La giornalista calabrese Manuela Fragale, 47 anni, per anni ha curato le pagine socioeconomiche di diverse testate nazionali ed è stata corrispondente dalla Calabria per periodici internazionali dedicati alle comunità italiane residenti in Argentina, Brasile, Germania e Perù.

Manuela Fragale

Porta avanti il nome della sua terra

Nel corso della sua attività giornalistica, Manuela Fragale ha portato e continua a portare avanti il nome della sua terra. Lo fa raccontandone la storia e diffondendone la cultura millenaria; mostrandone i luoghi più belli e suggestivi; tramandandone tradizioni e leggende popolari. Attraverso le pagine culturali, con la sua penna, contribuisce a far emergere i numerosi tesori nascosti che abitano questa terra, tanto bella quanto bistrattata e umiliata, troppo spesso ingiustamente.

Manuela Fragale riceve la medaglia
La consegna della medaglia del Senato da parte dell’assessore alla cultura di Rende (Cosenza), Marta Petrusewicz

Insignita della medaglia del Senato della Repubblica

Scrivendo e narrando, Manuela Fragale non solo ha permesso ai suoi affezionati lettori, soprattutto quelli emigrati all’estero, di sentirsi più vicini ai luoghi d’origine ma, con gli studi di approfondimento condotti sul territorio, ha realizzato diversi reportage conoscitivi, volti a far scoprire o riscoprire, ma anche valorizzare, antichi borghi, castelli, monumenti. “Per aver saputo divulgare accadimenti, storie, valori del Paese e della Calabria attraverso le pagine socioeconomiche e culturali, contribuendo a rinsaldare i legami tra le comunità italiane residenti all’estero e i luoghi d’origine”, Manuela – così si legge nella motivazione del premio – ha ricevuto, nel 2018, la medaglia del Senato della Repubblica.

Manuela Fragale

Reportage e ricordi

Ad aprile di quest’anno, la giornalista è stata ospite del “Festival del Viaggio Digitale – Calabrie, Italia, Mondo”, promosso dal gruppo Facebook “Il senso del tempo, il valore di un posto. Cosenza”. Qui ha presentato un video intitolato “Reportage e ricordi”, relativo al lavoro che ha riservato alla comunità italo-argentina. 

Copertina del libro di poesie "Pelle di Mare"

La poesia e i luoghi come fonte di ispirazione

Manuela Fragale, una laurea in Scienze Economiche e Sociali conseguita presso l’Università della Calabria, è specializzata in Marketing, Giornalismo economico e Comunicazione istituzionale e d’impresa. Ha svolto collaborazioni a livello nazionale e internazionale nei settori dell’Informazione e della Comunicazione, ricevendo premi alla carriera. È anche autrice di saggi imperniati sulla comunicazione di marca. Ha pubblicato alcuni racconti brevi e le sillogi poetiche “Microcosmi”, del 2013, e “Pelle di Mare”, del 2016. Nell’intervista che segue, ci parla dei suoi luoghi del cuore e dell’intimo legame che li lega alla sua anima. Un legame tanto intenso da farsi poesia.

Una spiaggia della Calabria
Una spiaggia della Calabria
Dottoressa Fragale, quanta soddisfazione le dà raccontare la storia, la cultura e i luoghi della sua terra?

«Contribuire a recuperare storia e storie, antiche tradizioni, elementi identitari, vincoli affettivi tra persone e luoghi d’origine, raccontando le diverse sfaccettature della mia terra a quanti la conoscono poco o ne hanno ascoltato nostalgiche narrazioni, è sicuramente una fonte di grande soddisfazione. Ugualmente, è fonte di soddisfazione riuscire a cogliere i mutamenti avvenuti nel tempo e descrivere la Calabria contemporanea».

Manuela Fragale nel centro storico di Roseto Capo Spulico. In secondo piano, un particolare della facciata del Palazzo del Barone.
Manuela Fragale nel centro storico di Roseto Capo Spulico. Alle sue spalle, la facciata di Palazzo del Barone
C’è un posto, in Calabria, che ama particolarmente?

«Due luoghi, in verità, mi sono assai cari: Roseto Capo Spulico e Sangineto, entrambi in provincia di Cosenza. Il primo sulla costa jonica, il secondo sulla costa tirrenica. A Roseto Capo Spulico, paese d’origine di mia madre, ripercorro i vicoli del centro storico e ritrovo posti familiari; ricordo le spiegazioni che mio nonno enfatizzava con l’inconfondibile cadenza altojonica. Lì è il passato – del luogo e della mia famiglia – a prevalere.

Rudere del Mulino ubicato nel territorio di Sangineto.
Sangineto, rudere di un antico mulino

Sangineto, dall’appartenenza acquisita, mi ha accolta quando ero bambina. In qualsiasi stagione mi ha offerto pause rigeneranti in un ambiente naturale invidiabile: il mare, la montagna, un laghetto di natura carsica, il fiume. Di recente, a ridosso del centro storico, è stato inaugurato il “Sentiero dei sogni”, che conduce a una sorgente d’acqua che affiora dalla terra, e a una cascata naturale all’interno di una grotta incantevole». 

Cirella, scogliera
Cirella, scogliera
Quali ritiene siano da visitare assolutamente?

«La Calabria è ricca di bellezze naturali e custodisce un considerevole patrimonio storico-artistico. È arduo suggerire la visita di alcuni tra i tanti luoghi meritevoli di attenzione. Su tutti, suggerirei Cirella. Un solo nome per identificare un’isola impreziosita da una torre, una baia protetta da una scogliera, una collina punteggiata di ruderi medievali. Un nome che rimanda a storie e leggende sulla costa tirrenica cosentina. Consiglierei pure una passeggiata nel centro storico di Laino Castello, inserito tra i borghi autentici d’Italia, nel Parco Nazionale del Pollino e circondato dal fiume Lao, un affascinante borgo fantasma abbandonato in seguito al sisma del 1982».

Scrivendo e raccontando, ha contribuito a rinsaldare i legami tra le comunità italiane all’estero e i luoghi d’origine, al punto da essere insignita della medaglia del Senato della Repubblica. Quali emozioni le ha regalato ricevere questo importante encomio?

«La medaglia del Senato della Repubblica è il riconoscimento di anni di lavoro a livello internazionale. È stato naturale provare orgoglio, considerarla come emblema di un traguardo raggiunto e, al contempo, come un’esortazione a impegnarmi con rinnovato entusiasmo e crescente senso di responsabilità».  

Manuela Fragale durante un concorso di poesie
È attenta anche alla cultura e alle tradizioni calabresi. Pensando a queste ultime, quale l’affascina in particolare?

«Il pensiero va immediatamente all’antropologia culturale, alla coesistenza di sacro e profano, di religione e superstizione. La Calabria ha antichi rituali apotropaici, un inestimabile patrimonio culturale che rischia di non essere tramandato alle nuove generazioni. Ad affascinarmi  – mi si perdoni il gioco di parole – è, in particolare, il rito dello “sfascino”: la catarsi attraverso preghiere sussurrate, segni di croce, acqua e sale, acqua e olio, formule insegnate segretamente nella magica notte di Natale. Un’altra tradizione che reputo interessante, diffusa lungo le coste calabresi, è la pratica del “taglio delle trombe d’aria”, normalmente riservata agli uomini, soltanto in alcuni borghi è effettuata dalle donne. Essa si può così riassumere: quando si scorge all’orizzonte una tromba d’aria che si avvicina a luoghi abitati o alle imbarcazioni in mare, e che può produrre danni a persone e cose, si provvede a eseguire un particolare rituale grazie al quale il vortice perde l’unicità della forma come se, appunto, fosse tagliato. Di conseguenza, la tromba d’aria perde anche in pericolosità».    

Manuela Fragale, copertina del libro "Microcosmi"
Parliamo di Manuela Fragale poetessa. Che legame esiste tra i luoghi e la poesia?

«A volte i luoghi ispirano versi, altre volte ne sono protagonisti: le sillogi “Microcosmi” e “Pelle di Mare” ne sono una conferma. Come dicevo, Sangineto è uno dei luoghi a me più cari: ebbene, lì sono nate molte mie poesie, scritte di getto con inchiostro e salsedine su foglietti di carta. La stessa fotografia di copertina di “Pelle di Mare” ritrae la mia ombra proiettata su una baia di Sangineto, tra sabbia e spuma marina. A tal proposito, mi piace ricordare che, durante un evento culturale, mi presentarono come “La poetessa delle pietre, delle radure e degli anfratti di un pittoresco Mediterraneo che, dominato da ninfe de’ boschi e odorose radici, principesse tristi e impavidi briganti, sollazzerebbe i nostalgici meriggi degli amanti di quel Grand Tour, tradizione dispersa e tutta da recuperare”».

(Foto: Manuela Fragale, archivio fotografico)

Intervista alla giornalista Manuela Fragale, che racconta una Calabria tutta da scoprire ultima modifica: 2020-10-17T09:00:00+02:00 da Antonietta Malito

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