Pellegrino Artusi e la sua Scienza in Cucina. Si ricorda quest’anno il bicentenario della nascita dell’autore del manuale di cucina italiana per eccellenza. Un classico dei classici che ha messo insieme il meglio delle ricette, creando un’unità culinaria italiana di piatti che provengono da tutte le regioni. Era il 1891 quando vennero tirate le prime mille copie di questo volume. A spese dello stesso autore e vendute per corrispondenza, visto che Pellegrino Artusi non era riuscito a trovare un editore disposto a pubblicare il suo manuale. Già all’inizio il volume ebbe un certo successo. Una ventina di anni dopo le vendite erano nell’ordine delle decine di migliaia, 80 mila nel 1914. Attualmente parliamo di oltre un milione di copie vendute, 11 edizioni, traduzioni in olandese, portoghese, spagnolo, tedesco, francese, russo e recentemente anche in giapponese.
Le prime edizioni vengono via via arricchite – dallo stesso autore – di nuove ricette fino al 1910, anno della quattordicesima edizione che raccoglie complessivamente 790 ricette, la prima ne aveva 475. Le stesse 790 ricette che compaiono nell’ultima edizione in commercio. Pellegrino Artusi morirà l’anno dopo, nel 1911, lasciando i diritti d’autore del libro ai due fidi Francesco Ruffilli e Marietta Sabatini, rispettivamente cuoco e governante della sua casa in Piazza d’Azeglio a Firenze.
La prima edizione de La Scienza in Cucina venduta per corrispondenza
A Firenze Pellegrino Artusi, che era nato a Forlì il 4 agosto del 1820, arriva nel 1852. Di famiglia benestante dedita al commercio, decide di lasciare la Romagna dopo un episodio violento contro la sua famiglia (e non solo, anche contro altri ricchi della zona) del bandito Stefano Pelloni detto il Passatore. A Firenze gli affari vanno comunque bene e, cinquantenne, Pellegrino Artusi decide di ritirarsi a vita privata. Prima si dedica alla letteratura, in realtà con scarso successo. Poi si mette in cucina con i fedeli Francesco (pure lui romagnolo) e Marietta, toscana, che diventeranno preziosi collaboratori-cuochi delle sue sperimentazioni culinarie. Qui avviene l’alchimia di una collaborazione a tre che si traduce non solo tra pentole e fornelli ma anche nella gestione commerciale del neonato manuale che verrà appunto venduto, inizialmente, solo per corrispondenza.
Pellegrino Artusi racconta l’unità d’Italia a tavola
La storia de La Scienza in Cucina e l’arte di mangiar bene “ rassomiglia a quella di Cenerentola”, sono parole dello stesso autore, proprio perché nessuno era interessato alla sua pubblicazione e, nonostante questo, il successo non tardò certo ad arrivare. Aggiunge Pellegrino Artusi : “Mi decisi finalmente di pubblicare il presente volume, la cui materia… serviva solo per mio uso e consumo. Ve l’offro dunque da semplice dilettante qual sono, sicuro di non ingannarvi, avendo provato e riprovato più volte questi piatti da me medesimo”.
Piatti che raccontano l’unità d’Italia da un punto di vista gastronomico perché appartengono alla cucina di tutte le regioni italiane. Ma l’Artusi (così come è comunemente noto) non è solo un libro di ricette ma un vero e proprio classico della letteratura italiana. Si narra di cucina, si raccontano le tradizioni della tavola, si descrivono cibi e sapori. Il volume mette insieme le ricette che l’autore aveva raccolto durante i suoi viaggi in Italia. Raccolte e sperimentate, proprio perché la cucina per Pellegrino Artusi, grande positivista, è una vera e propria scienza, e ce lo dice fin dal titolo. Anche se poi arricchisce le sue pagine di tanti aneddotti e commenti.
Come quello riferito all’insalata maionese (ricetta numero 251): “Certi cuochi di cattivo gusto vi presentano questa insalata composta di tanti intrugli da dovervi raccomandare il giorno appresso all’olio di ricino…”. O quello dedicato allo sformato della signora Adele (ricetta numero 346): “La bella e gentilissima signora Adele desidera vi faccia conoscere questo suo sformato di gusto assai delicato”. Volume senza tempo questo di Pellegrino Artusi, che trasforma la ricetta in un racconto di vita ricco di ricordi.
La Festa Artusiana nell’anno del bicentenario
Forlimpopoli, paese natale di Pellegrino Artusi, dal 1997 organizza ogni anno la Festa Artusiana, manifestazione dedicata alla gastronomia che comprendente eventi di cultura e spettacolo. In particolare quest’anno per il bicentenario, nonostante il Coronavirus. Appuntamento dunque a Casa Artusi, a Forlimpopoli, il 9 e il 10 ottobre per il convegno La ricetta liberata (ingresso libero previa iscrizione mobile +39 349 8401818 mail [email protected] fino ad esaurimento posti disponibili). Nella stessa sede, il 9 ottobre, si aprirà la mostra Pellegrino Artusi 1820-2020. Ricette a fumetti di Alberto Rebori (fino al 25 ottobre). La mostra proseguirà poi a Parigi, all’Istituto Italiano di Cultura, dal 17 novembre al 23 dicembre 2020. In più, un’edizione speciale del manuale con ricette e aneddoti corredati dalle illustrazioni di Augusto Majani detto “Nasica”. Al lettore il piacere di riassaporare il gusto per l’arte della cucina arricchito con il suo immaginario popolare.