La prima versione della “Presa di Cristo”, capolavoro di Michelangelo Merisi, noto come Caravaggio, sarà esposta al pubblico dopo 70 anni. L’esposizione sarà visitabile a Palazzo Chigi di Ariccia (Roma), dal 14 ottobre 2023 al 7 gennaio 2024. L’opera, che è stata interamente restaurata, fu esposta solo nel 1951 al Palazzo Reale di Milano, a cura di Roberto Longhi. I lavori di restauro hanno permesso di rimuovere le varie ritinture e di avvalorare l’assoluta autografia del pittore.

La Presa di Cristo, Palazzo Chigi di Ariccia
Palazzo Chigi di Ariccia

La mostra è patrocinata dal Ministero della Cultura ed è organizzata con il sostegno della Fondazione Meeting del Mare (C.R.E.A., Cultura, Religioni, Arte) e dell’associazione culturale Comitato di San Floriano di Illegio. Il catalogo, stampato da De Luca Editori d’Arte, è finanziato con contributo della Fondazione BCC dei Castelli Romani e del Tuscolo. L’allestimento è curato da Glocal Project Consulting, che promuove mostre d’arte in molti paesi del mondo. La mostra arriverà successivamente a Napoli.

Curata dall’architetto e storico d’arte Francesco Petrucci

L’esposizione della “Presa di Cristo” è a cura dell’architetto e storico dell’arte Francesco Petrucci, uno dei massimi esperti del Bernini e del Barocco Romano. In ragione della sua eccezionalità, il dipinto è stato notificato dallo Stato Italiano con Decreto del 2 dicembre 2004 del Ministro dei Beni Culturali come opera di particolare interesse per la Nazionale. Acquistato nel 2003 dall’antiquario romano Mario Bigetti, il quadro era considerato la miglior copia del perduto dipinto di Caravaggio della Collezione Mattei, come nel 1943 aveva scritto Roberto Longhi.

La Presa di Cristo, foto Wikipedia
L’opera

Con il restauro è emersa chiaramente la straordinaria qualità dell’opera, segnata da un passato travagliato fatto di plausibili cambiamenti di proprietà e discutibili interventi conservativi. In conseguenza, cominciò a circolare tra gli studiosi la convinzione che si trattasse del prototipo del Merisi da cui sarebbe derivata la replica della National Gallery of Ireland di Dublino, ritrovata da Sergio Benedetti nel 1993. Nel 2004 inizia una lunghissima vicenda giudiziaria per attribuire l’effettiva proprietà dell’opera conclusasi solo nel 2022, con il riconoscimento delle ragioni di Bigetti. Esistono almeno due versioni dell’opera: quella esposta ad Ariccia, quella conservata a Dublino e una (dubbia) esposta a Odessa.

Caravaggio, autoritratto

Opera complessa e travagliata

Commentando la “Presa di Cristo”, l’architetto Petrucci, ha affermato: “Si tratta sicuramente dell’opera più complessa e anche più travagliata della produzione privata di Caravaggio nel periodo romano. Si tratta di un’opera che fu pagata da Ciriaco Mattei nel 1603 a Caravaggio, che l’aveva realizzata nel 1602. L’opera ha un’illustre provenienza, perché arriva dalla collezione Ruffo di Calabria, prima di confluire nell’attuale collezione privata dell’antiquario e collezionista Mario Bigetti. Fu esposta soltanto una volta nel 1951 nella grande mostra di Milano su Caravaggio ma poi non è stata più vista”.

(Foto: Caravaggio Pittore Maledetto, Pagina Facebook; Wikipedia; Palazzo Chigi di Ariccia, Pagina Facebook)

La “Presa di Cristo”, prima visione del capolavoro di Caravaggio, in mostra ad Ariccia ultima modifica: 2023-09-29T12:10:00+02:00 da Antonietta Malito

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