L’Italia da vivere, da scrivere, da cantare, da dipingere. Nel corso dei secoli, un’infinità di artisti stranieri si è innamorata di questa straordinaria terra, delle sue bellezze naturali e artistiche, dei suoi abitanti, della sua cultura, dei suoi ritmi, dei silenzi, di suoni, musiche e colori. Sarebbe impossibile nominarli tutti, ma facciamo una piccola lista di illustri amici del Bel Paese.

L’Italia in viaggio, da descrivere

Tra i viaggiatori, turisti, convalescenti o lavoratori stagionali, menzioniamo “solo” Goethe, Byron e Keats, Hemingway, Tolstoi, Hesse e Wilde. E il più emblematico, anche se probabilmente meno famoso: il francese Stendhal, da cui ha preso nome l’omonima sindrome da “eccesso di esposizione alla bellezza”. Durante il suo Gran Tour, come lo scrittore stesso racconta sulle pagine del suo Roma, Napoli e Firenze, mentre ammirava l’armonia della Basilica di Santa Croce a Firenze, fu colto da una intensa crisi di vertigini. Una vera e propria patologia, oggi nota appunto come sindrome di Stendhal.
Dal canto suo, Johann Wolfgang von Goethe, il “Dante” germanico immortalò il suo tour italico nel suo Viaggio in Italia. La sua fu una vacanza in piena regola. Una “fuga” dalla soffocante corte di Weimar, di cui era ministro. Goethe soggiornò a Napoli nel 1787, e ne scrisse innamorato.

Stranieri ispirati

Infatuazione e passione fecero anche un’altra vittima tedesca illustre, il premio Nobel Herman Hesse. L’autore di Siddharta, La cura e Il lupo della steppa venne da noi ben sette volte.
Anche il poeta George Byron, più conosciuto come Lord Byron, rimase folgorato dal nostro Paese. Nel 1816, il grande esponente del romanticismo inglese conobbe Venezia, Roma, Padova, Bologna, Firenze, l’Umbria e la Liguria. Meraviglie come il lago Trasimeno, le sorgenti del Clitunno e la cascata delle Marmore gli ispirarono nel suo lungo poema Childe Harold’s Pilgrimage.
Morte a Venezia è un’altro capolavoro intrinsecamente legato all’Italia. È del tedesco Thomas Mann, e a lui dobbiamo anche un notevole film dello stesso titolo, del gran Luchino Visconti.

Stranieri lavoratori “stagionali” in Italia

Tra gli “stagionali di lusso” che lavorarono mesi e mesi in Italia c’è un tale Wolfgang Amadeus Mozart. Fece concerti un po’ in tutta la penisola ma soprattutto a Milano, dove fu anche ospite dal governatore. Desiderò vivere tra noi, ma i vincoli lavorativi con la regina Maria Teresa d’Austria non glielo permisero. Venne in Italia per dovere, sebbene morale, anche Ernest Hemingway. Fu volontario nelle Seconda Guerra Mondiale. Ci lasciò anche il sangue, e la missione nel Grappa per la quale fu ferito gli valse una medaglia. Sangue caldo, il suo, come pochi. L’Italia (conobbe soprattutto il Veneto) rimase in lui fortemente. Addio alle armi è ispirato e ambientato nel Bel Paese.
Lungo lo stivale dipinse Picasso, che trascorse due mesi tra Roma e Napoli. Impostò il movimento cubista dai cavalletti del suo studio romano di via Margutta.

stranieri -  hemingway
Ernest Hemingway in uno dei suoi soggiorni a Venezia

Stranieri che cantano all’Italia

Anche cantanti illustri hanno ceduto al fascino tricolore. Hanno cantato dell’Italia Elvis Presley (Heart of Rome), Dean Martin (con l’immortale That’s amore), Billy Joel (Scenes from an Italian Restaurant), Frank Sinatra (Three coins in the fountain) e Tony Bennett (Autumn in Rome). Più recentemente, i francesi Phoenix hanno intitolato il loro ultimo disco Ti amo. E c’è chi non ha potuto evitare di cantare in italiano. David Bowie ha cantato il testo di Mogol intitolato Ragazzo solo, ragazza sola”, dalla sua Space Oddity. Con le mie lacrime è la versione italica eseguita dai Rolling Stones della loro As Tears Go By. Erlend Øye, del duo norvegese Kings of Convenience, domiciliato in Sicilia, ha scritto e interpretato La prima estate per la laurea di un’amica. Un discorso a parte meriterebbero i berlinesi Itaca, più tedeschi dei crauti, che cantano esclusivamente nella lingua di Dante.

Per sentirsi italiani, casa in Italia

Molti anche gli artisti sensibili alla bellezza italica al punto di comprarvi casa. Oltre ai noti casi di Sting, produttore amateur di olio di oliva dalla sua tenuta nel Valdarno toscano, e George Clooney, con la sua villa sul lago di Como, aggiungiamo il talentuoso regista messicano Alfonso Cuarón, che ha casa a Pietrasanta. Come lui, anche Colin Firth ha sposato un’italiana. Come del resto anche Willem Dafoe, accasato a Roma.
George Lucas, alma mater di Star Wars ha restaurato un ex monastero sul lago Trasimeno. Sono invece “pugliesi” Meryl Streep (casa a Tricase), Helen Mirren (Tiggiano) e Gérard Depardieu (centro storico di Lecce). E anche il regista Francis Ford Coppola, che ha una masseria nei pressi di Ugento. Mickey Rourke, John Malkovich, Ferzan Ozpetek e Mick Hucknall dei Simply Red (per fermarci ai più conosciuti…) sono tra gli stranieri che hanno comprato casa nel Salento e nella Valle d’Itria.

Helen Mirren prepara le orecchiette in Puglia

Il laghi e le città d’arte del nord hanno invece conquistato Robert Pattinson (villa a Menaggio, lago di Como) Leonardo Di Caprio (Verona), Elton John (villa sull’isola veneziana della Giudecca).
Il fascino delle colline del centroitalia hanno fatto breccia su Ed Sheeran, che ha acquistare a Paciano, in Umbria, e su Will Smith che ha comprato a Sermoneta, in Lazio.

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Ed Sheeran in Umbria. Foto: The Mag (CC)

Foto principale: Rui Rocha – Flickr (CC)

Italia, terra dei desideri di stranieri famosi di ieri e di oggi ultima modifica: 2022-07-15T09:30:00+02:00 da Silvano Malini

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