Ripensare il proprio lavoro e di fronte all’emergenza non fermarsi. Anzi ripartire più forti di prima. E il coraggio è stato premiato. Di chi stiamo parlando? Di Anna Fiscale e della sua impresa tutta al femminile e che guarda al sociale. Qualche hanno fa la nascita del progetto Quid dedicato alla moda. Adesso la riconversione dell’azienda nella produzione di mascherine. Che non sono delle mascherine qualunque, bensì hanno ottenuto la certificazione dell’Istituto superiore di sanità. Vi raccontiamo la storia di questa avventura tutta italiana.

anna fiscale - persone del team

Anna e la sua impresa al femminile

Progetto Quid è un’impresa sociale sostenuta da Fondazione Opes. Avviata qualche anno fa, fonda le proprie basi sulla trasformazione di scarti di tessuto in capi di moda. Ma è anche un’impresa sociale perché offre lavoro e reinserimento a persone, in particolare donne, che si trovano in difficoltà. L’azienda si trova a Verona e ha iniziato con pochi dipendenti. Adesso sono 142 tra produzione e punti vendita in Italia e all’estero.

E la voglia forte di ripartire e scommettersi anche in questa fase di pandemia è stata tanta. “Come qui ripetiamo da sempre – ha raccontato al Corriere – i limiti sono punti di partenza, trasformare gli scarti in risorse è quello su cui si fonda il nostro Dna. La riconversione ci ha obbligato a farci nuove competenze e il patrimonio che abbiamo imparato resterà anche dopo questa emergenza: adesso sono mascherine, domani chissà. Tutto si supera”. Lei è stata una studentessa di Economia dell’università Bocconi di Milano. Dopo la laurea ha scelto di inventarsi un futuro. E i risultati ottenuti le hanno dato ragione.

Le mascherine realizzate dall'impresa di Anna
Le mascherine fatte dall’impresa Quid

La riconversione dell’impresa di Anna nella produzione di mascherine

E così la volontà forte di non fermarsi. “Quando il commissario Arcuri ha parlato di mascherine a 50 centesimi senza fare distinzione di qualità non ha aiutato – dice -. La nostra è stata la sesta azienda in Italia, su 270 richieste, a ottenere la certificazione dell’Istituto superiore di sanità: non è tutto uguale”. E così attraverso la riconversione la produzione è ripartita. L’impresa è stata ferma solo due settimane. “I tessuti sono la nostra materia prima – ha aggiunto -. Così quando in marzo è arrivata la chiusura dei negozi ci abbiamo pensato subito. Ma mentre da una parte siamo partiti, dall’altra abbiamo interpellato l’Iss per sapere quali requisiti bisognava avere per ottenere la certificazione”.

La certificazione ottenuta dall’Istituto superiore di sanità

A funzionare il lavoro di squadra. Infatti come racconta Anna Fiscale è stato creato un team con un capo-progetto, Marco Penazzi. Bisognava superare cinque test diversi – ha raccontato -, da quello sulla rimozione batterica all’altro sulla resistenza al flusso, e altri ancora. Alla fine abbiamo identificato un tessuto antigoccia e antimicrobico, 97 per cento cotone e il resto elastan, che però non ha passato l’esame. Abbiamo chiesto al nostro fornitore di modificarlo, l’abbiamo ritestato anche dopo venti lavaggi. Finché abbiamo superato tutte le prove del laboratorio Safe e del Tecnopolo di Mirandola, in Emilia, che ci hanno anche aiutato a redigere la scheda tecnica”.

primo piano di anna fiscale

I momenti difficili non sono mancati

Produzione di mascherine si. Ma in un’Italia in cui in tanti si sono misurati con la realizzazione di mascherine fai da te, non è stato facile fronteggiare la concorrenza. “E lì per paradosso è arrivato anche il momento più duro – spiega-. Perché a quel punto il mercato aveva iniziato a saturarsi di prodotti non certificati. In contemporanea con l’annuncio del commissario Arcuri che in accordo con Federfarma prometteva mascherine a 50 centesimi senza dire che sono quelle monouso: e c’è una bella differenza. Per fortuna poi la gente capisce”.

La storia dell’azienda Quid

Il progetto creato da Anna Fiscale nasce nel 2012. Oggi ha tra i dipendenti 120 donne svantaggiate, rifugiate o con storie di invalidità, dipendenze o abusi. Oggi fattura oltre tre miliardi di euro. Ed è un’azienda concreta in Italia di come si possa creare impresa, sociale, sostenibile e a sostegno delle donne. Nata in un capannone di Avesa, quartiere di Verona, vi hanno preso parte donne intente a misurarsi con la nobile arte del cucito. E qui il segreto di questa eccellenza. Come gli scarti di stoffa possono avere nuova vita, anche queste donne possono rinascere e avere una speranza in più per il loro futuro. Quel qualcosa in più, come il significato della parola “Quid”, “perché i prodotti che offriamo ai clienti – racconta Fiscale – hanno quel cosa in più di un valore umano aggiunto, sintetizzato dal marchio della molletta che tiene unite realtà differenti impedendo loro di cadere”.

Anna, le sue donne, la loro Impresa. Vera eccellenza italiana ultima modifica: 2020-05-18T12:00:00+02:00 da Federica Puglisi

Commenti