L’allarme coronavirus è ancora alto. Aumentano i numeri dei contagi su scala mondiale. L’Italia è il Paese più colpito dopo la Cina e la Corea del Sud. E’ anche vero però che le nostre strutture ospedaliere sono quelle che stanno eseguendo il maggior numero di tamponi. Probabilmente se nel mondo si intervenisse sui casi sospetti di covid-19, così come sta facendo l’Italia, i numeri sarebbero ben diversi. L’Italia per la gestione di questa grave situazione sta cominciando a ricevere i primi plausi dall’estero.

Coronavirus, supporto all’Italia

Il direttore generale dall’Organizzazione Mondiale della Sanità, Tedros Adhanom Ghebreyesus, ha dato supporto e solidarietà all’Italia, elogiando il “coraggio” e i “sacrifici” del nostro Paese per le ultime restrizioni adottate, le più dure su scala globale dopo la Cina.

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Qualche giorno fa il plauso è arrivato anche dal direttore dell’OMS per l’Europa, Hans Kluge, che ha espresso “sincero apprezzamento” per le modalità italiane di gestione della crisi. Dure invece le critiche per altri Paesi che, secondo l’OMS, avrebbero affrontato con superficialità il rischio della pandemia, non prendendo le dovute misure preventive. Secondo quanto riferiscono alcuni italiani residenti all’estero, i tamponi vengono eseguiti solo su chi ha avuto contatti col nostro Paese.

Trascurando un dato fondamentale, i casi stanno aumentando in modo esponenziale in tutto il mondo. L’OMS riferisce che ci sono 105 mila infetti e 3.600 morti. Il problema riguarda tutti.

Ecco come si sta gestendo la crisi

Le istituzioni italiane e la sanità stanno provando a gestire tutto con calma e lucidità. Aver dovuto prendere rapidamente decisioni importanti, sotto la pressione dalla comprensibile paura, ha esposto l’Italia a dure critiche. L’ultimo decreto adottato dal governo, l’8 marzo, impone la quarantena per circa 16 milioni di italiani: i residenti in Lombardia e 14 province del Nord potranno uscire da queste zone solo se dotate di permessi speciali. Dal canto loro i presidenti di Sicilia, Campania, Puglia, Calabria, Basilicata, Molise, Abruzzo hanno emanato ordinanze che impongono l’autoisolamento di 14 giorni per chi proviene dalle zone a rischio.

coronavirus -  mani con guanti che tengono un termometro
Come proteggersi dal contagio

Misure drastiche per contenere al massimo la diffusione del virus ed evitare il collasso degli ospedali. Tante situazioni potevano essere gestite meglio, è vero, ma fuori dal Paese adesso si cominciano ad apprezzare le misure adottate dopo i primi casi di contagio. Scuole, università e luoghi pubblici resteranno chiusi almeno fino alla metà di marzo. Diffusa una lista di precauzioni per proteggersi meglio. Senza tralasciare di mantenere sempre alto il buonumore tipico degli italiani, abituati da sempre a fronteggiare gravi crisi. E intanto per far trascorrere più piacevolmente questo tempo di isolamento, sui social è partita la campagna #iorestoacasa a sostegno dell’impegno a non muoversi dalle proprie abitazioni se non per motivi strettamente necessari.

Italia modello da seguire

L’Italia dovrebbe fungere da modello per tutti quei Paesi che hanno preso sottogamba la diffusione del virus. I dati parlano chiaro. L’Iran registra quasi 6.000 infetti e 145 morti. La Corea del Sud, il paese più colpito dopo la Cina, ha registrato più di 7.000 casi. Negli Stati Uniti sono 400. Si parla di 44 a New York tanto da spingere il governatore Andrew Cuomo a dichiarare lo stato di emergenza. Prime segnalazioni anche in Colombia, Bulgaria, Costa Rica, Malta, Maldive e Paraguay. Passando all’Europa, l’ordine è il seguente: Francia (949), Germania (939), Spagna (589), Regno Unito (273) e Paesi Bassi (188).

Coronavirus, il primo caso in Francia

L’Italia è stata subito additata come untore per l’alto numero di contagi da coronavirus. Lo European Centre for Disease Prevention and Control (Ecdc) riferisce però che l’origine del focolaio potrebbe essere individuato in Francia dove il primo caso è stato notificato il 24 gennaio. In Germania quasi in contemporanea, 27 gennaio, la seconda segnalazione di paziente affetto da covid-19. Secondo molti esperti il focolaio tedesco potrebbe averne alimentato altri, compresi quelli italiani. Sia in Francia che in Germania si tratta di persone che per motivi di lavoro hanno avuto contatti con la Cina. Questa non è e non deve diventare una caccia alle streghe. L’Italia è infatti subito corsa ai ripari così come dovrebbero fare tutti gli altri Paesi, prendendo tempestive misure di intervento per limitare i danni.

#l’Italianelcuore

Coronavirus, l’OMS apprezza il coraggio dell’Italia ultima modifica: 2020-03-09T13:50:16+01:00 da Raffaella Natale

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