Cristoforo Colombo arriva in Venezuela. Erano passati sei anni da quando le sue navi avevano toccato il suolo americano. Aveva ancora una grande e inesauribile sete di scoperte, e anche di aprire nuove rotte commerciali. E’ così che il primo agosto del 1498, nel corso del suo terzo viaggio alla scoperta delle Americhe, il grande navigatore genovese tocca il suolo venezuelano. Cristoforo Colombo, che per questo suo viaggio aveva ottenuto un nuovo finanziamento dai sovrani spagnoli Isabella I di Castiglia e Ferdinando II d’Aragona, era partito con otto navi. Sbarcò, per la prima volta in America del Sud, l’uno agosto.

cristoforo colombo con gli indigeni

Cristoforo Colombo approdò in Venezuela, nei pressi del delta del fiume Orinoco, dopo avere costeggiato l’isola di Trinidad. Di qui raggiunse il golfo di Paria e il villaggio indigeno di Macuro. Gli indigeni del Venezuela, il più settentrionale degli stati sudamericani, erano dediti soprattutto all’agricoltura e alla caccia e si dividevano tra Aruachi e Caribe. Vivevano prevalentemente vicino alla costa e lungo il corso del fiume. Al suo arrivo Colombo trovò ospitalità e accoglienza, perchè gli indigeni spesso accoglievano i primi europei con dimostrazioni di simpatia e amicizia. Poi non fu più così.

La nuova capitale, Santiago de Leon de Caracas, fondata nel 1575 da un esploratore spagnolo

Se l’arrivo di Cristoforo Colombo risultò pacifico, infatti, andò diversamente con gli spagnoli e le loro guerre di conquista che avevano una doppia finalità: da una parte portare la fede cristiana in questi territori. Dall’altra sfruttare le risorse naturali di cui erano ricchi. Due finalità comunque drammatiche per gli indigeni: costretti per motivi di religione a obbedire al papa e ai sovrani spagnoli; spogliati delle loro ricchezze che da queste parti consistevano soprattutto in materiali e oggetti preziosi quali oro e perle. Gli indigeni cercarono di difendersi, capeggiati dal capo Cacique della tribù Caribe, il coraggioso Guaicaipuro. Dopo numerosi episodi di resistenza, venne arrestato da Diego di Losada, l’esploratore spagnolo che qualche mese dopo, nel luglio del 1575, avrebbe fondato in una valle quella che poi sarebbe diventata la capitale del Venezuela, Santiago de León de Caracas.

L’emigrazione italiana e l’importante influenza dell’italiano nello spagnolo venezuelano

Le miniere di oro e argento furono i motivi che spinsero i conquistatori a sistemarsi in questo territorio, oltre alla coltivazione del cacao nelle cui piantagioni lavoravano moltissimi schiavi portati dall’Africa. Tra alterne vicende, l’indipendenza del Venezuela fu proclamata il 5 luglio del 1811. Fu la prima nazione dell’America Latina a rendersi indipendente dalla Spagna. Solo però negli anni Quaranta del Novecento si avviò uno sviluppo economico e solo alla fine degli anni Cinquanta venne instaurato un sistema di governo democratico.

Cristoforo Colombo Venezuela - La spiaggia di Cumanà
La spiaggia di Cumanà oggi, dove nel Cinquecento si insediarono i primi conquistatori spagnoli (ph credit: Guillermo Esteves, CC BY 2.0)

Durante l’epoca coloniale in Venezuela gli italiani erano pochi. Aumentarono negli anni Venti del secolo scorso e soprattutto in seguito. Dopo la seconda guerra mondiale emigrarono in questo Paese 252 mila italiani. Nel 1961 rappresentavano la comunità straniera più numerosa. Nel 2000 si è stimato che i venezuelani con almeno un nonno (o bisnonno) emigrato dall’Italia erano quasi un milione. La lingua italiana ha avuto una sua importante influenza nello spagnolo venezuelano.

Dopo Cristoforo Colombo fu Amerigo Vespucci il padre del nome Venezuela, “piccola Venezia”

E Colombo? Il fatto che gli italiani, e lo stesso Cristoforo Colombo, non siano stati i conquistatori ha favorito tra i due popoli una certa simpatia umana. Cosa che ha facilitato il consolidarsi, negli anni, di un’impronta culturale importante degli italiani in Venezuela. Nonostante questo, per una parte della popolazione la figura di Cristoforo Colombo continua a rappresentare un simbolo di quello che è stato il colonialismo europeo. Al punto che nel 2002 il Columbus Day in Venezuela ha cambiato nome ed è diventato il Día de la Resistencia Indígena, Giorno della resistenza indigena.

La spiaggia di Cumanà  - Cristoforo Colombo in un ritratto di Ridolfo del Ghirlandaio
Cristoforo Colombo in un ritratto di Ridolfo del Ghirlandaio

Restano la storia e le imprese del grande navigatore genovese che, alla ricerca delle Indie, si trovò invece nell’ancora inesplorato continente delle Due Americhe. In Venezuela scoprì paesaggi bellissimi e contrastanti. Dai monti andini alle spiagge bianche delle coste, alle giungle amazzoniche e all’enorme varietà di piante esotiche e animali. il Venezuela è uno dei 17 Paesi con la maggiore biodiversità del mondo. Un altro navigatore italiano dopo Colombo, Amerigo Vespucci, raggiunse queste terre e, si racconta, rimase particolarmenete colpito dalle palafitte dove abitavano gli indigeni. Gli ricordavano Venezia, per questo pensò al nome “piccola Venezia”. Venezuela, appunto.

(credit foto in evidenza: CC BY-SA 3.0)

Cristoforo Colombo scopre il Venezuela. Era il primo agosto del 1498 ultima modifica: 2021-08-01T09:00:00+02:00 da Cristina Campolonghi

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