A Bologna, in via del Saliceto, 81 luci pendono da un soffitto accendendosi e spegnendosi al ritmo di un respiro. E 81 specchi riflettono l’immagine dei resti di un DC9. Quello abbattuto il 27 giugno del 1980, tra l’isola di Ustica e quella di Ponza, mentre si dirigeva verso l’aeroporto di Palermo. Due immagini per ricordare al Museo per la Memoria di Ustica, – installazione permanente dell’artista, recentemente scomparso, Christian Boltanski – la strage che la notte del 27 giugno del 1980 è costata la vita a 81 persone: 64 passeggeri adulti, 11 ragazzi tra i due e i dodici anni, due bambini di età inferiore ai 24 mesi e 4 uomini d’equipaggio.

resti aereo ustica

Una tragedia che subito dopo l’incidente scomparve in mare insieme alle sue vittime. E che solo sei anni dopo cominciò a riemergere da quel mare grazie ad un appello rivolto al Presidente della Repubblica, e grazie all’Associazione dei Parenti delle Vittime che si costituì il 22 febbraio 1988. E che da allora non si è mai stancata di lottare per rendere giustizia ai propri cari. 

Una strage senza responsabili

Perché, spiega la storica presidente dell’Associazione, Daria Bonfietti, “Appariva sempre più chiaro che coloro che lottavano contro la verità erano… esistiti fin dagli istanti successivi al disastro”. Non erano state le strutture logore del DC9 la causa del disastro. E neppure un suo cedimento strutturale. Bensì, e sono parole che il giudice Rosario Priore scrisse nel 1999 nella più lunga istruttoria della storia giudiziaria del nostro Paese, “L’incidente al DC9 è occorso a seguito di azione militare di intercettamento“.

mappa di volo strage ustica

Dunque c’era la guerra – continua – quella notte del 27 giugno 1980 nel cielo di Ustica. E il DC-9 è stato abbattuto, è stata spezzata la vita a 81 cittadini innocenti con un’azione, che è stata propriamente atto di guerra, guerra di fatto e non dichiarata, operazione di polizia internazionale coperta contro il nostro Paese, di cui sono stati violati i confini e i diritti. Nessuno ha dato la minima spiegazione di quanto è avvenuto”. Spiega l’Associazione Parenti delle Vittime della Strage di Ustica: “Consideriamo conquistata la verità sulla strage di Ustica. Il DC 9 ITAVIA è stato abbattuto all’interno di un episodio di guerra aerea”. Che però non ha responsabili. Il processo si chiuso infatti nel 2006 senza colpevoli.

Daria Bonfietti: “La ricerca della verità è anche una ricerca di dignità, per le vittime di allora e per l’Italia di oggi”

Sono passati 42 anni da quella notte del 1980, storie pubbliche e private si son intrecciate attorno alla strage di Ustica. Storie di drammi e di dolori mai sopiti che hanno visto i parenti delle vittime in prima linea per la ricerca della verità. Storie di indagini complesse e poco chiare. A conferma che in tanti passaggi la verità non era quella che si voleva e che si stava realmente cercando.

Daria Bonfietti
Daria Bonfietti, presidente Associazione Parenti delle Vittime della Strage di Ustica

A 42 anni dalla strage la ricerca di verità e di responsabili è diventata anche una ricerca di dignità.Per le vittime di allora e per l’Italia di oggi” spiega Daria Bonfietti. “A 14 anni dalla riapertura delle indagini dopo le pesanti dichiarazioni, nel 2008, dell’ex Presidente della Repubblica Francesco Cossiga che all’epoca della strage era Presidente del Consiglio, chiediamo che queste indagini vengano chiuse. Per dire alle parti che forse è necessario passare la palla alla politica e alla diplomazia”.

“Quell’aereo civile con 81 passeggeri a bordo, abbattuto in tempo di pace”

Perché? “Perché siamo stanchi, come Paese, di non avere dignità. Le cose bisognava farle subito, cercare i responsabili e non liquidare tutto, come si fece all’epoca, con la motivazione del cedimento strutturale. Un’affermazione, questa, offensiva, perché ci hanno buttato giù un aereo civile in tempo di pace. Certo – aggiunge Daria Bonfietti – dire ciò che realmente era successo era indicibile. Quella notte nei cieli di Ustica c’erano tanti aerei, e in questo contesto è avvenuto l’abbattimento. Ovvio che non sarebbe mai stato rivendicato. E quindi si sono inventati il cedimento strutturale. Purtroppo tutto questo si inquadra in vicende analoghe, penso per esempio al caso Regeni”.

Fino al 16 settembre tanti appuntamenti per ricordare a chi c’era e per coinvolgere chi non c’era

Oggi, 27 giugno, anniversario numero 42 dalla strage di Ustica, sarà un giorno per fare ancora una volta memoria. Ricordando a chi c’era e coinvolgendo chi non c’era, cioè le giovani generazioni.

locandina anniversario Strage di Ustica

Dal 27 giugno fino al 16 settembre tante manifestazioni a Bologna. Installazioni artistiche, spettacoli, approfondimenti, convegni, si interrogheranno con la domanda che dà il titolo alla memoria di quest’anno: “Sono stati gli alieni?”. Una domanda piena di significato. Ancora Daria Bonfietti: “Con questo titolo abbiamo voluto essere provocatori, cattivi, disgustati. Indica la capacità di accettare, ma non di sapere un pezzo di verità. Nel 1999 il giudice Priore ha scritto che tutto è avvenuto in una azione di guerra. Che sono stati violati i confini e i diritti del nostro Paese. Se questa è la verità, come si può pensare e accettare che un aereo civile sia stato abbattuto in tempo di pace? Ecco, nella domanda ‘Sono stati gli alieni?” è racchiuso anche tutto questo“.

(crediti foto: Associazione Parenti delle Vittime della Strage di Ustica, sito Strage di Ustica)

A 42 anni dalla Strage di Ustica, per mai dimenticare ultima modifica: 2022-06-27T09:00:00+02:00 da Cristina Campolonghi

Commenti

Subscribe
Notificami
0 Commenti
Inline Feedbacks
View all comments
0
Would love your thoughts, please comment.x