Quello che dobbiamo temere non è la fine del mondo ma la fine del nostro mondo. E’ questo il messaggio principale e fortemente significativo lanciato da Speciale Ulisse, Un pianeta meraviglioso – Il futuro da salvare, ultimo appuntamento su Rai 1 del programma di divulgazione scientifica di Alberto Angela. Per questa occasione molto speciale Alberto era affiancato dal padre Piero Angela per parlare dello stato di salute della terra. Dei cambiamenti climatici, di quanto l’uomo stia mettendo in pericolo la propria esistenza in un mondo dove tutto, partendo dall’uomo stesso e dalla natura, è interconnesso.

Speciale Ulisse Alberto Angela
Alberto Angela (ph credit: screen da Speciale Ulisse Rai 1)

Quarant’anni di viaggi scientifici alla scoperta di ambienti più o meno conosciuti, a volte ai limiti del mondo sono stati riassunti in questa puntata. Che è stata un po’ come sfogliare un album di ricordi, ma anche di tanta attualità, attraverso la testimonianza dei due testimoni d’eccezione, i protagonisti di questi viaggi Piero e Alberto Angela.

Sulla cima dell’Etna, un viaggio nei primi capitoli della storia del nostro pianeta

Le prime immagini dalla cima dell’Etna dopo le sue recenti eruzioni. Il gigante inquieto, ambiente per eccellenza evocativo dei primi capitoli della storia del nostro pianeta. Un pianeta vulnerabile, in preda a tante instabilità, derivanti certamente dalla natura stessa. Ma sempre più anche dall’uomo che a questo processo di cambiamento ha impresso una forte accelerazione.

Per renderne nel modo più semplice e chiara l’idea Alberto Angela ha idealmente avvolto il mondo con una pellicola trasparente a rappresentare la troposfera che circonda il nostro pianeta. La troposfera è sottilissima, ha spiegato, con il suo spessore di circa 20 chilometri. E su questo sottilissimo spessore, ha aggiunto, si concentra tutto l’inquinamento dell’umanità. Da qui la partenza di questo ideale viaggio alla scoperta della salute del pianeta. Attraverso immagini straordinarie di ambienti, specie vegetali e animali da tutto il mondo, padre e figlio hanno raccontato una realtà in continuo pericolo dove tutto si muove e tutto si trasforma.

A Speciale Ulisse anche l’Eden primordiale delle grandi foreste pluviali

In primo piano il ruolo fondamentale svolto dall’acqua degli oceani per l’inquinamento e i cambiamenti climatici. Fra i tanti problemi degli oceani, quello della pesca intensiva, delle “isole di plastica”, del riscaldamento delle acque. Con un riferimento, fra i tanti, ai coralli che diventano bianchi e sono ormai in estinzione. E poi focus sulle grandi foreste pluviali, regno della biodiversità: ospitano infatti il 50 per cento di tutte le specie viventi. Un “Eden primordiale”, così le ha definite Alberto Angela, che con il loro respiro purificano l’atmosfera. In Brasile, ha informato, una zona sette volte più grande del Regno Unito è stata deforestata per destinarla a pascolo e coltivazione di soia.

I ghiacciai alpini: fragili come castelli di sabbia

Certo, sono molte le trasformazioni che non dipendono dall’uomo, anche il Sahara anticamente era un ambiente vivo e oggi è fra i più grandi deserti del mondo. Ma proprio per questo, se non possiamo governare le grandi trasformazioni naturali, dobbiamo preoccuparci di quanto la nostra azione, insieme a quella della natura, possa essere dannosa per la sopravvivenza dell’uomo sul pianeta terra.

Speciale Ulisse ghiacciai
Alberto Angela spiega la situazione dei ghiacciai (ph credit: screen da Speciale Ulisse Rai 1)

I ghiacciai si stanno ritirando e se questo fenomeno non dipende solo dall’uomo, certamente l’uomo, e le sue azioni, aiutano a peggiorare la situazione in questo senso. La superficie totale dei ghiacciai alpini è passata, dal 1850 a oggi, da 4500 chilometri quadrati a soli 1790. E secondo uno studio della rivista Nature, nel 2019 la Groenlandia ha perso un milione di tonnellate di ghiaccio al minuto.

La vita ecocompatibile delle popolazioni mongole e di quelle del Tibet indiano

Come vivere in modo compatibile con l’ambiente? Argomento quanto mai attuale. Se ne parla da anni, è il tema principe dell’appena aperta Biennale Architettura di Venezia. Nei suoi viaggi di alcuni anni fa e che ci ha riproposto ieri, Piero Angela ci raccontava la vita essenziale e assolutamente ecocompatibile delle popolazioni mongole che vivono nelle Ger, tende-abitazioni non più grandi di 30 metri quadrati. O quella delle comunità buddiste di Ladakh, tra Himalaya e Karakorum, regno leggendario e fiabesco in una delle zone più isolate del pianeta. Qui la natura domina e l’uomo si adatta. Così come fra i Boshimani dell’Africa meridionale. Situazioni estreme e certamente non proponibili.

Speciale Ulisse Piero Angela
Piero Angela in Mongolia vicino ad una Ger, tenda-abitazione (ph credit: screen da Speciale Ulisse Rai 1)

Ma, alla luce del nostro vivere quotidiano così lontano da quello documentato in questi viaggi a confini del mondo, nascono le grandi domande: è possibile vivere secondo natura? Quali danni creiamo all’ambiente, quali e quante risorse naturali consumiamo? Basti dire che per la realizzazione di una maglietta si consumano 3900 litri di acqua. Come mettere in fila 3900 bottiglie di acqua lungo tutta la pista di atletica dello Stadio dei Marmi di Roma. Ce le ha fatte vedere concretamente Alberto Angelo, come ha spiegato, fra l’altro, che l’invio di una mail comporta ogni volta l’emissione di 4 grammi di anidride carbonica.

La natura fa comunque il suo corso. Se vogliamo continuare ad essere uno dei suoi tanti ospiti dipende solo da noi

Porte aperte quindi alle energie rinnovabili. Ci sono spettacoli naturali come quello, proprio in Italia, del paesaggio lunare dell’Etna, protagonista di un incessante processo di distruzione e rinascita. O quello delle Gole di Alcantara, sempre in Sicilia, uno scrigno di energia fluida che ha eroso e scolpito le pareti di roccia. Se questi spettacoli ci parlano di grandi energie naturali, perché non cercare di imitare il modo di procedere della natura? Dalle piccole decisioni può nascere quella che diventerà l’impronta ecologica dell’uomo sulla terra. Secondo Alberto Angela il futuro da solo non esiste. Esistono tanti futuri possibili che dipendono dalle nostre scelte, che non possono più avere proroghe. La natura ha fatto, fa e continuerà a fare il suo corso, indipendentemente dall’uomo. Noi uomini siamo solo uno dei suoi tanti ospiti. “E se vogliamo continuare ad esserlo – ha concluso Alberto Angela – dipende solo da noi”.

Speciale Ulisse: Piero e Alberto Angela alla scoperta di un pianeta da salvare ultima modifica: 2021-06-04T15:46:23+02:00 da Cristina Campolonghi

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