definiamo il pane dei nostri nonni, sfornati quotidianamente vengono spediti in tutta Italia, come anche gli altri prodotti, con consegna in 24/48 ore.

Ci racconti un aneddoto o fatto inedito del Mulinum?

L’aneddoto più sorprendente che fa ben comprendere il potere della comunità di destino costituitasi sin da subito attorno a Mulinum riguarda una mail da cui è nato Mulinum Buonconvento.
I primi di febbraio 2017, subito dopo l’inaugurazione di Mulinum San Floro, fui intervistato da Radio 24 e tra gli ascoltatori c’era un signore romano in pensione, esperto di sviluppo immobiliare.

ospiti del mulinum mentre cenano

Fu proprio lui a scrivermi una mail in cui elogiava Mulinum e prometteva di venirmi a trovare. Così fu e, incantato dalla nostra realtà, mi propose di replicare l’idea in Toscana, nella tenuta di un imprenditore agricolo toscano. Nel giro di un paio di mesi, quello che era uno sconosciuto divenne un socio importante con cui avviare Mulinum Buonconvento.

Progetti per il futuro?

Come puoi immaginare, i progetti nella mente di un visionario sono tanti ma, per il momento, ci tengo ad annunciare quello ormai imminente: l’apertura di Mulinum Buonconvento, in Toscana, precisamente in Val d’Orcia.

primo piano di stefano caccavari
Foto facebook Stefano Caccavari

Dopo una lunga trafila burocratica, a breve inizieremo i lavori di costruzione. Seguirà, poi, Mulinum Mesagne, in Puglia.
La mission è creare una grande filiera nazionale agricola biologica, lontana dalle importazioni industriali. Dunque, realizzare un Mulinum in ogni regione d’Italia, poi in ogni provincia, in zone agricole, distanti massimo 20 minuti dai centri urbani; una catena di pizzerie e forni Mulinum.

Grani antichi e macine in pietra al Mulinum. Intervista a Stefano Caccavari ultima modifica: 2020-08-25T09:30:00+02:00 da Emanuele Ferlaino

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