Potrebbe essere l’altopiano isolato noto come la Pietra di Bismantova quello che ha ispirato Dante Alghieri per descrivere il Monte del Purgatorio. Quarto canto della seconda cantica della Divina Commedia. “ Vassi in Sanleo e discendesi in Noli montasi su Bismantova e n’Cacume conesso i piè; ma qui convie ch’om voli …. “. Monte isolato e un po’ misterioso la Pietra di Bismantova, proprio per questa sua posizione che lo vede stagliarsi da solo tra i dolci rilievi dell’Appennino Tosco-Emiliano. Sarebbe stato noto al Sommo Poeta perché lo avrebbe visitato personalmente nel 1306 passando da queste parti mentre si trovava in viaggio da Padova diretto in Lunigiana.
E le sue pareti scoscese, il grande pianoro erboso che si trova sulla sua sommità, avrebbero portato Dante a vedere nella Pietra una montagna sacra. Rupe scoscesa verso il pianoro Giardino dell’Eden, ripresa anche dal grande illustratore della Divina Commedia Gustav Dorè per le sue immagini dell’opera dantesca. Ma non solo Dante.
Qualcosa di magico e misterioso aleggia intorno a questo isolato sprone roccioso da cui si gode una vista bellissima. La sua forma potrebbe ricordare quella di un grande altare celtico. Antiche testimonianze ci dicono infatti che da queste parti sono passati i celti, ma anche gli etruschi, i romani, i bizantini. La Necropoli di Campo Pianelli (XI-X secolo avanti Cristo) si trova proprio sulle sue pendici e rappresenta l’area archeologica più importante dell’Appenino Reggiano. Nel 1617 ai piedi della rupe i monaci benedettini costruirono un eremo, oggi diventato Santuario Mariano. Al suo interno si trovano importanti affreschi del XV secolo fra cui la Madonna di Bismantova. Oggi come in passato l’eremo è oggetto di culto e di venerazione, fin da tempi molto antichi visitato dai pellegrini che lo raggiungevano – spesso a piedi scalzi – lungo un sentiero. E che poi si inoltravano fino alla sommità della Pietra da dove, nelle giornate limpide, si spazia dalle Alpi fino agli Appennini.
Tra misteri e le leggende, la Pietra di Bismantova nella fantasia popolare
Il paese di Castelnovo ne’ Monti, ai piedi della Pietra di Bismantova e capoluogo dell’Appennino Reggiano è una cittadina, a poco più di quaranta chilometri a sud di Reggio Emilia, le cui origini si fanno risalire al XV secolo. Chiusa tra tre colline, Monte Castello, Monte Forco e Monte Bagnolo, ha con la Pietra di Bismantova un legame fatto di attaccamento al luogo ma anche di leggende popolari, storie magiche ed eventi soprannaturali. Si dice che anticamente la rupe sia stata luogo di incontri di magia, casa del diavolo che avrebbe addirittura lasciato le sue impronte sulla roccia. Si narra di particolari episodi accaduti in coincidenza con le fasi lunari, di strane e inspiegabili sfere di luce che si sarebbero viste proprio in prossimità della Pietra di Bismantova. Tutti episodi che certamente hanno alimentato la fantasia popolare.
Alpinismo e passeggiate, la rupe vista con gli occhi di oggi
Imponente e maestosa, la rupe fin dall’inizio del secolo è stata oggetto di scalate alpinistiche e, con i suoi 1041 metri di altitudine, è considerata la più importante palestra di roccia di tutta l’Emilia Romagna. Ma è anche meta di passeggiate ed escursioni che partono da Castelnovo ne’ Monti. Come per esempio il percorso ad anello (poco più di cinque chilometri) che porta prima alla sommità della rupe per poi ridiscendere dalla parte opposta, tra il verde dei prati che la circondano. Imponente, forte, attrattiva, così gli abitanti di Castelnovo ne’ Monti sentono la “loro” Pietra, un luogo da ammirare, vivere, contemplare nella sua particolare bellezza. Una “cosa di famiglia”, come dice chi vive da queste parti.
Un pizzico di mistero c’è anche nell’origine del suo nome così particolare, Bismantova. Potrebbe essere etrusca, legata al suo ruolo di montagna sacra: da man, pietra scolpita, e tae, altare per i sacrifici. Ma potrebbe essere un riferimento anche, e qui l’origine del nome sarebbe celtica, a un antico culto lunare, da vis, vischio, e men, luna. In relazione, in questo caso, alla raccolta notturna di vischio tipica di queste antiche ritualità. Oppure, più semplicemente, Bismantova deriverebbe dal fatto che questo antico, particolare, isolato, un po’ misterioso sprone roccioso si trova a metà strada tra Mantova e Lucca, come spiega il sito del Parco Nazionale dell’Appennino Tosco-Emiliano.
Fonte fotografie: Paolo da Reggio, CC BY-SA 3.0