Nel corso di un’intervista esclusiva con Walter Veltroni, Paola Cortellesi, indiscussa protagonista di un anno straordinario, si apre con sincerità e profondità sui suoi desideri per il futuro. L’acclamata attrice e regista non solo manifesta il suo ardente impegno nella difesa dei diritti delle donne, ma incarna anche la visione di un approccio che trasformi tali conquiste in opportunità, piuttosto che in costrizioni.
Paola Cortellesi, un anno straordinario
Paola Cortellesi ha raggiunto un traguardo senza precedenti con il film “C’è ancora un domani”, posizionandosi come la regista con il maggiore incasso di sempre in Italia.
L’attrice e regista ha da poco rilasciato un’intensa intervista a Walter Veltroni per il Corriere della Sera, svelando gli strati più profondi della sua visione e del suo impegno sociale.
Con una passione palpabile, Cortellesi si confronta con la dolorosa realtà degli femminicidi, evidenziando con enfasi il risveglio di coscienza che si sta verificando, in particolare tra le generazioni più giovani.
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L’intervista diventa un veicolo emozionale attraverso cui l’attrice trasmette la sua autentica preoccupazione e l’urgente appello per un cambiamento sociale.
Questo momento di condivisione non solo si configura come un’analisi profonda, ma anche come un autentico richiamo alla speranza. Cortellesi si rivolge non solo alla mente, ma anche al cuore del pubblico, incanalando la sua voce con un impegno profondo e un desiderio palpabile di contribuire a un futuro migliore per tutte le donne.
In questo contesto di autenticità e riflessione, l’attrice emerge come un faro di consapevolezza sociale, invitando tutti a unirsi nel risveglio della coscienza e nell’impegno collettivo per un cambiamento positivo.
L’appello alla leggerezza
Nella riflessione sul trionfo del film, la Cortellesi ammette di non aver mai immaginato un successo così travolgente. Desiderava soltanto vedere le sale cinematografiche brulicare di spettatori e percepire un’emozione intensa nell’aria.
Questo desiderio, coltivato insieme a Giulia Calenda e Furio Andreotti durante la scrittura, ha guidato la realizzazione del film che ha conquistato il cuore del pubblico.
La Cortellesi ha enfatizzato il perfetto equilibrio tra i registri cinematografici, citando il riferimento ispiratore di “La vita è bella” di Roberto Benigni. Ha elogiato la straordinaria capacità del film di affrontare la tragedia umana con leggerezza, un approccio che ha profondamente colpito la sensibilità dell’attrice.
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Richiamando le parole di Italo Calvino, Cortellesi ha insistito sul concetto che la leggerezza non deve mai essere confusa con la superficialità. Piuttosto, è la capacità di planare sulle vicende senza essere gravati da pesi inutili sul cuore. Per l’attrice e regista, essere leggeri non significa minimizzare la gravità del dolore; è, piuttosto, un modo di affrontare la vita con una prospettiva più elevata.
In un accenno a “Il grande dittatore” di Chaplin, Cortellesi ha sottolineato come il film abbia rappresentato il mondo sull’orlo di una guerra terribile con la leggerezza di un pallone gonfiabile, maneggiato dal despota di turno come se fosse sua proprietà. Queste riflessioni mettono in luce la profonda comprensione della straordinaria potenza della leggerezza nel dare vita a storie intense e complesse.