Febbraio si apre con la festa dedicata al culto di un santo molto caro alla fede Cristiana. Tra occidente e oriente, venerato tanto dai cattolici quanto dagli ortodossi, è San Biagio il Santo al quale è omaggiata la data del 3 febbraio. Una devozione che trova radici in tempi lontani perdendosi tra leggende e miracoli diffusi ovunque nella nostra penisola. Proviamo allora a seguire le tracce della sua storia.

Chi era?

Le poche notizie che si hanno della vita del Santo sono per lo più il risultato di una lunga tradizione orale tramandatasi nel corso nel tempo. Testimonianze raccontate e poi raccolte nel testo scritto di Camillo Tutini che ci parla proprio della vita di San Biagio. Originario dell’Armenia, il Santo fu medico e vescovo coniugando il sapere scientifico dell’epoca alla fede. Le sue opere di guarigione si dicono guidate dalla mano di Cristo e per questo definite miracoli attribuiti alla sua persona. Ma la bontà del Santo trovò ben presto il contrasto della società a lui coeva. Fu perseguitato dai Romani a causa del suo credo morendo a soli tre anni di distanza dall’Editto di Costantino con il quale si riconosceva libertà di culto. Figlio del suo tempo e di una società ancora votata al culto politeista, San Biagio subì numerose punizioni fisiche. Tra queste si ricorda spesso il martirio che vedeva l’utilizzo dei pettini di ferro per cardare la lana. Morì decapitato nel 316 d.C.

Benedizioni e alimenti

San Biagio fa parte dei così detti “santi ausiliatori” ovvero quei santi invocati per la guarigione di particolari mali. Ricordiamoci infatti che era un medico speciale perché guidato dalla mano di Cristo. Numerosi quindi i miracoli attribuiti proprie a queste sue capacità guaritrici. Il più noto è certamente quello riferito ad un giovane ragazzo che aveva ingerito una lisca di pesce rimastagli conficcata in gola. Non a caso San Biagio è considerato il Santo protettore dai malanni invernali soprattutto dei mal di gola. Capiremo allora facilmente perché in molte città d’Italia il 3 febbraio si svolge una speciale benedizione che ha per protagonisti pani e dolci vari. Alimenti morbidi meglio se ripieni di mollica nel caso del pane e spumosi se si tratta di dolci. Ma cosa c’entrano questi cibi con la gola? Si diceva che la consistenza soffice aiutasse a tamponare i sanguinamenti della gola irritata.

San Biagio. Cesto di pane e dolci

Ecco perché a Milano prese piede, nel giorno di San Biagio, la benedizione dei rimasugli del panettone natalizio. Così nella città meneghina si diceva: “San Bias el benediss la gola e el nas”. Una tradizione che continua ancora oggi e che presenta alcune varianti. A Lanzara, in provincia di Salerno, si usa preparare delle speciali polpette di carne, dette per l’appunto “polpette di San Biagio”. In Abruzzo vengono cucinate le panicelle, dei pani in forma di mano a ricordare il momento in cui il Santo poggiò la mano miracolosa sulla testa del ragazzo che aveva ingerito la lisca di pesce. Anche il Molise segue un’analoga tradizione confezionando i colaci, dolci rotondi e le pandice, pani di San Biagio.

Il mistero della Basilica di San Biagio

San Biagio è santo protettore della città di Maratea dove si trova la basilica in cui sono custodite le sue reliquie. Il sacro edificio sorge sulla cima del monte San Biagio, dove si trova l’antica Maratea. La tradizione racconta che qui, originariamente, sorgesse un tempio dedicato alla Dea Minerva ma non esistono prove archeologiche a conferma. Oggi si può ammirare una basilica composta da presbiterio, ritenuto forse il nucleo costitutivo della chiesa, le navate, la facciata e il campanile. Ma è sicuramente la Regia Cappella la parte più importante in termini devozionali. Qui infatti è conservata l’urna con le reliquie del Santo e sempre qui si compì il prodigio della “manna celeste”. Si racconta che le pareti della cappella stillarono un liquido giallo che i fedeli raccolsero per curare i malati. Fu allora che il futuro Papa Pio IV, nel 1563, riconobbe tale liquido come una gradita e inaspettata benedizione offerta da San Biagio ai devoti.

San Biagio-Basilica di Maratea

Ma non è finita qui. Ai lati della stessa cappella si trova una palla di cannone rimasta inesplosa durante l’attacco al castello di Maratea antica nel 1806. Un evento speciale ben presto attribuito alle capacità del Santo di compiere miracoli. Ma come mai le reliquie di San Biagio si trovano proprio a Maratea? Pare che arrivarono qui nel 723 con un carico che da Sebaste, oggi città turca, doveva giungere a Roma. Una violenta tempesta però sorprese lo speciale trasporto che per questo si arrestò a Maratea dove rimase per sempre.

San Biagio e i malanni invernali ultima modifica: 2019-02-01T09:00:50+01:00 da Sabrina Cernuschi

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