“Invito alla calma ed alla cautela”. È questo il mantra che ha fatto da sottofondo alla lunga chiacchierata che ho avuto con Saverio Stranges. Capo dipartimento di Epidemiologia e Biostatistica alla Western Ontario University di London, in Canada. Ho il piacere e l’onore di averlo come amico. Ho pensato a lui per scrivere qualcosa che potesse risultare utile in quella che, prima ancora che un’epidemia, si sta presentando come un’ondata di terrore con pochi precedenti. Il cosiddetto Coronavirus, infatti, è arrivato anche in Italia.

dottor Saverio Stranges

Coronavirus, in continua evoluzione

Le sei ore di fuso orario non aiutano ma, nonostante la mole di impegni di questi giorni, lo scienziato italiano non si nega e trova il tempo per quella che sarà una chiacchierata molto interessante. “Tieni conto che quello che ti dico potrebbe essere smentito nell’arco di pochi giorni, è una situazione in costante evoluzione”. È proprio per questo motivo che Saverio mi invita più volte alla cautela. “Ci tengo a dire che prima di questa chiacchierata ho avuto modo di documentarmi e poter parlare con Michael Silverman Capo Dipartimento di Malattie Infettive del nostro Policlinico Universitario“. Come ho poi avuto modo di appurare, Silverman, in passato, si è anche occupato attivamente di ricerche nel campo dell’HIV e della SARS. “In virtù dei dati in possesso della comunità scientifica, possiamo oggi categoricamente smentire una cosa: il Coronavirus o COVID-19 non è assolutamente un esperimento di laboratorio”.

“Semplicemente fa parte di quella categoria di virus che mutano e che, proprio a causa di questa mutazione, riescono a trasferire l’infezione dall’animale all’uomo. Non è infatti un caso che per i primi focolai di Coronavirus si siano indicati i mercati, come per la SARS. Tra gli animali riconosciuti come serbatoi naturali di virus ci sono sicuramente i pipistrelli”. Stando anche al sito dell’Istituto Superiore della Sanità, questi mammiferi vengono riconosciuti come contenitori di oltre 100 virus (tra cui, ad esempio, MERS ed Ebola). “Lasciami anche dire una cosa a favore del Sistema Sanitario Nazionale Cinese che è uno dei più all’avanguardia al mondo. Ci sono colleghi che lavorano da anni in Cina e si tratta di una comunità medico scientifica all’avanguardia in molti settori. E, senza dubbio, se si dovesse arrivare ad un vaccino in tempi brevi sarà anche grazie al lavoro dei ricercatori cinesi”.

Coronavirus: alta contagiosità

“Quello che preoccupa è senza dubbio l’alto tasso di contagiosità”. E qui entriamo in un campo che mi ha lasciato senza parole. “Secondo gli ultimi dati pubblicati da JAMA (una delle più famose riviste scientifiche del mondo n.d.a.) al 24 febbraio l’indice di contagiosità è di 2,28″. In sostanza, una persona contagiata potrebbe contagiare fino a 2,28 persone. Per fare qualche esempio: l’influenza normale ha un indice di 1,3, la SARS compreso tra 1,8 e 2,4 e l’influenza spagnola 2,0. Senza dubbio numeri che fanno paura. L’incubazione media è di circa 14 giorni mentre non si conosce ancora la sopravvivenza del virus sulle superfici con cui viene a contatto (e che si potrebbero toccare inavvertitamente).

coronavirus - l'epidemiologo Saverio Stranges fotografato accanto al tabellone illuminato del Woolcock

“L’indice di mortalità è di circa il 2,3%, tenuto anche conto dei dati di Ground Zero e, cioè, Wuhan, ma è una cifra che potrebbe anche mutare in base all’evoluzione del quadro epidemiologico. La letalità della normale influenza stagionale è stimata intorno allo 0,1%. Bisogna anche tenere in considerazione che questo tasso di mortalità è probabilmente una sovrastima, perché il denominatore contiene solo i casi accertati, senza contare i molti casi non ancora rilevati. Se ovviamente dovesse diventare pandemia le percentuali sarebbero destinate a cambiare e ad essere riviste”. Ovvio che, in questo caso, si deve per forza tener conto del fatto che, in questo momento, i contagi sono “circoscritti” ad alcuni paesi e non a tutto il mondo. “Sarebbe stato importante, per quello che riguarda l’Italia, poter risalire con certezza ai movimenti del paziente zero. Sto sviluppando l’idea che il virus stesse circolando in Italia già da un bel po’ rispetto all’esplosione del focolaio epidemico. Anche per questo probabilmente non si è riusciti a trovare il paziente zero. Ho paura che abbiano chiuso la stalla quando i buoi erano ormai scappati”.

Le speranze per il futuro

“Le persone più a rischio sono sicuramente quelle che presentano già quadri clinici complessi, oppure le persone anziane con condizioni croniche preesistenti.La ricerca, dopo i primi test, inefficaci, su farmaci usati ad esempio per combattere la malaria e contrastare l’HIV, si sta orientando verso lo studio di una soluzione vaccinale. Sono ovviamente situazioni da gestire con calma e grande cautela, tutta la situazione è, infatti, ancora in continua evoluzione. Confidiamo nel caldo, perché possa, come già successo in passato, mitigare o ridurre drasticamente gli effetti del contagio”.

“L’invito è quello di usare ovviamente le più elementari regole per l’igiene personale, ma mi sento di consigliare a tutti di dare esempio di grande senso civico qualora siano o debbano transitare da quei luoghi in cui si sono verificati focolai di contagio. Solo così si potrà riuscire a contenere al meglio l’epidemia ed a ridurre drasticamente i contagi”. Anche noi facciamo appello al buon senso, al sangue freddo ed al senso civico di tutti e di ciascuno, perché questo periodo possa essere presto un brutto, bruttissimo ricordo.

Ci teniamo a precisare che la situazione è in continua evoluzione per cui le stime sono solo quelle attuali e potrebbero, dunque, cambiare con l’evoluzione del quadro epidemiologico.

Coronavirus, la parola all’epidemiologo Saverio Stranges ultima modifica: 2020-02-25T10:26:26+01:00 da Alessandro Effe

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