Dal nostro blog itReggioCalabria

Questa è una storia che raccontiamo a partire dalla fine. È il 15 luglio 1997, una mattina come tante a Miami Beach, tra palme e ville milionarie. Lungo quei viali alberati sorge Casa Casuarina, la lussuosissima residenza in cui lo stilista Gianni Versace vive insieme al compagno storico Antonio D’Amico.

la villa di Versace
Casa Casuarina, la dimora di Gianni Versace, dove fu commesso il delitto

Quella mattina di metà luglio, al rientro dalla consueta passeggiata, l’astro di Versace incontra il suo drammatico epilogo. Lo stilista viene trovato senza vita. La mano armata che lo ha freddato con due colpi di pistola appartiene ad Andrew Cunanan. L’assassino ha già alle spalle altri omicidi, verrà trovato suicida qualche settimana dopo. L’astro Versace si è spento, ma il suo brand, come uno straordinario sogno, continuerà a vivere.

Dalla sartoria Versace alle passerelle milanesi

Si sa che la storia delle stelle più luminose inizia sempre in penombra. Anche per Gianni Versace è stato così. Lo stilista è nato a Reggio Calabria il 2 dicembre del 1946. Avere i natali in una terra difficile lo ha probabilmente spronato a trovare dentro di sé la forza per emergere. Tant’è che fin da piccolo ha dato slancio alla propria creatività. I primi rudimenti del mestiere che, tra le sue mani è divenuto arte, li ha appresi in tenera età, tra le stoffe dell’atelier della madre Francesca.

logo in bianco e nero di Versace

Ancora oggi, nel centro della città calabrese, vicino al duomo, è possibile trovare una boutique Versace. L’elegante negozio sorge nel medesimo posto in cui all’epoca si trovava la sartoria materna. In quell’atelier si fa strada la passione per la moda e l’innato talento del futuro stilista di fama mondiale.

Gli anni della gavetta milanese

Come tanti suoi coetanei, anche per Gianni Versace il successo dev’essere inseguito lontano dalla propria terra. Infatti, nei primi anni Settanta si trasferisce a Milano Nella capitale italiana dell’alta moda mette a frutto le proprie abilità e il proprio flusso creativo. Il capoluogo lombardo è una sorta di Mecca per ogni aspirante stilista. Sarà proprio lì, in quegli anni, che Versace otterrà le prime soddisfazioni in campo professionale. Tuttavia bisognerà attendere il 1978 per vedere finalmente in passerella una collezione femminile firmata col suo nome. Fino a quel momento lo stilista si è dato da fare disegnando collezioni per altre maison tra le quali ricordiamo Florentine Flowers o De Parisini di Santa Margherita.

Lo stilista Gianni con i fratelli Santo e Donatella
Lo stilista Gianni Versace con i fratelli Santo e Donatella

È la classica gavetta dell’artista: il giovane Versace è tenace, intende raggiungere l’Olimpo della moda. Tuttavia è ancora il tempo di apprendere e farsi strada. È il tempo della semina. Il raccolto però non tarda ad arrivare.

La griffe Versace, un affare di famiglia

Gianni non è solo. Non lo è mai stato, anche quando ha dovuto lasciare la propria casa. La famiglia è sempre stato quel cordone di protezione e di sostegno che lo ha tenuto per mano fin dai primi passi nella sartoria di mamma Francesca. Infatti, qualche anno dopo il suo arrivo a Milano, nel 1976, lo raggiunge il fratello Santo. Quest’ultimo è più grande di Gianni, più esperto sul versante economico. Santo Versace non è un artista propriamente inteso. Il suo ambito professionale non ha a che fare con stoffe e modelli. Lui lavora con numeri, statistiche e denaro. Sul suo biglietto da visita c’è una laurea in economia e commercio e uno studio professionale a Messina. Il suo arrivo al fianco del fratello minore proprio nel momento in cui questi si sta facendo un nome è quindi provvidenziale.

versace sul palco
Gianni Versace presenta una sua collezione

Con Santo a Milano, si apre un nuovo scenario sulle ambizioni di Gianni: una griffe personale. Il progetto dei due fratelli è condiviso anche dall’amico Claudio Luti. Tant’è che di lì a poco, nel 1978, la Gianni Versace Spa entra a tutti gli effetti nel Gotha della moda italiana e mondiale. Dal 1997, anno della tragica dipartita, il marchio è gestito da Santo e dalla sorella Donatella, che hanno onorato con creatività e intraprendenza l’enorme lascito del fratello stilista. Donatella era entrata in azienda nel 1988, chiamata dai fratelli maggiori a lanciare la linea giovanile del brand: la Versus. Ancora una volta è la famiglia il collante e la forza del marchio Versace.

L’amore di una vita

Ma una famiglia è un organismo vivente che si espande. Ingloba nei propri abbracci volti nuovi e sentimenti sempre più profondi. In questo senso e in un periodo in cui ancora associare la parola famiglia a una coppia omosessuale sembrava impossibile, Versace trova l’amore. Quello solido col quale costruire un progetto di vita. Infatti oltre alle soddisfazioni professionali, gli anni Ottanta iniziano anche con la nascita del rapporto intenso e duraturo con Antonio D’Amico, ex modello e designer. Quest’ultimo accompagnerà Versace fino a quel tragico 15 luglio 1997. È stato proprio D’Amico a rinvenire il corpo esanime dello stilista, tant’è che per molti anni ha sofferto di una profonda depressione.

Versace a teatro e alla conquista del mondo

Questi sono anche gli anni dell’interesse per il teatro e dell’espansione ai mercati esteri. Nel primo caso, ad esempio, Gianni Versace ha firmato i costumi per la stagione del balletto della Scala di Milano e per il Don Pasquale di Donizetti del Piccolo Teatro di Milano.

Gianni Versace con la top model Naomi Campbell e la sorella Donatella
Gianni Versace con la top model Naomi Campbell e la sorella Donatella

Nel secondo, invece, il brand inizia a essere lanciatissimo prima in Francia e in Inghilterra, poi negli Stati Uniti grazie anche alla linea Versus. Sono questi gli anni in cui le creazioni di Versace incontrano le top model più in auge dell’epoca, quali Claudia Schiffer, Linda Evangelista, Naomi Campbell e Cindy Crawford.

Lo stile Versace, un tratto inconfondibile

Varsace è stato considerato uno stilista rivoluzionario, tanto erano originali i caratteri del suo stile. La peculiarità delle sue creazioni risiedeva soprattutto nella commistione dei materiali. Al fine di perseguire un prodotto finale che coniugasse la sensualità sia alla bellezza che all’audacia, lo stile Versace tendeva a mescolare insieme tessuti e materiali. Nelle sue creazioni quindi trovavano il proprio punto di congiunzione elementi che mai prima si erano sfiorati.

Donatella Versace
Donatella Versace che porta avanti la griffe

Sulle passerelle più importanti del mondo sfilavano modelle che indossavano connubi di seta e pelle. I motivi a stampa sposavano il ricamo; le reti metalliche sfidavano la plastica. L’estro di Versace, così folgorante e innovativo, avrebbe potuto risplendere per molti anni ancora se non vi fosse stato quel tragico 15 luglio. Tuttavia la forza esplosiva della sua creatività non è stata silenziata da due colpi di pistola, ma grazie all’impegno e alla dedizione della sorella Donatella risplende ancora oggi.

Versace, da Reggio Calabria all’olimpo della moda ultima modifica: 2020-07-15T09:30:00+02:00 da Daniela Lucia

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