A maggio, la devozione mariana fiorisce nelle preghiere dei fedeli, in particolare con la recita comunitaria del rosario nelle chiese e nelle case. Una manifestazione di fede, ma anche di cultura. Nella chiesetta di Oriano sopra Ticino, nel varesotto, da quest’anno una nuova immagine della madre di Gesù accompagna gli oranti. È la Madonna di Oriano. Che alle spalle ha una storia di affetto per lei e per il territorio.

Oriano - Madonna nuova
La Madonna di Oriano nella chiesa di sant’Antonio Abate a Oriano sopra Ticino. Da sinistra: Vitaliano Forlani, Iva Cecconi, il vicesindaco del comune di Sesto Calende Edoardo Favaron e il parroco don Luca Corbetta. (Cortesia degli artisti).

I quadri scomparsi

Nella notte tra il 10 e l’11 novembre del 1991, quattro quadri di un certo pregio sparirono dalla chiesetta dedicata a Sant’Antonio Abate. Il pittoresco edificio è abbarbicato sulla collina di Oriano sopra Ticino, già Comune, ora frazione di Sesto Calende, cittadina sulla sponda lombarda del Lago Maggiore e del Ticino, che proprio qui riprende il suo corso verso il Po. Nessuno sentì nulla. La canonica era da tempo disabitata e i vicini più prossimi vivono dall’altra parte della strada, in un’antica corte contadina ammodernata. Quei quadri non avevano solo un valore affettivo e decorativo, nell’armonia della secolare chiesetta. Ne avevano anche di economico, per la qualità artistica e l’antichità. Pur non essendo catalogati, dall’età della chiesa e dalle caratteristiche pittoriche si sa che risalivano almeno al XVII secolo, se non al XVI.

“Cacciatori” a Oriano

Dall’edificio sacro mancava anche (ohibò!), un voluminoso armadio in legno che occupava gran parte della sacrestia. Evidentemente i ladri sapevano il fatto loro, conoscevano la chiesa e si erano organizzati per smontare il mobile senza far troppo rumore. “Si trattò forse di una banda di cacciatori di opere d’arte attiva all’epoca nella zona”, spiega a italiani.it Vitaliano Forlani, uno dei protagonisti della storia che vi raccontiamo. Ma andiamo con ordine.
Qualche tempo dopo il furto alcuni escursionisti trovarono nel vicino “Sentiero delle meraviglie nascoste” alcune cornici buttate malamente nel bosco. Erano quelle dei quadri trafugati. Vennero depositate in una stanzetta attigua alla chiesa – era la prima chiesetta, di cui si ha notizia sin dall’anno 1290! – che ora funge da ripostiglio.

Oriano - Quadro
La “Madonna di Oriano”. Foto: Piera Salina

Nel ripostiglio

Poi, per ben trent’anni, dipinti e cornici caddero nell’oblio. Finché un giorno Vitaliano Forlani le vide, appoggiate al muro. Ci si entra quasi mai, nel ripostiglio, ma verso Natale, Forlani suole collocarvi la fonte battesimale, momentaneamente asportata dalla chiesa per far posto al presepe, del cui allestimento si occupa da vari anni. “Notai che tra quelle cornici ce n’era una che valeva la pena restaurare”, ricorda il nostro. “Era di notevoli dimensioni”, illustra, “di una ventina di centimetri di larghezza, bordeggiata di rosoni di foglie d’oro, ma abbastanza rovinata”. Ne chiese autorizzazione a Luigia e, una volta rimessa in sesto, venne l’idea di sostituire il dipinto rubato (una Natività) con uno nuovo. E perché non una Madonna di Oriano?

Oriano, un po’ di storia

Per dare una cornice anche a questa bella vicenda, raccontiamo brevemente la storia di questo ridente paesino di poche centinaia di anime. Il nome di “Orglano” compare per la prima volta “in un precetto di Liutprando, re dei Longobardi, a favore di un monastero di Pavia nel 712. Alcuni secoli dopo, nel 1045, i monaci di San Dionisio in Milano tra i beni lasciati loro dal defunto arcivescovo di Milano Ariberto citano anche i possedimenti terrieri di ‘Orleano’. Una conferma del nome si ha infine nel 1290, quando ‘Orliano’ viene citato come località della chiesa dedicata a Sant’Antonio Abate”. Questo scrive sul sito del Comune di Sesto Calende Renzo Besozzi, altro amante della sua terra.

Oriano - mulino antico
Antico casolare con mulino a Oriano. Foto: comune.sesto-calende.va.it

La Madonna degli orianesi

Forlani, pittore amatoriale, chiamò in causa la signora Iva Cecconi, della vicinissima Mercallo, con la quale aveva lavorato alla nuova immagine della Madonna della rotonda di Vergiate, paese limitrofe. Entrambi si misero all’opera e durante l’inverno passato completarono l’opera, di 120 cm x 90, ispirata alla Madonna della Scala di Andrea Del Sarto. Ma al posto della città fortificata che il fiorentino collocò sullo sfondo… ci misero la sagoma dell’abitato di Oriano. Il signor Vitaliano è molto legato al paese. “Qui abitavano i miei genitori, contadini”, evoca. Qui è nato, nel 1955 e qui è cresciuto, e ora abita nella vicina Oneda. Ha un piccolo laboratorio di falegnameria e si diletta ai pennelli. Ammira i “colori, originali” della signora Cecconi, che dipinge sin da bambina e a suo tempo frequentò il liceo artistico.

…dopo quella di Vergiate

Anche quella, una bellissima storia. Quando si decise la costruzione della rotonda sulla statale del Sempione, si sarebbe dovuta sacrificare l’edicola mariana, molto cara ai vergiatesi, trovandosi all’entrata del paese. La proprietaria del terreno lo lasciò generosamente a disposizione, a patto che venisse conservata la Madonna. Ida e Vitaliano, allora, constatato il pessimo stato del dipinto, ormai quasi totalmente scolorito, proposero la realizzazione dell’opera che oggi decora la rotonda. E che migliora la precedente, senz’altro anch’essa frutto dell’amore verso la Vergine Maria, ma di fattura piuttosto artigianale. A quei tempi, spiega Forlani, era comune questo tipo di dipinti fosse commissionato a imbianchini e non a pittori. Anche la nuova Madonna di Vergiate, come quella di Oriano, è stata donata dai due artisti alla popolazione. Ed è stata adottata dai vergiatesi, che continuano a portarle fiori. “Ho saputo che una persona prega davanti a lei tutte le mattine”, conclude Forlani.

Sesto Calende e il Ticino
Foto comune.sesto-calende.va.it

La Madonna è “orianese di Oriano”!

La storia finisce il primo maggio, poche settimane fa. Quando, alla riapertura post-invernale al culto della chiesa, all’inizio del mese mariano, la cornice è stata ricollocata nel suo sito originale. Questa volta con un nuovo dipinto. Per l’occasione, il parroco di Sesto Calende, don Luca Corbetta, ha benedetto la nuova Madonna di Oriano alla presenza del vicesindaco Edoardo Favaron e dei fedeli presenti alla messa. Appendere il quadro non era semplicissimo… visto che il chiodo era posto a circa 4 metri di altezza. Ci hanno pensato i “Ragazzi del Palio” cittadino – naturalmente, quelli della squadra locale, tra l’altro campione in carica per la terza edizione consecutiva – capitanati dal loro vicepresidente Francesco Signori.

Oriano - La scala in sassi
Foto Elisa Lanfranchi

Il “grazie” della comunità

La Comunità Pastorale cittadina, che comprende le cinque parrocchie sestesi, ha manifestato per bocca del suo responsabile, don Luca, la gratitudine ad Iva e Vitaliano per il loro dono. “A fronte del danno accaduto alla chiesa nel 1991, grazie all’interesse e all’attenzione verso la parrocchia è stata creata e ora collocata un’opera meritevole e in un certo modo di ripristino, propria della comunità stessa, con la caratteristica della presenza del borgo sullo sfondo”, ha commentato il sacerdote. Trentun anni fa Oriano perse opere antiche e di valore. Oggi si è guadagnata una nuova bellezza, nata dall’amore, dalla generosità e dall’attaccamento alle radici e al territorio. Non è poco.

Foto principale: comune.sesto-calende.va.it

La “Madonna di Oriano”, una storia d’amore per lei e per il territorio ultima modifica: 2022-05-29T09:00:00+02:00 da Silvano Malini

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