Ötzi, l’Uomo venuto dal ghiaccio, è certamente l’immagine simbolo del Museo Archeologico dell’Alto Adige, a Bolzano. Un importante spazio espositivo dedicato all’archeologia delle Alpi meridionali e in particolare a Ötzi, l’uomo ritrovato per caso da una coppia di escursionisti nel 1991, giusto trent’anni fa, con i suoi indumenti e tutto il suo equipaggiamento mummificato e congelato. Oltre 5300 anni fa quest’uomo aveva scalato il ghiacciaio della Val Senales fino alle sue cime gelate e qui era morto. La mummia e gli oggetti che le appartenevano dal 1998 sono esposti al pubblico in questo museo che successivamente, dal 2013, ha dedicato tre dei suoi piani in forma permanente al tema “Uomo venuto dal ghiaccio”. Il quarto piano ospita l’archeologia dell’Alto Adige, con temi espositivi che variano periodicamente.

Ötzi: della sua esistenza e della sua morte sappiamo solo perché quest’ultima è avvenuta in mezzo ai ghiacciai delle Alpi. Dove il suo corpo e ciò che aveva con sè in quel momento si è conservato naturalmente. Una scoperta archeologica sensazionale. Una finestra unica sulla vita degli uomini all’Età del rame, epoca inquadrabile nella fase finale del Neolitico. Giusto per avere un’idea di cosa stiamo parlando, questa mummia è più antica delle piramidi d’Egitto e anche di Stonehenge.

Dal Neolitico fino ai giorni nostri grazie ai ghiacciai che ne hanno conservato il corpo

Considerata una delle mummie più famose al mondo e più importanti per il suo grande valore scientifico, Ötzi deve questo nome ad un giornalista, che lo abbinò al luogo di ritrovamento nelle Alpi della Ötztal. La sua definizione ufficiale è “Uomo venuto dal ghiaccio”. Ma è noto anche come Mummia di Similaun, dalla montagna nei cui pressi è stato effettuato il ritrovamento. La sua esistenza sarebbe stata del tutto anonima e ignorata, persa nella notte dei tempi, se il destino non avesse voluto che la sua morte avvenisse proprio in mezzo ai ghiacciai alpini. E se il 19 settembre del 1991 non lo avessero scoperto per caso i due escursionisti tedeschi.

Ghiacciaio del Similaun
Ghiacciaio del Similaun (© Museo Archeologico dell’Alto Adige/Dario Frasson)

Il recupero della mummia non fu immediato a causa delle condizioni meteorologiche avverse. Fu un grande alpinista che qualche giorno dopo passava proprio da quelle parti, Reinhold Messner, a ipotizzare per il morto un’età molto antica. Durante il recupero del corpo, che in prima battuta fu portato all’Istituto di Medicina Legale di Innsbruk, vennero alla luce numerosi altri reperti riferibili in qualche modo a Ötzi. Resti di pelle, un berretto di pelliccia perfettamente conservato, corteccia di betulla, ciuffi d’erba. La constatazione che si trattava di una mummia preistorica avvenne nel giro di qualche giorno. Come fu subito chiara la necessità di conservare il reperto in una cella frigorifera. Bisognava ricreare artificialmente le condizioni che lo avevano così ben conservato per tanti millenni.

Ötzi, un cacciatore di 45 anni colpito da una freccia mentre attraversava le Alpi tra Austria e Italia

Chi era Ötzi? Forse un mercante visto che si trovava sul valico di una importante cresta alpina. Di sicuro un cacciatore come quasi tutti gli uomini della sua epoca che vivevano in quella zona. Gli esperti ci informano che da vivo era alto probabilmente un metro e sessanta e pesava circa cinquanta chili. Occhi e capelli scuri, aveva circa 45 anni al momento della morte. Un’età, all’epoca, molto avanzata. Morì, si ipotizza, in seguito ad un’aggressione. Nel 2001 fu infatti scoperta, grazie ad una radiografia, una punta di freccia in selce nella sua spalla sinistra. E forse cadendo, o a causa di un secondo colpo, si procurò anche una brutta ferita alla testa.

Il berretto di Ötzi in mostra al museo
Il berretto di Ötzi (© Museo Archeologico dell’Alto Adige/foto-dpi.com)

Fra i numerosi oggetti rinvenuti dove è stata ritrovata la mummia, anche un pugnale con il manico di legno e la lama di selce. Un reperto anche questo straordinario: si tratta infatti dell’unico pugnale dell’Età del rame giunto integro fino a noi. Oggi, a trent’anni dalla sua sensazionale scoperta, la mummia è conservata all’interno di una cella frigorifera appositamente progettata per riprodurre al meglio le condizioni del ghiacciaio. Il corpo attualmente pesa circa 13 kg ed è lungo un metro e 54 centimetri. E’ adagiato su una bilancia di precisione, in un ambiente a temperatura costante di -6°C e con un’umidità del 99%.

L'ascia di Ötzi
L’ascia di Ötzi (© Museo Archeologico dell’Alto Adige/foto-dpi.com)

E’ visibile al pubblico attraverso una piccola apertura. Tecnologie molto sofisticate consentono un monitoraggio costante di questa mummia che, come sottolineano al Museo Archeologico dell’Alto Adige di Bolzano, da ritrovamento archeologico straordinario, negli anni è diventata una grande star mediatica, un fondamentale oggetto di ricerca, un eccezionale reperto museale.

Un fine settimana dedicato all’archeologia e una mostra temporanea per ricordare i trent’anni dal ritrovamento di Ötzi

Per ricordare i trent’anni dal suo ritrovamento, in programma per il 18-19 settembre prossimi, sui prati del Talvera a Bolzano, una fine settimana dedicato all’archeologia sul tema Lavorare la selce come ai tempi di Ötzi. Per capire come questa pietra sia stata per millenni una materia prima di vitale importanza. Partecipando al’evento, grandi e piccini impareranno a trasformare la selce in lame affilatissime. Dal 23 novembre 2021 al 7 novembre 2022, inoltre, al Museo Archeologico verrà aperta la mostra temporanea Stone Age Connections. La mobilità al tempo di Ötzi. Attraverso importanti reperti trovati nell’arco alpino, la mostra cercherà di comprendere i percorsi e i rapporti commerciali nel IV e nel III millennio avanti Cristo.

Per ulteriori immagini sulla mummia di Similaun, il Museo indica la pagina web http://www.icemanphotoscan.eu/

Fonte fotografia in evidenzaEsame della mummia (© Museo Archeologico dell’Alto Adige
/EURAC/Samadelli/Staschitz)

Viaggio nel Museo Archeologico dell’Alto Adige, alla scoperta della mummia di Ötzi ultima modifica: 2021-07-06T12:30:00+02:00 da Cristina Campolonghi

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