Le buche sono i primi nemici per le ruote delle automobili e per le caviglie di pedoni distratti. Puntualmente ostacolano il nostro percorso mettendo a rischio il nostro equilibrio. Da oggi possono essere impreziosite con una tecnica quasi orientale.
Le buche nelle nostre città. Ecco finalmente come dire “stop”
Si aggira in Europa l’artista che non resiste alla tentazione di riempire le buche delle strade. Così una strada dissestata ed oggettivamente brutta si trasforma in un piccolo campo colorato. Esteticamente molto più gradevole e sicuramente più sicuro.
A Genova spunta evidente questo piccolo mosaico lungo la strada. Usando dei toni vivaci, quasi carnevaleschi, riempiendo le buche e le crepe funge da allegro e del tutto inusuale metodo per sopperire alle carenze delle città che spesso lasciano nel dimenticatoio le esigenze dei cittadini.
Così si provvede a colorare il marciapiede impreziosendolo e non solo. Nel caso di Genova, l’idea di inserire i piccoli sampietrini colorati richiamano l’attenzione allo stile artistico spagnolo. Un omaggio di certo all’artista Pablo Picasso.
La techica del kintsugi
L’artista, nonostante non sia stato identificato, è famoso in Europa proprio grazie a questa tecnica. Già nota in Francia, prende il nome di kintsugi, ed è usata proprio per risolvere le carenze stradali in maniera originale. Nonostante la novità, questo metodo risale in verità all’oriente. Infatti una specifica tecnica prevedeva che si impreziosissero gli oggetti rotti riempiendo le frammentazioni con l’oro.
Pare quindi che all’anonimo artista francese abbia fatto gola anche l’Italia, non solo Genova, ma anche Torino, vedendo queste città probabilmente con un suolo “adatto”, quindi dissestato, per esprimere la propria arte, inoltre sembra che questi lasci come simbolo di riconoscimento una piccola cazzuola.
Non solo un servizio sociale che sembra quasi un divertimento personale, ma tale gesto racchiude una coloratissima ironia rispetto alle carenze di alcune città, facendole presente in un modo semplice e scherzoso.
Al di là dell’azione in sé questo porta a pensare… un colorato omaggio o un messaggio sociale?
Non conosceremo di certo la risposta, la si vuole piuttosto lasciare ai lettori, fatto sta che adesso anche alcune vie dell’Italia hanno il marchio artistico dell’anonimo francese.