Per le festività natalizie, le bollicine made in Italy dominano i pranzi e i cenoni sulle tavole del Belpaese. Una ‘buona e sana’ abitudine che favorisce sicuramente le tradizionali regioni produttrici e non solo. Sono infatti sempre più numerose le cantine che decidono di sperimentare e puntare alla produzione di un vino deciso, capace di conquistare i palati più esigenti. Realtà produttive diffuse ormai dal continente alle isole.
Brindisi di fine anno con le bollicine made in Italy
La forza dello spumante sta, dunque, nella grande varietà e nella qualità che le cantine italiane riescono a proporre ogni anno. Etichette classiche unitamente a nuovi marchi di qualità che si impongono sul mercato nazionale e straniero. Per il cenone di fine anno sono immancabili, dunque, le bollicine prodotte in terra italica che nulla hanno da invidiare allo champagne. Quello del prosecco è un universo variegato che ha al suo interno diversi mondi, riassumibili in una sorta di gerarchia della qualità. Si parte dalla base, dove troviamo numeri da record in fatto di produzione, per arrivare al vertice con denominazioni che sono il fiore all’occhiello della produzione nazionale.
Nel 2021 si è raggiunto un record storico con circa 750 milioni di bottiglie di prosecco vendute. Gli italiani hanno preferito le tre versioni del prosecco: Doc, Conegliano Valdobbiadene Superiore e Asolo. Sono tutti vigneti veneti con qualche coltivazione in Friuli Venezia Giulia. Il prosecco in linea di massima viene prodotto con il metodo Martinotti, ossia con una rifermentazione in autoclave. Non mancano le interpretazioni champenoise, ovvero quelle che adottano il Metodo Classico. L’uva migliore è invece la Glera. L’auspicio è che venga battuto il record dell’anno scorso e che anche quest’anno gli italiani preferiscano salutare l’anno nuovo con le bollicine, prodotto d’eccellenza del settore vitivinicolo tricolore.
