Erano nascosti davvero bene, ma si sa quando la storia deve essere scoperta, succede sempre qualcosa. E a riemergere è stata davvero tanta bellezza. Chi lo avrebbe immaginato che sotto uno dei vigneti più grandi e più importanti del nord Italia ci fosse una villa Romana. Proprio così una di quelle ville che appartengono alla storia della nostra penisola, ricche di mosaici che raccontano una parte di storia antica. Una scoperta davvero straordinaria: un mosaico romano tra le vigne della Vapolicella, nel Veronese. Si tratta dei terreni che danno vita all’Amarone un vino pregiato prodotto nella zona. Alberi di vite che possiamo dire si nutrivano da un terreno ricco di storia.

Un mosaico romano colorato
Comune di Negrar di Valpolicella Facebook

Un mosaico del pavimento di una dimora antica

Il ritrovamento è avvenuto a via Villa a Negrar. Si tratterebbe di un mosaico che risalirebbe al terzo secolo dopo Cristo. Sono i pavimenti di una villa che, probabilmente, dà il nome alla frazione. E pian piano stanno riemergendo le varie parti di questo prezioso luogo, che per anni è stato sepolto alla vista dell’uomo ma che si è conservato. “C’era una grande sala centrale di dieci metri per sette – ha spiegato Gianni De Zuccato, archeologo della Sovrintendenza-. Poi c’erano altre stanze ai lati, una con l’abside”.

Un mosaico romano rinvenuto durante gli scavi
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Il ritrovamento della villa e del mosaico, un po’ di storia

Secondo lo studio che è stato fatto sul luogo, il mosaico della frazione Villa di Negrar e quindi il sito sarebbe stato individuato nel 1922. Si deve all’appassionata archeologa Tina Campanile il ritrovamento di alcuni resti. Come quelli di altre ville romane sul lago di Garda, a Brenzone e Desenzano. Poi da alcuni documenti si è anche scoperto che intorno al 1925 il proprietario dell’epoca scese a patti con l’amministrazione comunale. Il suo obiettivo era quello di utilizzare il terreno a scopo agricolo. E negli Ottanta si sono evitate persino le costruzioni su di esso. Ma la natura ha invece fatto il suo corso. Sopra la villa, infatti, sono cresciuti rigogliosi i vigneti della Valpolicella. Si è prodotto per anni il vino Amarone, e sono cambiate le proprietà. Adesso appartiene alle sorelle Ferrari, Antonella, Simonetta, Elisabetta, Emanuela e Monica.

Da qui l’impegno del sindaco Roberto Grison per restituire la villa alla sua storia. E sono state così avviate le trattative fra Comune, Sovrintendenza e proprietarie. Effettuati poi i carotaggi, le analisi sul terreno con il team operativo della Sap (Società Archeologica Srl). Avviati gli scavi coordinati dalla Sovrintendenza che hanno fatto emergere i primi resti.

Un mosaico - panorama di Valpolicella
Valpolicella

La notizia si diffonde anche a livello internazionale

Un ritrovamento che ha suscitato grande interesse. Le immagini del mosaico che sono state pubblicate dal Comune di Negrar sui social sono state rilanciate anche dalla Cnn. “Adesso il vincolo sull’intera area è più stringente – ha aggiunto De Zuccato – dunque non dovrebbero più esserci disguidi.” Sarà necessario fare una proposta di acquisto ai privati per avere l’area. Ma sembra persino che un’importante cantina estera abbia chiesto di acquistare tutto il vigneto, lasciando però il sito archeologico a diposizione di chi vorrà vederlo.

Le ipotesi per la fruizione del sito

E adesso che il sito è stato scoperto occorre studiare ipotesi possibili per la fruizione. Anche perché nel post Covid e con la riapertura di molti siti archeologici anche questo potrebbe attrarre numerosi visitatori. La Soprintendenza, i proprietari dell’area e il Comune stanno infatti cercando di individuare le modalità per rendere disponibile e visitabile il sito.

Un mosaico romano tra le vigne della Vapolicella. Una scoperta straordinaria ultima modifica: 2020-05-30T09:00:00+02:00 da Federica Puglisi

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