Sono passati 234 anni. Non è un anniversario che finisce con il numero zero ma un anniversario importante da ricordare. E che forse non è così noto come si potrebbe pensare. Eppure parliamo del Monte Bianco, dei suoi 4808 metri di altitudine, il monte più alto delle Alpi, dell’Italia, della Francia e anche d’Europa secondo la convenzione più accettata, cioè escludendo il Caucaso e il suo monte Elbrus.

Monte Bianco - veduta di cime innevate

Era l’8 agosto del 1786 quando due giovani di Chamonix raggiunsero la vetta, i primi due uomini a mettere piede sulle nevi fino ad allora inviolate del Monte Bianco e a lasciare un’asta con un fazzoletto rosso come testimonianza di questa loro straordinaria impresa. Si chiamavano Michel Gabriel Paccard e Jacques Balmat, nati in montagna e amanti di quelle cime innevate che conoscevano da sempre. Paccard, 29 anni, era un medico condotto. Balmat, 24 anni, un cercatore di cristalli.

Tre ghinee per vincere la montagna: la sfida di uno scienziato di Ginevra

Cima inviolata e misteriosa, il Monte Bianco, in quegli anni temuto perché ammantato da storie e leggende che lo volevano rifugio di creature maligne. Ci voleva la razionalità scientifica per pensare di sfidarlo. Infatti l’idea di scalarlo non venne per prima ai due giovani di Chamonix ma ad uno scienziato ginevrino, Horace-Bénédict De Saussure. Grande appassionato di montagna che, un anno dopo la prima spedizione, salirà personalmente sul Bianco accompagnato da Jacques Balmat, il 5 luglio del 1787. La storia racconta che già nel 1760 De Saussure avesse promesso un premio di tre ghinee a chi fosse riuscito a scalare per primo le vette innevate che lui vedeva dalle finestre della sua casa di Ginevra. Impresa considerata, all’epoca, difficile e avventurosa, quasi impossibile. E infatti ci vollero ventisei anni prima che i due alpinisti di Chamonix predessero in considerazione questa sfida.

In vetta al Monte Bianco l’8 agosto del 1786

La cronaca dell’evento. Prima di quell’8 agosto 1786 erano state effettuate alcune salite di ricognizione. Una in particolare, molto drammatica, due mesi prima. Balmat, era lui il protagonista della ricognizione, durante la discesa si era trovato di notte, solo, ad affrontare temperature bassissime. Si era salvato scavando un buco nella neve dove era rimasto fino al mattino seguente. La grande montagna rivendicava la sua forza e il suo diritto a restare inviolata. Ancora per poco. Alle 15 di lunedì 7 agosto 1786 Michel Gabriel Paccard e Jacques Balmat partirono per la storica impresa.

cima del monte bianco

Raggiunsero la vetta del Monte Bianco alle 18.23 dell’8 agosto passando fra i Rochers Rouges. La loro ascesa fu seguita dal cannocchiale del barone prussiano Adolf Von Gersdorff che li osservava da un poggio sopra Chamonix. I due alpinisti restarono sulla vetta 34 minuti, giusto il tempo di assaporare la conquista e fare alcuni rilevamenti. Poi la discesa e il rientro a casa intorno alle 8 del mattino del 9 agosto. Così come annota nel suo resoconto il giornalista Théodore Bourrit.

Marie du Mont Blanc, la prima donna a raggiungere la cima

Il monte Bianco era stato vinto. Questa di Balmat e Paccard fu la prima ascesa in assoluto. Venne effettuata durante la stagione estiva, quindi in condizioni meteorologiche migliori. Bisognerà aspettare quasi un secolo per la prima ascensione invernale, il 31 gennaio 1876. A conquistare la vetta in quel mese di gennaio furono l’alpinista britannica Mary Isabella Charlet-Straton con il futuro marito, il francese Jean-Estéril Charlet-Straton, e con Sylvain Couttet.

persone che camminano in una vallata del monte bianco

Ma un’altra donna aveva già toccato la vetta del Monte Bianco il 14 luglio del 1808, accompagnata dal figlio quattordicenne e da Jacques Balmat come guida. Era Marie Paradis, nota poi come Marie du Mont Blanc grazie a quella straordinaria impresa. La prima ascensione sul versante italiano avvenne invece il 13 agosto 1863 e fu compiuta da tre guide di Courmayeur: Julien Grange, Adolphe Orset e Jean-Marie Perrod.

Monte Bianco, la conquista della vetta 234 anni fa ultima modifica: 2020-08-08T09:30:00+02:00 da Cristina Campolonghi

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