Marina Di Guardo è nata a Novara ma ha origini siciliane. Prima di dedicarsi alla scrittura, ha lavorato come vicedirettrice dello showroom di Blumarine. Ha esordito nella narrativa con il romanzo L’inganno della seduzione (Nulla Die, 2012), poi seguito da Non mi spezzi le ali (Nulla Die, 2014). Il passaggio definitivo al thriller risale al 2015, quando pubblica nella collana digitale ZoomFiltri di Feltrinelli, curata da Sergio Altieri, Bambole gemelle e Frozen Bodies (Delos Books, 2016). Con Mondadori ha pubblicato Com’è giusto che sia (2017), opzionato per una serie televisiva. L’opera ha portato l’autrice in giro per l’Italia in numerose presentazioni ed è stata definita dal critico Gian Paolo Serino come “la rivelazione dell’anno”. La memoria dei corpi (2019), è stato, invece, tradotto in diversi paesi. Nel 2020 è la volta della pubblicazione di Nella buona e nella cattiva sorte. Il romanzo Dress code rosso sangue, uscito per la casa editrice Mondadori a ottobre 2021, è l’ultima produzione letteraria della scrittrice. L’uscita del prossimo romanzo è previsto per ottobre del 2023.

serata ospde Marina Di Guardo

Com’è iniziata la tua avventura in veste di scrittrice?
Sono entrata nel mondo della letteratura quando ero ormai già matura. Ho sempre scritto e sempre cercato di coltivare questa passione, ma non ho mai creduto veramente che avrei potuto realizzare un percorso nel settore editoriale arrivando alla pubblicazione dei miei romanzi. Inizialmente, scrivevo racconti o piccole poesie, che rimanevano, però, nel cassetto. Dopo un po’ ho iniziato a pensare di poter scrivere un romanzo o perlomeno di provare a scriverlo. Era un modo per dire che avevo tentato, che mi ero data una possibilità. Se fosse andata bene, ottimo, altrimenti pazienza, potevo almeno dire di averci provato osservando quelli che sarebbero stati i risultati.

Così, ho provato a scrivere il mio primo romanzo e dopo un anno e mezzo l’ho terminato. Ho inviato il manoscritto a diverse case editrici di medie, piccole e grandi dimensioni. Nemmeno a dire che dalle medie e grandi case editrici non ho ricevuto alcun tipo di risposta. Invece, una piccola casa editrice siciliana, la Nulla Die di Piazza Armerina, che aveva aperto i battenti da poco mi scrisse dopo sei mesi da quando io inviai il materiale. Nella risposta mi veniva detto che il mio manoscritto era stato letto ed apprezzato e che sarebbe stato pubblicato. Quella risposta positiva ha rappresentato per me un momento bellissimo; voleva dire che qualcuno aveva apprezzato il mio lavoro. E da lì è nato tutto.

Quanti anni avevi quando hai iniziato a scrivere i tuoi primi racconti e quale tipologia di racconti erano?
Si trattava di racconti i cui protagonisti erano degli adolescenti. Ho seguito e alimentato questa tipologia di narrativa fin da giovanissima. Poi, sono stata un po’ travolta dai fatti della vita e da tutto ciò che ho dovuto affrontare, di bello e di brutto. Fino ai 18 e 19 anni ho coltivato questa passione, non sempre con costanza. Mi ricordo un paio di racconti; erano ambientati in una realtà contemporanea e parlavano dei disagi che i personaggi vivevano. I protagonisti immersi nel loro contesto se ne sentivano estranei e vivevano con l’impressione di essere diversi da quel contesto. Erano dei drammi esistenziale seppure molto contenuti. Ho sempre maturato l’idea di scrivere un romanzo, ma in quel momento non osavo farlo. Quando però ho provato ed il mio tentativo di scrivere un romanzo è stato anche apprezzato da una casa editrice ho avuto modo di credere ancora di più in me stessa e nelle mie capacità di scrittura.

Marina Di Guardo con amici

Mi ero cimentata nella scrittura de L’inganno e la seduzione. Il testo racconta dell’incontro tra una donna sulla quarantina ed una persona transgender. Apparentemente molto diversi tra di loro come vissuto ed interessi. I due si incontrato su un treno in una circostanza drammatica. La donna cerca di salvare la persona appena incontrata da un suicidio e contro ogni ragionevolezza decide di ospitarla a casa sua ed aiutarla. Tra di loro nasce un’amicizia che non diresti mai possa nascere. Il finale è inaspettato. Questo è stato il mio primissimo romanzo.

Di Marina Di Guardo scrittrice adolescente cosa è rimasto? C’è anche un solo tassello che ripercorre tutta la tua attività letteraria?
Credo che da sempre mi accompagni una particolare attenzione all’aspetto psicologico dei personaggi. Un altro tassello è l’attenzione a quello che si nasconde dietro l’apparenza, dietro a ciò che potrebbe sembrare realtà ma non lo è. È, invece, solo qualcosa di apparente appunto. Forse è proprio questo che è rimasto intatto sin da quando ho iniziato a scrivere.

Potremmo dire che la tua è una scrittura a tratti pirandelliana, i personaggi hanno spesso tante personalità. I protagonisti sono, agli occhi di se stessi e degli altri, uno, nessuno o centomila. Dietro questa scelta narrativa si cela solo una passione per questa tipologia di temi o c’è dell’altro?
Beh, durante il periodo della mia separazione da quello che era allora mio marito ho vissuto un momento molto difficile, ma ancora prima di quella vicenda sentivo già la necessità di andare in analisi. Ho quindi iniziato un percorso di terapia che si è concluso subito dopo la separazione. Ho interrotto, ma ho sempre avuto molto vivo l’interesse per la psicanalisi. Così come ho sempre trovato affascinante andare ad indagare nei meandri della psiche umana. Credo moltissimo che ciò che noi esprimiamo e siamo dipenda molto dalle nostre radici, da ciò cha abbiamo vissuto. Ma anche dalle conferme che abbiamo o non abbiamo ricevuto.

Marina Di Guardo serata presentazione libro

Trovo interessante, nel delineare i personaggi, fare un incursione nel loro passato, seppur breve, per non annoiare il lettore. Penso che il tratteggio psicologico dei personaggi, in particolar modo in un thriller, sia fondamentale per permettere al lettore di empatizzare con il personaggio. Può essere anche un assassino che ha vissuto dei momenti molto difficili, vissuti chiaramente in maniera estrema, che lo hanno condotto a compiere una scelta paradossale o tragica. Per me l’introspezione psicologica è un valore aggiunto. Mi è capitato di leggere dei thriller che fossero solo trama e li ho trovati poco coinvolgenti e mi è sembrato che anche il ricordo delle trama non restasse vivo in me, come invece mi è accaduto con altre tipologie di scritture che puntavano di più sull’introspezione.

Marina Di Guardo con fans

La tua scrittura è asciutta, composta da periodi brevi e semplici. Una tipologia di narrazione che da parte dell’autore richiede molto impegno, poiché per lo scrittore semplificare il testo è quasi sempre uno degli sforzi maggiori che possa compiere. Ciò permette di rendere molto scorrevole la lettura. Non a caso sono moltissime le recensioni dei tuoi lettori che hanno  raccontato di aver letto i tuoi romanzi in un paio di giorni, completamente assorti e rapiti dalla narrazione. Come sei riuscita ad ottenere questo risultato?
È un desiderio che nasce dalla mia esperienza di lettrice. Mi è capitato di leggere libri che potremmo definire difficili per le espressioni spesso inutili ed arzigogolate che il testo contiene. Questo livello di difficoltà impedisce che l’attenzione si concentri sulla trama, le atmosfere e i personaggi. Quando non capisco ciò che sto leggendo disperdo energia inutile che potrebbe essere impiegata altrove. Il testo deve essere come una sinfonia armoniosa. Penso sia un requisito assolutamente necessario per incontrare il favore di tante tipologie di lettori. Il lettore più evoluto apprezza questo sforzo stilistico. E poi c’è anche il lettore che vuole analizzare i temi.

D’altronde, a mio avviso il thriller non è un genere minore della letteratura, anzi è spesso un pretesto per un’analisi approfondita di tematiche importanti come l’introspezione psicologica o la violenza sulle donne. Attraverso il thriller è possibile anche trattare i drammi universali. Quando a Siracusa ho assistito alla messinscena di Medea ho apprezzato e mi ha colpita la modernità della storia e della scrittura di Euripide. Ecco, credo che certe opere debbano rappresentare temi universali, che restino sempre moderni. Per me lo stile è importantissimo perché diventa una possibilità da parte del lettore di accedere al testo e poterlo apprezzare. Quando mi viene detto che la mia è una scrittura per immagini ne sono davvero contenta. Perché è proprio ciò che vorrei trasmettere: accompagnare il lettore nelle atmosfere del romanzo, nelle gioie, paure ed inquietudini dei personaggi. Un po’ come se stesse assistendo ad un film e si sentisse coinvolto.

Sono centinaia le presentazioni alle quali ai partecipato e migliaia i lettori che hai incontrato. C’è stato un incontro che ti ha colpita di più?
Si, sono circa duecento le presentazioni alle quali ho partecipato. Solo per la Memoria dei corpi ne ho contate 64 in giro per l’Italia. Ma ad esempio quando ho parlato in maniera molto forte della violenza sulle donne nei romanzi Nella buona e nella cattiva sorte o in Com’è giusto che sia, mi è capitato in tre o quattro occasioni che dopo il firmacopie alcune lettrici mi raccontassero di aver già letto il romanzo e che speravano di trarne la forza per liberarsi da una condizione di violenza che subivano. In alcune occasioni erano ragazze giovanissime di poco più di vent’anni. Che i miei libri possano rappresentare uno strumento di forza per queste lettrici mi rende molto felice ed orgogliosa.

Dimostri di essere dalla parte delle donne in diverse occasioni. Hai raccontato tramite i tuoi romanzi cosa una donna può subire a causa di violenza psicologica e fisica ma hai anche curato la prefazione di una raccolta di racconti…
Sono stata coinvolta da un caro amico chirurgo che si occupa di ricostruzione mammaria in seguito all’asportazione causata dal tumore al seno. Quattro anni fa mi aveva chiesto di occuparmi della prefazione ed editing di un testo che doveva contenere i racconti di chi aveva vissuto questa esperienza traumatica. Mi sono resa disponibile e abbiamo lavorato a questo progetto. Inizialmente trovavo che i racconti fossero troppo slegati tra loro, così ho chiesto alle protagoniste delle storie di seguire dei cardini comuni. Ho realizzato l’editing del testo durante la prima ondata di covid. Non è stato semplice perché i testi raccontavano paure e sofferenze, in un periodo in cui tutti quanti noi non sapevamo come sarebbe andata a finire. Eppure quel periodo ha prodotto un bellissimo risultato.

Marina Di Guardo con libro

Incontrare tutte le autrici in occasione della presentazione da Mondadori in piazza Duomo a Milano è stata una grandissima emozione. Sono stata inondata da manifestazioni di stima. Ma soprattutto sono stata felice che a pubblicare il testo sia stata la prima casa editrice con la quale ho collaborato, ovvero la Nulla Die di Piazza Armerina. Vorrei ricordare una di loro, Eva Schioppa, che è venuta a mancare un mese e mezzo fa. È stato bruttissimo, dal suo racconto mi sembrava di conoscerla. Lei sapeva che non sarebbe vissuta a lungo, ma nonostante tutto sembrava felice. Era felice anche del traguardo ottenuto dall’associazione Donna Coraggio. Credo che la raccolta di racconti sia una testimonianza commovente. Potrà essere utile alle donne che si troveranno ad affrontare questa malattia.

C’è un prossimo romanzo in uscita, cosa possiamo anticipare?
Il romanzo uscirà il prossimo ottobre e parlerà di messaggi vocali. Racconterò anche di come un messaggio vocale possa svelarci più di quello che diciamo. I rumori di fondo ad esempio possono svelare molto del posto in cui ci troviamo. Altrettanto lo fa il tono di voce che non sempre corrisponde al contenuto delle nostre parole. A volte un velo di malinconia o tristezza accompagna con il tono della voce una nostra dichiarazione felice. Il protagonista del romanzo si renderà conto che in un messaggio ricevuto anni prima c’è un elemento molto importante del quale non si era accorto prima. Questo darà origine ad una sua discesa agli inferi.

Fonte fotografia in evidenza: Riccardo Piccione – fonte fotografie all’interno dell’articolo: Marina Di Guardo

Intervista a Marina Di Guardo: l’autrice racconta il suo mondo letterario ultima modifica: 2023-07-11T12:30:00+02:00 da Emilia Rossitto

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