Tra Settecento e Ottocento, in pieno neoclassicismo, c’era un artista-genio conclamato da tutti a livello internazionale, e il suo nome era Antonio Canova. Nato in provincia di Treviso nel 1757, quest’anno se ne celebrano i 200 anni dalla morte, sopraggiunta il 13 ottobre 1822 a Venezia. Tutta Italia si sta preparando con un ricco calendario di eventi.

Antonio Canova, il nuovo Fidia

Possagno, minuscolo paesino trevigiano di duemila abitanti adagiato sui colli asolani, risulterebbe del tutto sconosciuto alla storia se nel 1757 non avesse dato i natali a uno dei più grandi artisti della storia dell’arte occidentale: Antonio Canova. Con un padre architetto e un nonno tagliapietre, il piccolo Canova non poteva che nascere con l’arte nelle vene. A soli 11 anni Tonin approda a Venezia e comincia a respirare arte a livelli molto alti: gli basta un’altra decina d’anni per essere riconosciuto come un artista di grande abilità e sensibilità. In poco tempo le sue sculture cominciano a viaggiare per tutta Europa nelle case delle personalità più influenti, da cui è riconosciuto come “nuovo Fidia”, riferendosi allo scultore delle opere del Partenone di Atene.

Ritratto di Antonio Canova su medaglione
Ritratto di Antonio Canova su medaglione realizzato da Domenico Manera, cugino e collaboratore del maestro (Foto: Museo Civico di Asolo)

Uomo di rara intelligenza, stringe amicizie con alcuni importanti uomini di cultura dell’epoca, dall’artista Jean-Louis David ai poeti John Keats e Ugo Foscolo. Nel 1815 viene invitato a Parigi a recuperare le opere portate via dall’Italia da Napoleone con il trattato di Tolentino. Nonostante la sua avversione all’imperatore per aver distrutto la Repubblica Veneta, riesce in un’impresa per la quale gli italiani gli devono essere tutt’ora enormemente grati. Muore nel 1822, a 65 anni, osannato dal mondo come il più grande artista dell’epoca.

Colpi di genio

Ci sono tanti motivi, oltre alla sua grande abilità artistica, per cui il genio di Canova merita di essere celebrato. Innanzitutto per aver rivoluzionato le modalità di realizzazione delle opere in marmo. Canova fu infatti il primo a realizzare dei marmi “in serie” a partire da un modello in gesso a grandezza naturale. Si partiva da un bozzetto su carta, passando poi per un modellino in creta, e poi la scultura in gesso, sulla quale venivano inseriti dei “chiodini” chiamati repere. Attraverso questi punti di riferimento e l’utilizzo di appositi strumenti, la bottega del maestro era in grado di replicare più esemplari in marmo dello stesso soggetto. Ecco perché abbiamo più di una Ebe, più di una danzatrice, più copie del gruppo delle Tre grazie e così via.

Stampa incisa da Angelo Bertini di un disegno di Antonio Canova
Stampa incisa da Angelo Bertini di un disegno di Canova che ritrae la sua opera Santa Maria Maddalena Penitente (Fonte: Museo Civico di Asolo)

Inoltre Canova ebbe l’intuizione di far “stampare” i disegni delle sue opere. Grazie alla tecnica della stampa, era possibile replicare lo stesso disegno in decine o anche centinaia di copie e farlo girare in tutta Europa. Una sorta di catalogo ante litteram che gli permetteva di far arrivare le sue opere agli eventuali committenti interessati.

In ricordo di Antonio Canova

Per questo importante bicentenario è previsto un calendario eventi di tutto rispetto. Il suo Veneto è pronto a tributargli mostre ed eventi per tutto il 2022, a partire proprio da Possagno (TV). Il Museo Canova, nato nella casa natale dell’artista, ha investito 784mila euro di fondi pubblici messi a disposizione tramite bando dal Ministero per la Cultura per restaurare e digitalizzare il complesso architettonico canoviano. A Treviso il 25 marzo sarà invece inaugurata la mostra L’Ottocento svelato. Da Canova al Romanticismo storico, visitabile al Museo Bailo che ospiterà il famoso gesso di Amore e Psiche.

Antonio Canova - La sala principale della Gipsoteca (museo di gessi) di Possagno
La sala principale della Gipsoteca (museo di gessi) di Possagno (Fonte: Wikimedia Commons – Davide Mauro – CC BY-SA 4.0)

Già inaugurata e visitabile fino al 18 aprile la mostra Canova. Tra innocenza e peccato al MART di Rovereto, che mette in mostra le opere del maestro sotto lo sguardo dei grandi fotografi e non solo. La fotografia è di nuovo protagonista alla mostra In luce. Fotografie di Alessandra Chemollo nella Gypsoteca di Possagno aperta a dicembre 2021 alla Fondazione Querini Stampalia di Venezia.

L’opera ritrovata

Merita una menzione particolare la mostra Ebe allestita ai Musei Civici di Bassano del Grappa (VI) fino al 30 maggio. La protagonista è proprio Ebe, la coppiera degli dei e più volte scolpita nel marmo da Canova e bottega. In questa mostra si porta finalmente alla luce l’opera in gesso del 1817 custodita proprio a Bassano che è stata danneggiata dalle schegge di un ordigno esploso nella città del Grappa durante il secondo conflitto mondiale. Tramite avanzatissime tecniche di restauro è stato possibile ricostruire l’opera, che torna finalmente a splendere nel patrimonio culturale del territorio. La mostra, oltre a illustrare l’ambizioso progetto di restauro, espone anche dipinti, disegni e antichi libri illustrati, oltre a un approfondimento sulla figura mitologica di Ebe, simbolo dell’eterna giovinezza.

Fonte fotografia in evidenza: Mostra Ebe ai Musei Civici di Bassano del Grappa

Antonio Canova: 200 anni dalla morte del genio neoclassico ultima modifica: 2022-02-07T09:00:00+01:00 da Giorgia Favero

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