La sua è una storia di successo. Di un sogno che si è realizzato, di un traguardo raggiunto. In un periodo difficile come quello che stiamo vivendo, la storia di Massimo Tringali fa ben sperare. Perché è l’esempio di come un settore come quello della ristorazione possa ripartire. Massimo Tringali è uno chef, originario di Augusta in Sicilia, per il quarto anno consecutivo Stella Michelin. Il riconoscimento ottenuto con l’Armani/Ristorante di Parigi, di cui è executive chef. Abbiamo allora pensato di intervistarlo, per farci svelare i “segreti” del suo successo.

Massimo Tringali
Lo chef ha avuto confermata la Stella Michelin per il quarto anno consecutivo

Massimo Tringali raccontaci di te e delle tue origini

“Sono nato il 7 febbraio del 1980 ad Augusta – racconta Massimo Tringali – e preciso proprio all’ospedale di Augusta, mia figlia è nata a Catania. Questa per me è la fierezza di poter dire sono augustano e sono nato ad Augusta. Da ragazzo, quando sei nato in Sicilia, parti con il desiderio di evadere, per trovare fortuna. Da noi si dice “Cu nesci arrinesci”, cioè chi esce fuori, parte, riesce in qualcosa. E quindi partii con questo desiderio. Ma quando cresci tutto cambia: c’è un magnetismo che ti richiama e che ti dice “Torna, torna”. Questa è la sensazione diversa che oggi a 40 anni ho, rispetto a quando sono partito”.

Parigi per Massimo Tringali è stata una svolta significativa per il suo lavoro

“Arrivai a Parigi il 6 ottobre del 2001 ricordo benissimo la data perché non era passato nemmeno un mese dall’attentato alle Torri Gemelle. Mi ricordo i primi tre mesi a Parigi, tre mesi di pioggia, di grigio, di freddo. E da siciliano oltre a togliermi il sorriso, quel clima, quella pioggia, mi tolsero anche la scorta di vitamina D che noi siciliani teniamo con cura, grazie al sole. Quindi è stato uno shock. Ho vissuto delle cose che mi hanno dato una corazza e forza per proseguire dopo”.

Tringali e brigata
Il successo dello chef è dovuto al grande lavoro di squadra

Massimo Tringali e il ristorante con un Dna italiano al 100 per cento

“Ai nostri clienti – racconta Massimo Tringali – dico sempre che è come se acquistassero un biglietto d’aereo per l’Italia. Perché quando ti accomodi ai nostri tavoli sei in Italia, partendo dall’accoglienza, dal nostro direttore, alla nostra squadra di sala, noi viviamo di convivialità, abbiamo un servizio all’italiana e quindi abbattiamo le barriere che magari i servizi più seriosi hanno. Una convivialità, però, elegante. Si coccola il cliente da quando arriva, poi io esco in sala e parlo con loro, ci raccontiamo delle storie, siamo appassionati di cucina. Il nostro è un ristorante con un Dna italiano al 100 per cento”. Ogni ristorante italiano che si rispetti basa tutto sulla qualità. “Le materie prime – aggiunge Massimo Tringali – sono il fulcro del successo della cucina in generale, ma soprattutto di quella italiana. E poi c’è la tecnica, la fantasia, lo chef, la squadra di cucina”.

Materie prime ma soprattutto prodotti italiani

“Da chef – sottolinea Tringali – ho diverse fortune a lavorare all’Emporio Armani caffè e ristorante. Noi abbiamo 20 fornitori dall’Italia che ci riforniscono di materia prima di una bontà immensa. Come il radicchio tardivo di Treviso, la bottarga di Cabras direttamente dalla Sardegna, gli asparagi bianchi di Bassano, il pomodoro fiaschetto della Puglia, il pomodoro Re Umberto dalla Costiera Amalfitana, l’acqua di arance amare dalla Liguria. Abbiamo sempre non meno di 4 tipologie di oli da fare assaggiare“.

Un’esperienza unica

“E’ una fortuna poter utilizzare queste materie prime. E poi con l’apporto del signor Massimo Mori che gestisce la parte gastronomica da 20 anni e la parte ristorante dal 2016 da quando siamo aperti. Mi dà delle dritte, è un uomo che è un’enciclopedia vivente della storia della gastronomia italiana. Ho la fortuna di non sentirmi mai dire “quanto costa”, ma “quando arriva”. Scegliere sempre il meglio senza pensare a nient’altro che alla soddisfazione del cliente finale”.

Massimo Tringali con Massimo Mori
Lo chef insieme a Massimo Mori dell’Emporio Armani cafè/ristorante

Una cucina semplice ma elegante

“Cosa amano di più i nostri clienti? – dice Massimo Tringali – credo la semplicità e l’autenticità della nostra cucina, come diceva Leonardo da Vinci “la semplicità è la superba sofisticazione”. Ad esempio quando fai uno spaghetto al pomodoro e riesci a stupire i clienti o come quando hanno assaggiato le mie olive schiacciate, il miele del Trentino, il pomodoro della Costiera Amalfitana sono rimasti impressionati dalla qualità. Questo è anche lo spirito del maestro Armani, un’eleganza semplice ma senza eguali nel mondo intero”.

I successi e i traguardi con la conquista della Stella Michelin

Massimo Tringali e il suo gruppo di lavoro hanno preso la Stella Michelin la prima volta nel 2018. “Quell’anno – racconta – siamo stati gli unici italiani di Francia a prendere la Stella. E questa è una cosa che ci ha riempito di orgoglio. Mi ritrovo spesse volte a ricordarlo ai miei ragazzi a ricordarlo a me stesso. Perché da quando abbiamo preso la Stella il giorno dopo quasi lo abbiamo dimenticato. Abbiamo continuato a lavorare”.

L’anno difficile per la pandemia

“Bisogna portare avanti il proprio lavoro con onestà. Quest’anno abbiamo mantenuto la Stella Michelin. E ’ stato un anno molto particolare, complicatissimo, causa Covid. Confermare la Stella è stato importante, molto emozionante, che ci ha dato l’energia giusta per ripartire.

Crudo di gamberoni rossi di Mazara
Un piatto dello chef: Crudo di gamberoni rossi di Mazara, caviale Calvisius di Storione bianco e verdure croccanti del nostro orto

E’ un traguardo che devo al mio gruppo di lavoro, al direttore Sebastiano Cirasa originario di Siracusa, ai ragazzi di sala, a tutta la mia brigata, soprattutto al mio sous-chef Claudio Oliva, al mio chef patissier Antonino Di Stefano, due ragazzi il primo di Solarino e il secondo di Avola. Il cuore della mia brigata è siciliano al 100 per cento. E poi la famiglia Mori, all’entourage Armani, al maestro Giorgio. Lui è una persona splendida, un esempio per chiunque lavori”.

Cosa rappresenta la stella Michelin per lo chef siciliano

Adesso Massimo Tringali guarda al futuro. “Prendere la stella per me è stato un sogno che si è realizzato – aggiunge lo chef -. Non immaginavo potesse succedere. La strada è stata lunga, tanti sacrifici, rimanendo lontano da casa, dagli affetti, lontano dalla mia fidanzata, che poi è diventata mia moglie, lontano da mia figlia. Mi sono perso i primi passi, la prima pappa. Però so di averlo fatto per una giusta causa perché così facendo ho insegnato e sto insegnando a mia figlia che i sogni si devono rincorrere e che hanno un prezzo. Io sono un tipo che rimane molto con i piedi per terra.

Ma mi dà una grande energia per continuare. Una grande responsabilità per i nostri clienti. E verso tutta l’equipe che con fatica ha contribuito a questo traguardo. Bisogna ricordarsi il punto di partenza, vivere il presente, ricordandosi del passato. E questo mi dà la forza di rimanere sempre concentrato e di avere il buon senso di non sciupare la fortuna che mi dà questo lavoro. Io posso dire di aver ricevuto dal mio lavoro qualcosa di meraviglioso. Quindi sono contento e con rispetto continuo a fare il mio lavoro con l’impegno di sempre”.

Intervista allo chef Massimo Tringali, Stella Michelin ultima modifica: 2021-03-20T09:00:00+01:00 da Federica Puglisi

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