Isabella Potì ventiquattro anni, è già nella lista Under trenta di Forbes tra gli chef emergenti più rampanti d’Europa, e non è poco! Ha una stella Michelin, che nell’ambiente è un po’ come vincere un nastro d’argento, il David di Donatello o un gran premio di formula uno.
Piuttosto sicura del fatto suo, nonché consapevole delle sue potenzialità e cosciente del lavoro da fare, la Potì va spedita in una carriera crescente.
Isabella Potì e i Bros
Nata a Roma da madre polacca e padre leccese, si è formata da Claude Bosi a Londra, da Martin Berasategui e Paco Torreblanca, in Spagna. Aveva già conosciuto i Pellegrino Bros suoi attuali partner di lavoro, da stagista; poi Il 26 dicembre 2015 il ritorno in Italia, per far parte dell’avventura del “Bros”, per una cucina territoriale concettualizzata.
La “missione” era di tornare all’essenza della tradizione salentina. Considerata uno dei trenta giovani da tenere d’occhio in Europa nel campo delle arti, Isabella si mostra sorridente ma determinata; presentando i suoi dessert assolutamente contemporanei, mai troppo zuccherati. Per non parlare dei soufflé, per la Potì sono ormai piatto iconico. E poi continua a studiare, infatti, è stata a lavorare nelle brigate di Mauro Colagreco al Mirazur di Mentone e da Rasmus Kofoed al Geranium in Danimarca. Isabella Potì tuttavia non si sente per niente arrivata.
L’essenziale è visibile al gusto
Tutto si svolge in un ambito tutt’altro che frivolo, poiché nella cucina tutto deve essere concreto; non si può barare, ma conta solo la meritocrazia. Isabella, spadella, manteca, impiatta, scodellando e producendo profumi rivelatori, con una disinvoltura da veterana. La disciplina è fondamentale, così come il cameratismo, ma generalmente la vita privata resta fuori dalla cucina.
Isabella Potì e il suo gruppo rappresentano un brand; dal ristorante, allo chef-personaggio, piatti con il logo impresso, e-shop di t-shirt, stoviglie in terracotta locale. Cavalcano l’onda, il momento, e le tecnologie con gli strumenti a disposizione; Isabella è i suoi sono millennials, nati in quest’era e lo esprimono. Uno dei motti del Bros’, cioè del suo team è “L’essenziale è visibile al gusto”, quindi presentare ricotta scampi e ricci significa proporre; la ricotta forte, fermentata secondo una tradizione salentina, poi la delicatezza dello scampo, e la dolcezza salmastra dei ricci di mare.
La cucina salentina
Isabella Potì sa che di lavoro da fare a ventiquattro anni ne ha tanto, e ha tanti progetti in corso, miglioramenti personali e professionali da compiere giorno dopo giorno. Sa di rappresentare la new generation, ma senza trascurare la tradizione, portando avanti ingredienti e tecniche per tanti “fuori moda”. Le vecchie usanze non si possono mettere da parte.
Ad esempio, per molti l’amaro è un gusto-tabù, mentre per Isabella e il suo “team” è la tradizione del Salento, l’amaro vuol dire Salento. Oltre alla ricotta forte, ci sono le animelle, l’antico garum, un condimento ottenuto dalla macerazione di alcuni tipi di pesce, grasso di maiale. Quest’ultimo è un ingrediente locale importante, che al Bros’ si monta come fosse una crema, si affumica, e si abbina al lampone. Come presentare pane e grasso di maiale a mo’ di amuse-bouche? Isabella è capace in cucina di questo e altro!
Isabella Potì e Floriano Pellegrino
Ci sono antichissime tradizioni che non si possono dimenticare. In passato, quando si faceva la ricotta, si conservava quella preparata in eccesso mettendola dentro un’anfora con un po’ di sale; “dimenticandola” e lasciandola fermentare creando quasi il rancido, un sapore che connette generazioni lontanissime tra loro.
Si tratta di gusti antichi mescolati con la modernità, forse azzardati, ma vincenti. Oggi Isabella Potì è colonna del ristorante Bros di Lecce, come chef dal 2019 con un debole per la pasticceria, e per Floriano Pellegrino, supervisore del locale, e partner nella vita, infatti presto si sposeranno. E poi ci sono sempre la seconda e la terza stella da conquistare, non male per una ventiquattrenne in ascesa.