Un piatto che non manca mai nelle tavole triestine è la jota, una minestra ideale per le giornate invernali più fredde. Le sue origini si perdono nelle tradizioni più remote. E come da copione, di questo piatto ne esistono molte varianti. La ricetta che vi proponiamo, racchiude però i segreti di quella cucinata nelle case delle nonne giuliane. E che potete gustare anche nei tipici buffet della città.

Una delle varianti della jota
Una delle varianti della jota

Il tipicamente triestino a tavola!

Partiamo dal nome jota. Si dice che derivi  dalla iota, lettera greca. Oppure dal tardo latino «jutta», brodaglia, beverone. Gli ingredienti principali sono due: fagioli e crauti. Attenzione: qualunque triestino vi dirà che la jota si fa coi capuzi garbi che altro non sono che i crauti! I  triestini si vantano di aver usato i capuzi garbi sin dai tempi di Carlo Magno. A questo punto la domanda che ci possiamo fare è: posso usare i crauti in scatola? In una jota che si rispetti si usano quelli che al mercato si vendono ancora sciolti. Anche i fagioli devono essere di un tipo preciso: fasioi co l’ocio, quelli bianchi con la macchiolina.

Ingredienti per la Jota

500 g di fagioli con l’occhio
200 g di crauti
un cucchiaio d’olio
2 cucchiai di farina
2 spicchi d’aglio
sale qb
pepe qb

Lessiamo i fagioli. Un volta ammorbiditi, passare la metà dei fagioli. In un altra pentola sbollentare i crauti, coprendoli totalmente di acqua. Saranno pronti quando l’acqua si sarà consumata. Nel frattempo in un pentolino preparare un soffritto di olio, farina e uno spicchio d’aglio. Unire ai fagioli i crauti e portare tutto a ebollizione. Aggiungere il soffritto mescolando sempre in modo da non creare grumi. Cuocere per circa 40 minuti. Aggiustare di sale e pepe e servire calda. Ricordate: la jota è più buona mangiata il giorno dopo.

I fagioli dall'occhio, uno degli ingredienti della nostra jota
I fagioli dall’occhio, uno degli ingredienti della nostra jota

Alcune varianti

Ogni famiglia prepara la jota con una ricetta unica e personale. C’è chi ad esempio aggiunge delle patate schiacciate o a pezzetti in modo da aumentare la densità della consistenza. E chi invece aggiunge le costine o l’osso del prosciutto per renderla ancora più saporita. Personalmente preferisco la versione vegetariana, più leggera ma non per questo meno gustosa. In entrambe le versioni il consiglio delle nonne rimane il medesimo: mescolare in continuazione per evitare i grumi ma anche che si bruci!

Una veduta del Castello di Miramare (motivo in più per venire ad assaggiare la jota)
Una veduta del Castello di Miramare (motivo in più per venire ad assaggiare la jota)

 

Jota: una minestra triestina da leccarsi i baffi ultima modifica: 2018-02-05T09:30:04+01:00 da Lucia Vazzoler

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