La loro è una ripartenza davvero speciale. Perché speciale è l’impegno che mettono in ciò che fanno. Né il Coronavirus, né il lockdown hanno fermato la loro voglia di ricominciare. E così tra pochi giorni in molti potranno vederli all’opera. Di chi stiamo parlando? Dei giovani protagonisti del progetto “PizzAut”, la pizzeria che in Lombardia è gestita da ragazzi autistici. Ma non apriranno la loro sede come previsto. Bensì saranno loro a portare le pizze nelle case, farcendole e infornandole on the road, nel loro nuovissimo truck, una piccola pizzeria rossa a quattro ruote.
PizzAut, la pizzeria andrà in strada
Il progetto avviato qualche anno fa da Nico Acampora, padre di un ragazzo autistico, con l’obiettivo di creare un luogo dove i ragazzi autistici potessero lavorare e integrarsi in pieno, si è evoluto. Hanno deciso di utilizzare un truck, un camioncino, per portare le loro pizze ai clienti. Il servizio sarà operativo dai primi giorni del mese di giugno. Le pizze saranno consegnate tra Milano, Monza e la Brianza. In un primo momento la loro pizzeria doveva aprire il 2 aprile, il giorno in cui si celebra la Giornata dell’Autismo, nei locali allestiti a Cassina de’ Pecchi, in provincia di Milano. Poi lo stop obbligato per l’emergenza Covid.
Inoltre il cantiere per la realizzazione della pizzeria si è fermato, anche perché molti operai provenivano dai comuni della Bergamasca, tra le aree più colpite dal virus. “Ci siamo fermati all’inizio di marzo in via precauzionale, prima di ogni direttiva nazionale e regionale – ha spiegato al Corriere Acampora –. Mancava davvero pochissimo, avevamo già ritirato le divise per i ragazzi addetti alle pizze e per quelli in sala, eravamo arrivati a scegliere lo chef tra 250 curricula di persone straordinarie che hanno risposto al nostro appello, avevamo assunto l’educatore di sala”.
Con la Fase 2 riavviato il cantiere per ultimare la pizzeria di PizzAut
E adesso che è iniziata la Fase 2 ed è finita la quarantena, anche il cantiere è ripartito. Ma in attesa che i lavori vengano completati è nata questa nuova idea per coinvolgere i giovani. Una sorta di pizzeria a quattro ruote che facesse da spola tra i comuni vicini per le consegne. “Non ci facciamo fermare dall’Autismo figuriamoci se ci ferma il Covid – hanno scritto su Facebook –. Il desiderio di inclusione e di lavoro per i ragazzi autistici non si ferma.”
Il progetto realizzato con il sostegno della Fondazione di Comunità
Attraverso un truck rosso, targato PizzAut, i ragazzi prenderanno le ordinazioni, e poi faranno ciò che hanno imparato: le pizze. “Questo lockdown ha segnato i nostri ragazzi – ha aggiunto Acampora –. Ho ricevuto richieste d’aiuto da tutta Italia e ancora adesso non si riesce a capire perché possono aprire i parrucchieri, ma non i servizi educativi e di supporto per i nostri ragazzi. Qualcuno è regredito, qualcuno non vuole più uscire di casa. Dovevamo trovare il modo per riprendere la nostra attività, in attesa dell’apertura della pizzeria”.
Questa iniziativa è partita anche con il contributo della Fondazione di Comunità di Milano, che ha donato 75 mila euro. “Il finanziamento – ha rilevato Acampora – ci permette anche di dare il via al progetto “AccademiAut”, appena la nostra cucina sarà agibile, per formare nuove leve di pizzaioli e camerieri, a gruppi di 5 o 6 con l’obiettivo di poter replicare l’idea di Pizzaut anche in altre zone d’Italia”.
La pizzeria sarà adeguata alle normative sulla sicurezza
Il cantiere per la pizzeria è così ripartito: il locale è di 300 metri quadrati. Verranno allestiti 80 coperti all’interno e 60 nel giardino esterno. Inoltre i falegnami stanno creando dei pannelli in legno finalizzati ad attutire i rumori che potrebbero disturbare alcuni ragazzi. E poi ci sarà una cucina grande e una piccola per i celiaci, forni a nastro, per seguire le varie fasi della cottura fino ad impiattare le pizze.
Il laboratorio per l’inclusione sociale dei ragazzi
Il progetto è partito qualche anno fa. Nasce con l’obiettivo di formare i giovani autistici e inserirli nel mondo del lavoro, con uno staff adeguato che ne segua le varie fasi. “Ci siamo resi conto che con attenzione, delicatezza e determinazione – spiegano i promotori del progetto sulla pagina social – questa situazione si può cambiare. E per questo abbiamo deciso di investire le nostre energie e le nostre risorse in un progetto capace di costruire oggi un presente ed un futuro diverso, dove integrare le persone autistiche non perché bisognose di aiuto, ma perché portatrici di competenze e di ben-essere”.