La vespa “spicca il volo” ronzando ufficialmente per le vie italiane il 23 aprile 1946, quando Enrico Piaggio registra il brevetto. Nasce così uno scooter che cambierà non solo le abitudini degli italiani, ma che supererà i confini nostrani.

La Vespa della Piaggio

La Piaggio fino ad allora si era occupata di tutt’altro. Fondata nel 1884 da Rinaldo Piaggio e da suo padre a Sestri Ponente, inizialmente aveva prodotto arredamento navale e materiale ferroviario. Nel 1915 entrò nel settore aeronautico e nel 1924 cominciò a produrre i primi motori Jupiter e i velivoli Dornier Wal.

La Vespa - vespa fuxia nel verde
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Quindi passò alla costruzione d’aerei con i quali negli anni ‘20 e ‘30 conquistò molti primati. In quegli anni lo staff tecnico della Piaggio diretto da Corradino d’Ascanio sviluppò e realizzò il DAT 3, primo elicottero della storia. In principio il nome dello scooter doveva essere “Paperino”. Vespa forse è l’acronimo Veicoli Economici Società Per Azioni, oppure sembra che Enrico Piaggio, sentendo il motore, l’abbia paragonato al ronzio di una vespa. In ogni caso, lo scooter con 98 centimetri cubici, tre marce, 3,2 cavalli, 60 Km l’ora, ebbe subito un successo incredibile.

La Vespa con sidecar

Dopo aver depositato il brevetto, nel giro di pochi mesi gli stabilimenti di Pontedera sfornarono 2.500 scooter. L’anno dopo le vendite superarono i diecimila pezzi. La Vespa costava sessantottomila lire, quasi un anno di stipendio, eppure pagandola a rate era abbordabile.

la vespa - La vespa in bianco e nero
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Le strade italiane si popolarono di piloti con moglie o fidanzata sul sellino posteriore per la gita domenicale. Nacque la Vespa con sidecar, con carrello, e poi l’ape che ancora gira per l’Italia. La Piaggio tra il 1958 e il 1964 produsse anche il modello ACMA per la Francia; progenitore delle city car. Nel 1955 sempre la Francia chiese alla Piaggio uno scooter per i paracadutisti impegnati nella guerra in Indocina. I vespisti divennero ben presto protagonisti di importanti raduni, a livello mondiale. Il più celebre fu “Eurovespa”, quaranta edizioni, ultima delle quali nel 2006 a Torino in coincidenza con il 60º compleanno della Vespa.

Scooter made in Italy

Si contarono 3.500 iscritti regolari, oltre 4.500 non iscritti per un totale di ben 8.000 esemplari presenti nella sfilata di Stupinigi. I Vespisti provenivano da tutta Europa ma anche da Stati Uniti, Canada, Argentina, Algeria, Sud Africa e Taiwan. L’anno dopo la manifestazione si è trasformata in Vespa World Days e all’edizione del 2007 a San Marino sfilarono oltre 5mila scooter.

 lo scooter parcheggiato
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Insomma la Vespa è un mito intramontabile. Ormai è celebrato come uno dei brevetti industriali più famosi al mondo e simbolo del design italiano; entrando di diritto anche nei musei, come nella Triennale Design Museum di Milano e al MoMA di New York. Il ricordo più romantico della Vespa è tuttavia del nel 1953 con il film “Vacanze Romane” con Gregory Peck e Audrey Hepburn. Fu quella la vera consacrazione, con la scena passata poi alla storia del cinema. La Vespa diventa simbolo spensieratezza, gioventù e libertà.

Vespa e Vacanze Romane

I due attori in sella allo scooter finirono anche nei manifesti del film, con in bella mostra il marchio Piaggio. Il film fece da volano, e non si trattò dell’unica pellicola. La Vespa recitò ancora in “Quadrophenia” film inglese del 1979 ambientato nella Londra dei primi anni Sessanta quando nelle strade impazzavano i Mods.

una vespa azzurra
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Erano tantissimi motociclisti in sella a Vespe o Lambrette. La Vespa torna protagonista nel film “Il talento di Mr. Ripley”, “American Pie”, “The Interpreter” e nella musica con Cesare Cremonini. Resta tuttavia nella storia del Cinema, in bellissime foto in bianco e nero, in cui Charlton Heston e Stephen Boyd in sella a una VNA1T del 1959; in costumi di scena, sfrecciano in Vespa per spostarsi a Cinecittà durante le riprese di Ben -Hur.

La Vespa un mito a due ruote tutto italiano ultima modifica: 2019-11-12T09:00:55+01:00 da simona aiuti

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