Per la parità di genere in Italia è un risultato importante. E lo è anche per l’azienda che questo risultato ha raggiunto. Si tratta della Ferrari di Maranello. Il risultato è avere adottato un trattamento di parità retributiva tra uomini e donne con le stesse qualifiche e le medesime mansioni. A riconoscerlo e renderlo noto non è solo la Ferrari ma una Fondazione svizzera, la Equal Salary, che ha conferito alla nota casa automobilistica di Maranello una certificazione di qualità specifica. Un riconoscimento non estemporaneo ma risultato piuttosto di uno studio durato otto mesi.

logo della ferrari

L’indagine è stata condotta dal network internazionale Pwc che ha lavorato sulla base di uno specifico protocollo riconosciuto dalla Commissione europea. Quindi, un marchio di qualità. Il risultato ha un valore aggiunto anche perché stiamo parlando di un’azienda automobilistica tra le prime al mondo. Dove il valore della figura maschile, almeno in termini di immagine, sembrerebbe essere predominante rispetto a quella femminile. Invece non è così.

Uomini o donne, in Ferrari si premia la professionalità

“Il nostro è un ambiente inclusivo e rispettoso delle differenze di genere – spiega con soddisfazione la casa di Maranello – Un ambiente che tiene in grande considerazione lo sviluppo professionale di ciascuno dei nostri collaboratori. Indipendentemente dal fatto che siano uomo o donna. Lavoriamo con impegno costante e rispettoso delle differenze di genere”. La Ferrari è la prima società italiana ad avere ricevuto questa ambita certificazione. Risultato davvero importante se si pensa che a livello globale non c’è Paese che abbia raggiunto l’uguaglianza di genere.

ferrari - due donne con mascherina che montano pezzi della ferrari

Indipendentemente dall’area in cui si trovi, dal tipo di economia e dal suo livello di sviluppo. L’Italia in particolare, secondo il Global Gender Gap Report 2020, è addirittura scesa di sei posizioni, dal 70° al 76° posto mondiale, nella classifica dei Paesi che attuano la parità di salario. Generalmente, le donne risultano essere pagate il 20 per cento in meno rispetto agli uomini.

Il percorso difficile delle donne lavoratrici

In realtà, il nostro è un Paese dove le retribuzioni sono stabilite da contratti collettivi di lavoro, quindi le discriminazioni salariali tra uomo e donna non sono consentite. Ma queste discriminazioni si insinuano spesso nelle pieghe, per esempio, di mansioni più elevate svolte dalla lavoratrice rispetto a quello che è il suo effettivo inquadramento aziendale.

Senza dimenticare che il potere contrattuale di una donna è frequentemente condizionato dalla sua situazione familiare. E per poter accedere, per esempio, ad un minimo di flessibilità oraria, si accettano spesso anche condizioni di inquadramento e retribuzione peggiorative.

La parità retributiva serve ad attrarre e sviluppare talenti

Non in casa Ferrari, dove le donne sono il 14 per cento dei quasi 4300 dipendenti. “Siamo fieri di ricevere questa certificazione. Per noi rappresenta una pietra miliare importante per rendere il nostro ambiente di lavoro rispettoso delle differenze e inclusivo – così l’amministratore delegato del Cavallino Rampante, Louis Camilleri. La parità retributiva e di opportunità nella nostra azienda non riguarda solo un principio di equità. È un pilastro fondamentale per attrarre, trattenere e sviluppare i migliori talenti e stimolare così l’innovazione e la nostra crescita nel lungo periodo”.

Ph credit Copyright Ferrari S.p.A.

Ferrari la prima in Italia per la parità retributiva fra uomini e donne ultima modifica: 2020-07-08T14:30:00+02:00 da Cristina Campolonghi

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