È tra le preparazioni più note della cucina italiana, la pasta alla Norma. Ed è un vero e proprio orgoglio, per Catania e per la Sicilia. Ora, la Fipe Confcommercio della città ha lanciato una proposta: eleggerla a Patrimonio dell’Umanità, per rilanciare l’economia post-pandemia e perché profondamente legata alla cultura del territorio.

La proposta dei ristoratori

Già da tempo, i ristoratori riuniti nella Fipe Confcommercio di Catania pensavano ad un riconoscimento per la pasta alla Norma. Poi è arrivata la pandemia, sono arrivate le chiusure, e si è fatta strada la necessità di un rilancio per il settore. “Grazie all’interesse sempre più diffuso per la gastronomia siciliana da parte della clientela straniera, la pasta alla Norma è diventato il piatto più apprezzato del nostra terra. Ha fatto sì che la Sicilia diventasse una delle mete più visitate nell’area del Mediterraneo, dove il legame fra cibo e luogo è forte. Abbiamo il dovere di dare il giusto riconoscimento a ciò che di bello e di buono ci rappresenta” ha spiegato Dario Pistorio,  presidente per la Sicilia della Fipe-Confcommercio.

Pasta alla Norma

La posizione della Fipe

Abbiamo bisogno di fare sistema attorno ad un marchio di qualità che alzi il livello della conoscenza della nostra ristorazione anche all’estero. E che dia valore all’impegno degli imprenditori e delle maestranze, chef e cuochi che operano nelle nostre cucine. Tutto questo potrebbe essere un buon veicolo per dare più visibilità alle tipicità della nostra filiera gastronomica in città“, gli ha fatto eco Giovanni Trimboli, presidente dei ristoratori della Fipe. Da qui, l’idea di candidare la pasta alla Norma all’Umanità, come patrimonio gastronomico della cucina italiana, da tutelare e da preservare.

Ricetta e storia della pasta alla Norma

La pasta alla Norma ha ingredienti ben precisi: pasta (rigorosamente corta), melanzane, pomodori da salsa, ricotta salata, aglio, olio evo, basilico. Leggenda vuole che, a coniare il suo nome, sia stato lo scrittore Nino Martoglio. “Chista è ‘na vera Norma!“, avrebbe esclamato dinanzi a quel piatto, tanto buono da paragonarlo alla Norma di Bellini. In quei giorni, infatti, Catania era in fermento per l’inagurazione del suo teatro, intitolato a Bellini e aperto al pubblico nel 1890 proprio con la Norma. Ma c’è anche chi crede che a inventare il piatto sia stato Bellini stesso. Per realizzare la pasta alla Norma, come la si fa a Catania, si friggono le melanzane tagliate a fettine mentre si prepara la salsa di pomodoro. Col sugo e con le melanzane si condiscono i maccheroni, poi ricoperti con un’abbondante grattugiata di ricotta salata.

Pasta alla Norma

Non solo pasta alla Norma, i cibi Patrimonio dell’Unesco

Se la pasta alla Norma per ora è solo una “candidata”, ci sono cibi italiani e metodi di produzioni che già da tempo sono Patrimonio dell’Unesco. Innanzitutto la pizza, il piatto tricolore per eccellenza. E poi la coltivazione della vite dello Zibibbo di Pantelleria, e la dieta mediterranea. A livello internazionale, tra i patrimoni intangibili vi sono:

  • il keskek turco, piatto base di carne e grano servito durante i matrimoni e le cerimonie religiose
  • la cucina francese
  • la cucina messicana
  • il washoku giapponese
  • il kimchi sudcoreano, piatto tipico a base di cavolo macerato e speziato
  • la birra belga

Che la pasta alla Norma stia per unirsi?

La pasta alla Norma potrebbe diventare Patrimonio dell’Umanità ultima modifica: 2021-03-18T14:30:00+01:00 da Laura Alberti

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