Vino, passione e cultura italiana per eccellenza. Ma la qualità ha bisogno anche di essere certificata. Così è stato deciso di dare ancora maggiore nobiltà ai vini attraverso precise disposizioni, che li potessero catalogare e far conoscere meglio al pubblico. La sigla DOC, che sta per “denominazione di origine controllata” è nata ufficialmente il 12 luglio del 1963, con la legge italiana numero 930. Tre anni dopo, nel 1966, erano stati riconosciuti i primi prodotti con le caratteristiche prescritte.

logo doc colorato


Si tratta di un compleanno importante, perchè da quel momento le bottiglie di vino con le giuste caratteristiche hanno potuto fregiarsi della sigla Doc sulle loro etichette, distinguendosi da altri prodotti. In pratica un “di più” che ne aumenta il valore, anche monetario, dando la possibilità di ulteriori espansioni, sia in Italia che all’estero, del prodotto vino. Una parte molto significativa, si parla di oltre la metà di quello che esce dalla nostre cantine, va infatti in giro per il mondo. E questo, in momenti di necessità di rilancio economico, è molto importante.

La legge che disciplina il mondo dei vini Doc è precisa

La regola ufficiale prevede che l’acronimo a tre lettere delimiti la zona geografica di produzione; specifichi il il vitigno, nonchè il tipo di terreno di coltivazione dell’uva. Chiara deve essere anche la resa dell’uva in vino, per evitare eccessivi sfruttamenti della vite. Devono essere certificate le tecnologie di produzione, le caratteristiche del prodotto finito (acidità, gradazione alcolica minima, qualità organolettiche).

doc - un bicchiere di vino bianco

Possono inoltre essere aggiunte sulle etichette altre eventuali indicazioni. Per esempio Doc Classico, per i vini prodotti nella zona di più antica tradizione, o Riserva, per quelli sottoposti ad un invecchiamento più lungo del normale. Infine Superiore per i vini con caratteristiche migliori, per concentrazione di zuccheri e maggior gradazione alcolica.

Doc, una gara dove arrivano tutti primi

Tutte le regioni italiane possono vantare produzioni vinicole con vini Doc significativi. Pertanto è estremamente difficile fare classifiche definitive o assolute. Per motivi di spazio possiamo quindi limitarci a citare alcune zone di eccellenza, come il Trentino Alto Adige, il Friuli Venezia Giulia, e la Lombardia. Spostandoci a sud ricordiamo per esempio la Campania, la Puglia, la Sicilia e la Sardegna. Premessa analoga per le citazioni relative alle più importanti zone di produzione: qui la mente corre, sempre per esempio, verso le Langhe in Piemonte, Nebbiolo e Barolo su tutte, la Toscana con il vitigno Sangiovese, il Chianti Classico e il Brunello di Montalcino ed il Veneto con  la Valpolicella e l’Amarone.

Ma attenzione, non c’è solo il marchio Doc…

Importante anche sapere che, oltre al Doc, esistono altre sigle. DOCG, cioè Denominazione di Origine Controllata e Garantita. Questi vini, rispetto ai Doc, hanno valori da rispettare più severi, come porzione di territorio più ristrette. Questa denominazione può essere assegnata a vini riconosciuti già da 5 anni come Doc ed è previsto un doppio esame, sia in fase di produzione che di imbottigliamento.

doc - brindisi con vino rosso


C’è poi il marchio IGT (Indicazione Geografica Tipica), con requisiti meno restrittivi di quelli per i vini Doc. In pratica la denominazione Igp può essere considerata come il primo passo di nobiltà dei vini da tavola verso le indicazioni di origine. Ci sono poi i vini DOP, denominazione di origine protetta le cui caratteristiche dipendono per lo più dalla zona geografica di produzione. 

Una delle tante classifiche annuali dei vini

Vogliamo concludere con una classifica? Ripetere che si tratta di Una fra le molte possibili non è mai esagerato. Siamo un popolo di esperti e di tuttologi ed in fondo ciascuno a diritto ad avere e trasmettere delle preferenze. Allora italiani.it ha scelto la classifica della rivista Forbes, che ha segnalato i migliori 50 vini d’Italia, attraverso l’ottava edizione del Best Italian Wine Awards. L’edizione 2019 ha visto al primo posto il toscano Bolgheri Sassicaia Doc 2016 della Tenuta San Guido. Al secondo piemontese Barolo Monvigliero Docg 2015 di Burlotto. Infine al terzo gradino del podio troviamo l’altoatesino Terminum Gewürztraminer vendemmia tardiva Alto Adige Doc  2016 della Cantina Tramin.
A questo punto l’unica cosa da fare è un brindisi virtuale, ciascuno con un bicchiere del proprio vino Doc. La qualità cic sarà sempre. Ma con la quantità… andiamoci piano… Alla salute!

Auguri ai vini Doc: un brindisi per un compleanno speciale! ultima modifica: 2020-07-12T09:30:00+02:00 da Gigi Fincato

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