Il made in Italy salverà l’Italia? Questa la domanda a cui hanno dato risposta i sette relatori d’eccezione coinvolti nei 100per100 Italian Talks che si sono svolti il 23 novembre 2020. Un’edizione digitale dei Talks raccontata attraverso un format frizzante e innovativo, firmato da I Love Italian Food in collaborazione con The Italian Sauce.

“Il 2020 verrà ricordato come uno degli anni cha hanno cambiato il mondo, in modo radicale. Ora è necessario capire gestire e sfruttare al meglio questo cambiamento per dare valore al made in Italy e all’enogastronomia italiana nel mondo. Da qui il titolo dei nostri Talks.” afferma in apertura Alessandro Schiatti, Amministratore Delegato di I Love Italian Food.

100per100 Italian Talks - logo i love italian food

Moderata da Anna Prandoni, giornalista e scrittrice enogastronomica, la conferenza è stata il palcoscenico delle visioni sul futuro del Made in Italy e dell’export. Ad aprire le danze Francesco Panella, ristoratore, noto volto televisivo e un vero e proprio difensore del made in Italy. Nel suo intervento esprime parole di forte speranza per la ripartenza del made in Italy, che sostiene debba diventare un asset di aiuto per le operazioni commerciali all’estero. Poi, portando l’attenzione sui ristoratori, la categoria che è chiamato a rappresentare, suggerisce “tre temi su cui lavorare per il rinascimento a cui andiamo incontro: coinvolgimento delle risorse umane nelle aziende, sostenibilità e digitalizzazione”.

Segue l’intervento del Presidente dell’Agenzia ICE Carlo Ferro, fortemente convinto che il made in Italy salverà l’Italia. Un’Italia in cui, afferma, “l’export è stato l’unico driver della crescita del PIL dopo la crisi del 2008 ed è il primo degli ingredienti del PIL che segna dati di crescita anche oggi nel post covid.” Il quadro di riferimento è quello del patto per l’export voluto dal Ministro Di Maio per rafforzare il supporto del sistema Paese alle PMI, ma Ferro sostiene che per dare nuovo slancio all’economia sarà necessario avere anche rinnovate opportunità con nuove politiche e nuovi investimenti in Europa.

A rappresentare il mondo dell’e-commerce, che ha subito una forte accelerazione in fase di pandemia, Rodrigo Cipriani Foresio, General Manager di Alibaba Group per il Sud Europa. Dopo essersi soffermato sulle opportunità offerte da alibaba.com, piattaforma B2B con oltre 26 milioni di buyer da tutto il mondo, Cipriani ha sottolineato quanto in questo momento sia necessario per le aziende digitalizzare e internazionalizzare il proprio business: “L’agroalimentare e la cultura del cibo made in Italy meritano di essere promossi nel mondo, a maggior ragione puntando su strategie digitali e di e-commerce che permettano alle aziende e ai produttori di raggiungere i consumatori e i compratori ovunque ed in maniera efficace. Tramite le piattaforme di Alibaba, le nostre eccellenze del comparto food, ma non solo, hanno modo di raggiungere quasi 800 milioni di consumatori cinesi, giovani e attenti alla qualità dei prodotti. E’ ovviamente necessario un percorso di educazione al consumo: il popolo cinese, proprio come quello italiano, ha una grande tradizione culinaria, ma la sua popolazione giovane è sempre più alla ricerca di prodotti occidentali e ricercati. In questo senso, noi di Alibaba puntiamo molto su eccellenze italiane come olio e vino. Proprio su queste premesse abbiamo costruito la nostra partnership con ICE, partita nel 2018 con la sezione helloITA sulle nostre piattaforme B2C in Cina, ed estesa al B2B in questi giorni, con la nascita del Made in Italy Pavillion”.

100per100 Italian Talks - ospiti della trasmissione

Prova a rispondere poi alla domanda Carolina Vergnano, Amministratore delegato di Caffè Vergnano, azienda che esporta in 90 paesi del mondo, per cui si dimostra fondamentale comunicare l’italianità, il know how e i propri valori. Secondo Vergnano, le aziende dovrebbero ripartire proprio dal Made in Italy perchè “il made in Italy è l’Italia”. Occorre riscoprire la semplicità, soffermarsi sulle bellezze insite nel nostro Paese, sulla storia e sull’essere italiani. “Quando noi italiani per primi avremo preso coscienza del nostro patrimonio, saremo in grado di aprirci e di mostrare agli altri la nostra unicità”, conclude Carolina Vergnano.

La conference prosegue con l’intervento di Carmelo Troccoli, Direttore della Fondazione Campagna Amica – Coldiretti, che sottolinea che il made in Italy non è un marchio commerciale, bensì un marchio collettivo che rappresenta un intero paese, uno stile di vita, un modo di produrre, che negli anni si è guadagnato questa grande reputazione grazie all’attività di sistema che vede coinvolta la parte migliore di tutta la filiera agroalimentare del paese. Secondo Troccoli, “il made in Italy salverà l’Italia, ma solo se saprà continuare a lavorare nella direzione che l’ha resa grande, se saprà fare le scelte più difficili, quelle ci permetteranno di mantenere il made in Italy un marchio sempre più distintivo e di qualità, che sappia rappresentare in maniera trasparente la filiera agroalimentare del nostro paese, dal campo alla tavola”.

È poi la volta di Eugenio Perrier, consulente marketing esperto di made in Italy negli USA. Secondo Perrier, in un contesto fortemente competitivo come quello del food, è indispensabile non fermarsi alla garanzia di qualità offerta dal made in Italy, ma utilizzarla come piattaforma per costruirci sopra e concentrarsi su tre concetti chiave: empatia, cultura e tecnologia. Per le aziende, infatti, saranno fondamentali l’orientamento all’ascolto, la comprensione dei bisogni e della cultura del consumatore, oltre che l’uso dell’innovazione e della tecnologia per aggiungere valore all’esperienza del cliente. Alla domanda se il made in Italy salverà l’Italia, Perrier sostenne che “se il sistema e le imprese italiane avranno la determinazione di perseguire il progresso, di utilizzare il made in Italy come una piattaforma per entrare in relazione diretta e profonda con i clienti e capirne le esigenze, se avranno il coraggio di innovare in questo modo, allora il made in Italy potrà davvero salvare e rilanciare l’Italia e le sue straordinarie risorse.”

Conclude il Talks l’intervento di una vera e propria icona del made in Italy, Lidia Bastianich, imprenditrice, autrice e celebre volto televisivo negli USA e non solo. Lidia Bastianich ripercorre la sua storia, che l’ha portata negli Stati Uniti quando aveva solo 11 anni. “Sempre più dobbiamo far conoscere la vera tradizione, il vero prodotto italiano agli americani, che sono appassionati alla cucina italiana, amano l’Italia” sostiene, lodando il lavoro fatto dalle aziende per portare i prodotti italiani autentici sul mercato statunitense, ma insiste anche su quanto sia importante comunicare il vero made in Italy, facendo conoscere i prodotti, ma insegnando anche come apprezzarli e utilizzarli.

Un quadro complesso ma fortemente positivo quello emerso dai sette relatori, a cui si sono aggiunti nel corso del Talk i contributi di personaggi protagonisti del F&B in Italia e nel mondo. Oltre a Michele Casadei Massari, Letizia Airos e Ale Gambini, sono intervenuti anche alcuni rappresentanti di aziende italiane leader in termini di export. Da Giuseppe Di Martino (AD Pastificio Di Martino) che ha definito l’Italia “la fabbrica delle cose buone del mondo”) a Luca Giavi (Direttore del Consorzio di Tutela della DOC Prosecco) che sostiene che “l’Italia verrà salvata dal genio italiano”. E ancora, ha portato la propria visione Nicola Levoni (AD Levoni), pronto a “riportare il made in Italy 100% italiano in tutto il mondo”, insieme a Fabio Leonardi (AD Igor) che crede nel “valorizzare il territorio e a creare un’immagine di Italian style gradita in tutto il mondo” e a Riccardo Agugiaro (AD Agugiaro & Figna) che ricorda che “dobbiamo essere fieri ed attaccati alle nostre tradizioni e ai nostri valori, ma dobbiamo applicarli a un mondo nuovo, bisogna che le imprese italiane lo capiscano”.

Media partner della manifestazione sono: Informacibo, L’Inkiesta Gastronomika, italiani.it, i-Italy, AICO e Italia Terra Mia. Sponsor dell’evento sono: Levoni e Consorzio di Tutela della DOC Prosecco. In partnership con Bottega Italia e Kaiti Expansion.

I Love Italian Food è il network internazionale che promuove e difende la vera cultura enogastronomica italiana. Una community che dal 2015 ha raggiunto più di tre miliardi di contatti digitali in tutto il mondo.
Con il suo network di professionisti produce contenuti per la narrazione del cibo italiano, organizza eventi internazionali per creare dialogo con gli addetti ai lavori e supporta iniziative di ricerca e formazione, per insegnare i prodotti e la cucina italiana ai professionisti internazionali.
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The Italian Sauce è un team di professionisti che realizza progetti di marketing e comunicazione digitale, produce eventi e offre prodotti innovativi alle aziende. Grazie alla decennale esperienza in ambito food, collabora con alcuni tra i maggiori player del settore, con editori e case di produzione per la realizzazione di libri, riviste, programmi tv e contenuti digitali.

100per100 Italian Talks: la ripartenza del made in Italy passa dall’export e dalla digitalizzazione ultima modifica: 2020-11-27T16:48:32+01:00 da Redazione

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