Saiwa svolta italiana, è questa la notizia e in un periodo d’incertezza economica, il coraggio va premiato e incoraggiato! L’azienda dolciaria Saiwa arriva da lontano, con un nome particolare, ideato niente meno che da Gabriele D’Annunzio. Il “Vate”, che era piuttosto goloso dei biscotti dell’azienda, propose non solo di semplificare il nome, usando soltanto, le iniziali della società, coniando l’acronimo Saiwa; ma contribuì anche ad alcune campagne pubblicitarie del marchio.
Con orgoglio all’ingresso della fabbrica fa bella mostra la dedica di D’Annunzio: “Le vostre gallette superano in finezza e bontà le migliori d’Inghilterra”. Parliamo di una società nata nel 1922, quando una modesta pasticceria genovese, la “Società Accomandita Industria Wafer e Affini”, iniziò l’avventura che l’ha fatta diventare una delle prime imprese europee per la produzione dolciaria.
Saiwa svolta italiana, mantenendo tradizione e qualità del grano
Con una storia così gloriosa, questo marchio non poteva non osare, infatti, Oro Saiwa Classico utilizzerà soltanto grano italiano, proveniente dalle province di Alessandria, Asti, Pavia, Torino e Cuneo. L’azienda vuole prediligere il territorio, comprando grano nel raggio di 75 km dallo stabilimento di Capriata d’Orba, dove nascono i noti biscotti.
L’impatto sul territorio sarà notevole. Si tratta di una scelta importante, tuttavia, rivendicata e difesa appieno dall’azienda, per rispondere così alle richieste di un mercato che chiede qualità. Il mercato chiede e vuole materie prime di grande peculiarità, e Saiwa risponde instaurando un rapporto coeso con gli agricoltori, le cooperative e i mugnai locali. La filiera interessata riguarda centosettantatre aziende agricole, dodici cooperative, due molini; con almeno 2.940 ettari di terreno interessati, per una produrre 14.400 tonnellate di grano. La Saiwa proiettata e inserita sul territorio, crede molto nell’impatto sociale e soprattutto economico che avranno le scelte prese.
Trecentosettanta dipendenti fieri di esserci
In tempi di crisi, possiamo dire che la Saiwa, con trecentosettanta dipendenti è un’azienda florida. All’interno dello stabilimento si lavora a pieno regime, senza mai spegnere i forni, esclusi i festivi e i weekend. Le gallette care a D’Annunzio sono impastate e confezionate a mano, e controllano l’intera produzione.
In Saiwa svolta italiana o meno, non si fanno sprechi, infatti, la cornice di pasta del taglio delle gallette è rimessa nell’impasto. Le confezioni fallate invece, diventano mangime per animali. Anche l’impianto di riciclo dell’acqua di produzione non prevede sprechi. Insomma, il biscotto è come fatto in casa, anche se la casa è grande circa quarantamila metri quadri. In questa casa, ogni giorno entrano e sono lavorate dieci tonnellate di farina, per centoventi tipologie di prodotto e che per un terzo finiscono all’estero; il tutto regolato da rigidissime regole di sicurezza e pulizia.
Saiwa svolta italiana, e sostegno a importanti cause come il Dynamo Camp
L’impasto avviene al secondo piano, poi c’è la spianatura, il taglio, diverse fasi di cottura e lievitazione; selezione e impacchettamento al caldo, perché dal 1956 il “mantra’ è quello d’impacchettare i biscotti caldi; tutto ciò naturalmente per mantenere elevata la fragranza. I visitatori possono vedere pile da otto biscotti, file da sei per due confezioni a pacco, potendo contare ben novantasei gallette. Naturalmente l’azienda ha i suoi segreti nella ricetta base, ed è giusto così.
Dopotutto gli ingredienti noti sono: farina di frumento, olio di girasole, zucchero, agenti lievitanti, amido, sale e aromi. Il risultato è la galletta con la caratteristica greca che serve per favorire l’inzuppo a caldo! Ma non è tutto, infatti, la Saiwa, svolta italiana e anche solidale, sostiene importanti cause; l’Associazione Italiana Sclerosi Multipla, il Banco Alimentare Onlus, l’Ospedale Gaslini di Genova e a Dynamo Camp.
Saiwa sostiene l’economia di Genova
Di recente Oro Saiwa, di concerto con i dipendenti del gruppo Mondelez in Italia, ha sostenuto il Consorzio dei commercianti del quartiere di Certosa a Genova. Il progetto ha raccolto fondi a favore del quartiere interessato dal crollo del Ponte Morandi.
Dunque La galletta elogiata da D’Annunzio, da più di sessant’anni entra nelle case degli italiani, e con le sue ventitré calorie, conta di restarci. Il biscotto da inzuppare nel latte per eccellenza, sopravvive nell’immaginario collettivo di tante generazioni d’italiani. Accanto a biscotti ai cinque cereali, a quelli con gocce di cioccolato, senza glutine, la galletta è intramontabile.