Dopo un anno di pandemia la domanda che si fanno tutti è: “Quando potremo tornare alla normalità?”. A tal proposito, gli esperti iniziano a fare delle previsioni. “Abbiamo di recente messo a punto con l’Istituto superiore di sanità e la Fondazione Bruno Kessler un modello matematico per capire quando potremo tornare a una pseudo-normalità. Secondo i calcoli fatti, vaccinando 240 mila persone al giorno riusciremo in 7-15 mesi a tornare alla normalità”.
Lo ha spiegato Giovanni Rezza, direttore della prevenzione del Ministero della Salute, durante l’audizione in commissione Igiene e Sanità del Senato sui vaccini anti Covid-19. Intanto, secondo i dati diffusi dal ministero della Salute oggi si registrano 19.749 nuovi casi positivi (ieri 13.902). I nuovi decessi sono 376 (ieri 318). I dimessi guariti di oggi sono 12.999 (ieri 13.893); complessivamente i nuovi casi positivi sono 478.883 (ieri 472.533). I tamponi effettuati sono 345.336, i ricoverati in terapia intensiva sono 2756 mentre rimangono in isolamento domiciliare 453.734 persone contagiate dal Covid.
Il desiderio di tutti: tornare alla normalità
“Ieri – ha sottolineato Rezza – c’è stata la prima riunione con la commissione Salute delle Regioni. Spero, entro dopodomani, di portare alla Conferenza Stato-Regioni nuove raccomandazioni sui ‘gruppi target’ a cui offrire con priorità la vaccinazione anti-Covid. Gruppi che potrebbero includere anche caregiver, genitori di bambini immunodepressi e ospiti di comunità. Poiché ora abbiamo disponibili più vaccini – ha ribadito Rezza – dobbiamo riformulare tutte le raccomandazioni ad Interim”.
L’aggiornamento delle indicazioni delle categorie da vaccinare, ha spiegato Rezza, “prevederanno maggior flessibilità”. Ed anche la possibilità di estendere la vaccinazione “alla figura del caregiver. In particolare si pensa ad esempio ai genitori di bambini immunodepressi, che dovranno avere una priorità nelle vaccinazioni. E, ancora, si pensa ai malati di mente e ai disabili. “Non può esserci un piano vaccinale perfetto – ha concluso Rezza – ma quello che serve è un’accelerazione fortissima della campagna vaccinale”.