Da oggi 26 giugno fino al 31 luglio e dal 18 agosto al 17 ottobre il Duomo di Siena scopre il suo magnifico pavimento rendendolo visibile ai visitatori. Realizzato, a partire dal Trecento fino all’Ottocento, con la tecnica del commesso marmoreo e del grafito. Una particolare tipologia di lavorazione, spiega l’Opera della Metropolitana di Siena che si occupa di tutelare e promuovere il complesso della cattedrale. “Le prime tarsie furono tratteggiate sopra lastre di marmo bianco con solchi eseguiti con lo scalpello e il trapano, riempiti di stucco nero. Questa tecnica è chiamata graffito. Poi si aggiunsero marmi colorati accostati assieme come in una tarsia lignea: questa tecnica è chiamata commesso marmoreo”. Era il modo per trasferire l’idea degli artisti sul pavimento, in base ai loro cartoni preparatori.

duomo interno navata centrale

Le due scoperture, che consentiranno ai visitatori di ammirare lo spettacolo straordinario di questo prezioso pavimento, sono in qualche modo in relazione con le date del Palio, il 2 luglio e il 16 agosto. Quello del 2 luglio, causa l’emergenza Covid, non si farà, lo ha già deciso il consiglio comunale di Siena. Resta in sospeso, per ora, l’appuntamento del Palio dell’Assunta di metà agosto. Comunque sia, sono due date che a Siena segnano il calendario estivo, legate al Palio e al Duomo che si trova poco distante dalla famosa Piazza del Campo.

Un prezioso tappeto di marmi policromi, unico e straordinario

Il pavimento è forse l’opera più significativa del Duomo, considerato unico non solo per la particolare tecnica utilizzata ma anche per il messaggio delle sue raffigurazioni che sono un invito costante alla Sapienza. Proprio il riquadro Monte della Sapienza – raffigurazione simbolica della via verso la virtù – porta la firma, nel suo cartone preparatorio, del famoso pittore umbro Pinturicchio (1452-1513). Gli altri disegni sono di artisti quasi tutti senesi che operarono tra Quattrocento e Cinquecento: dal Sassetta a Domenico di Bartolo, da Matteo di Giovanni a Domenico Beccafumi. Quest’ultimo è l’autore dei disegni per l’itinerario biblico ma è anche l’innovatore della tecnica del commesso marmoreo. Invece di accostare marmi di colori diversi come si era fatto fino alla sua epoca, decise per l’uso di marmi con sfumature diverse rispetto al colore di base. Ne risultano particolari effetti di chiaro-scuro dove le figure sembrano realizzate con pitture monocromatiche.

Pavimento Duomo Siena Pintoricchio
Pinturicchio, Allegoria del Monte della Sapienza

E’ solo un esempio per dare l’idea dell’opera complessiva che Giorgio Vasari nel Cinquecento definì “il più bello…, grande e magnifico che mai fusse stato fatto…”. Fin dall’Ottocento si era posta la necessità di proteggerlo dal calpestio di chi accedeva al Duomo. Testimonianze iconografiche dell’epoca testimoniano infatti le prime coperture con assi di legno, che comunque mantenevano visibili alcuni ritagli, protetti da cordoni, nella navata centrale.

Beccafumi Mosè fa scaturire l'acqua dalla roccia
I chiaro-scuri del pittore manierista Domenico Beccafumi

Il “sipario” su questa straordinaria opera d’arte si apre con l’iscrizione d’ingresso davanti al portale centrale. E poi l’immagine del fondatore della sapienza umana, Ermete Trismegisto. La Lupa che allatta i gemelli, simbolo di Roma e che dal Medioevo è anche simbolo della città di Siena. Le Sibille con i loro responsi oracolari. La tarsia disegnata da Pinturicchio rappresenta l’immagine della Fortuna e la salita dei saggi al monte della Sapienza. E ancora, i filosofi, la storia del popolo ebraico, le vicende della Salvezza realizzata dalla figura di Cristo. Nell’esagono sotto la cupola i chiaro-scuri ottenuti con la nuova tecnica del pittore manierista Domenico Beccafumi.

Dal Duomo al Museo dell’Opera, un itinerario di straordinario valore artistico

La nuova illuminazione della cattedrale, realizzata nel 2018, ha consentito una ulteriore rivalutazione di questo pavimento. L’intervento è stato infatti pensato per evidenziare, grazie a particolari tecniche di luce, ogni singola tarsia senza perdere comunque la visione d’insieme. Tutto da vedere e da ammirare il pavimento del Duomo di Siena, lungo un itinerario che consentirà di visitare anche il Museo dell’Opera dove è custodita la celebre Pianta del Pavimento di Giovanni Paciarelli (1884) che permette di avere una visione d’insieme delle tarsie e del percorso che dall’ingresso conduce all’altare maggiore.

(ph credit: Opera della Metropolitana di Siena)

La scopertura del pavimento del Duomo di Siena, 500 anni di storia e di espressione artistica ultima modifica: 2021-06-26T09:00:00+02:00 da Cristina Campolonghi

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