Secondo la tradizione le reliquie di San Matteo vennero rinvenute a Velia, l’antica Elea. Qui, probabilmente, vi giunsero intorno al V secolo e solo in seguito furono destinate alla città di Salerno, dove sono custodite a partire dalla metà del X secolo. Storia e leggenda ancora oggi rievocano il ‘lungo viaggio’ delle spoglie dell’Apostolo che, nella memoria e nella cultura, rimane ben ancorato ai luoghi attraversati.

San Matteo: storia di un lungo viaggio…

La ‘traslazione delle reliquie di San Matteo’ appartiene di certo anche alla storia del Cilento. Fu a Velia che dal V secolo le spoglie del santo giacevano. Solo alcuni secoli dopo furono rinvenute e portate nella vicina chiesetta oggi situata nella località di Casal Velino Marina.
L’illustre geografo Giuseppe Antonini, nella prima metà del 1700 così descrive il luogo: “Tra Velia, e Casalicchio all’incontro è un’isola formata da due fiumi, cioè dall’Alento, da per se stesso chiaro, è nominato, e da un altro piccolo senza nome, che cala dalle falde della Montagna detta Stella. Ab antico fu qui una chiesa, che sussiste ancora, dedicata a San Matteo, e si chiama S. Matteo ad duo flumina”.
Inzia qui, dunque, il suo viaggio verso ‘la Capitale’; Salerno custodirà per sempre le sue spoglie nel maestoso Duomo.

La piana di Velia vista dall'Acropoli
La prima tappa del lungo cammino è la località ‘ad duo flumina‘, un’isola fluviale formata dall’Alento e un suo affluente che all’epoca aveva una propria foce a mare. Alla Marina di Casal Velino il culto del Santo è particolarmente sentito. All’interno della cappella, detta oggi di San Matteo, vi è un’iscrizione del XVIII secolo che ricorda il passaggio dell’Apostolo. Nella piccola località balneare, inoltre, in occasione della festività, si svolge la tradizionale processione. Lasciata la terra occupata dai velini, le reliquie costeggiano l’Alento prima di giungere nella città di Caputaquis (Capaccio).

Paestum, area archeologica

Una fontana, una leggenda: la sosta a Rutino

La distanza fra le terre di Velia e di Paestum si accentuava con le difficoltà viarie. Secondo la leggenda i portatori erano stremati per la fatica; nei pressi dell’abitato di Rutino, proprio quando stavano per accasciarsi al suolo, ai margini della strada sgorgò una sorgente che offrì loro ristoro. La fontana è ancora ben visibile ed è chiamata proprio di San Matteo. Dopo una sosta nella chiesa dei Santi Pietro e Paolo, situata in paese, ripresero il cammino.
Le reliquie giunsero così tra le rovine dei templi di Paestum e sistemate in cattedrale; poi riposarono nel Santuario della Madonna del Granato. In seguito, tenendo conto delle continue incursioni Saracene, nel 954 furono destinate alla città di Salerno. Dopo una sistemazione provvisoria, trovarono definitiva collocazione nel Duomo.

Salerno, cripta di San Matteo

La cattedrale venne costruita nell’XI secolo. Meravigliose le architetture del campanile che spicca nel cuore del centro storico. All’interno, invece, di grande valore è la cripta che custodisce da secoli le spoglie dell’Apostolo Matteo. La città, omaggia colui che è considerato l’autore del noto Vangelo, con un ricco programma religioso. Un mese prima viene issato il ‘Panno di San Matteo‘ che annuncia l’avvicinarsi della ricorrenza. Il momento più sentito per i salernitani, i fedeli e i numerosi visitatori che accorrono per l’occasione, è senza dubbio la caratteristica processione. Il 21 settembre la statua d’argento dell’evangelista partendo dal centro storico attraversa le vie principali. A conclusione dei festeggiamenti l’immancabile spettacolo dei fuochi pirotecnici.

San Matteo, ‘l’ultimo viaggio’ tra storia e leggenda ultima modifica: 2018-09-21T09:00:02+02:00 da Giuseppe Conte

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