La Sicilia è un luogo che ha molto a che fare col Paradiso: spiagge cristalline, siti archeologici di pregio, buon cibo, ed un sole caldo e accogliente. Gli splendidi panorami, oltre che dalle meraviglie naturali, sono impreziositi anche dalle chiese e dai santuari. Uno di questi è il particolare Santuario della Madonna di Tindari, che conserva, come molte altre opere, uno stile unico ed esotico. Scopriamo insieme questo speciale gioiello architettonico!
Il Santuario della Madonna di Tindari: la storia
Un tratto di costa che affascina, grazie al sapiente connubio tra arte e mito: questa è Tindari. Questa meravigliosa frazione di Patti, in provincia di Messina, conquista ogni visitatore per la sua natura rigogliosa, ma non solo. La sua storia affonda le radici in tempi remoti: fu fondata nel 396 a. c. da Dioniso I, tiranno di Siracusa. Era una colonia della Magna Grecia, e venne costruita al fine di fronteggiare gli attacchi dei Cartaginesi. Il suo nome originario era Tyndaris, in onore del Re di Sparta, Tindaro.

Con la dominazione romana, l’antica Tyndaris divenne un’importante base navale, e successivamente vide avvicendarsi vari popoli interessati alla sua conquista. Fu invasa prima dai Bizantini e poi dagli Arabi, che la rasero al suolo nell’836. La colonizzazione romana, d’altronde, ha lasciato delle ragguardevoli testimonianze architettoniche, che oggi si concentrano nel cuore dell’area archeologica. Si possono ammirare il Teatro, la Basilica, le Terme, le abitazioni e le case patrizie. Queste rappresentano un felice esempio di policromia artistica, con mosaici variopinti ancora ben conservati. Dulcis in fundo, si erge maestoso, in tutto il suo splendore, il Santuario della Madonna di Tindari. Visto come principale attrazione della zona, Il Santuario è diviso in due parti, una antica e una moderna.
Il Santuario di Tindari, tra l’antico e il moderno
Il Santuario antico ha una capacità limitata, perciò in passato non era in grado di contenere le folle dei pellegrini devoti alla Madonna nera. Venne costruito sui ruderi del primo Santuario, e contiene diverse testimonianze del passato. Alcuni resoconti riportano diverse informazioni circa le razzie a cui diedero seguito gli Arabi. In questa documentazione risulta però che, fra le pochissime case risparmiate, vi sia stata anche la chiesa. Successivamente, il Santuario di Tindari fu ampliato, e vennero annessi dei locali per l’alloggio del personale addetto al culto.

Sulla bugna-chiave del portale d’ingresso si trova scolpito l’anno 1598, forse l’anno in cui questo fu ultimato. Questo luogo ha subito, attraverso questi quattro secoli di vita, diversi restauri, ma sostanzialmente ha conservato la sua peculiare bellezza. Nel 1953, il Santuario esistente era diventato incapace di accogliere i pellegrini. Erano stati ideati infatti alcuni progetti, ma senza offrire una soluzione concreta. Monsignor Pullano individuò un rimedio a tale complicanza: predispose lo sbancamento della roccia e la demolizione di alcuni locali, ma lasciò intatta l’antica chiesetta.
La leggenda della Madonna nera di Tindari
Il magnifico Santuario di Tindari possiede, come noto, una statua molto particolare della Vergine Maria. Le origini della statua bizantina della Madonna nera sono legate ad una leggenda interessante. La scultura, trasportata per mare, impedì alla nave di ripartire dopo che aveva trovato rifugio nella baia, per sfuggire ad una violenta tempesta. La statua aveva lasciato l’Oriente per sfuggire alla persecuzione iconoclasta.

I marinai depositarono a terra il carico, e solo quando vi portarono anche la statua, la nave poté riprendere il mare. Questa venne poi portata sul colle soprastante, dentro il Santuario di Tindari, appunto. La Madonna è nera, ed ha un volto allungato, non facilmente riscontrabile in altre statue religiose. La sua unicità vale di certo una bella gita a Tindari, per godere a pieno della bellezza dell’arte che vi alberga!