Tra i borghi che ambiscono ad ottenere il premio di più bello d’Italia c’è anche Sant’Agata dei Due Golfi. La frazione collinare appartenente al comune di Massa Lubrense è conosciuta per essere in bilico tra il golfo di Napoli e quello di Salerno. Un panorama straordinariamente suggestivo grazie anche ad una posizione benevola nella parte più estrema della penisola Sorrentina.

Il nome Sant’Agata dei Due Golfi sta ad indicare proprio la posizione del territorio, un aspetto peculiare che caratterizza da sempre il borgo. Sant’Agata invece fa riferimento ad una cappella con una statua della santa presente tra Massa Lubrense e Sorrento, per questo fino nel passato i viandanti dicevano “Vado per Sant’Agata” per indicare il passaggio lungo questo percorso. Sant’Agata si trova alle pendici dei Monti Lattari e dista 6 km da Massa Lubrense, 7 da Sorrento, 11 da Positano, 17 da Vico Equense, 23 da Castellammare di Stabia, 60 da Napoli e 61 da Salerno.

Il panorama e la storia di Sant’Agata dei Due Golfi

Ciò che stupisce è il panorama che si può osservare affacciandosi da Sant’Agata: lo sguardo viene catturato dalla vista dell’isola di Capri e gli isolotti dei Galli, di Isca e Vetara. Nell’antico borgo è possibile anche intraprendere percorsi pedonali ricchi di limoneti e oliveti. In questo modo è possibile individuare scorci mozzafiato che conquistano all’istante.

Ovviamente un luogo del genere è adatto a leggende e storie da raccontare. A cominciare dalla collina dove si trova Sant’Agata dei due Golfi. Questa si dovrebbe definire “Monte Sireniano” così come sempre indicato dagli antichi geografi, come Strabone, e dalle mappe. Il motivo era dovuto al fatto che il borgo ospitasse il culto delle sirene e forse anche il tempio, antichissimo ed ibrido di cultura etrusca e greca.

Dal borgo attraverso un sentiero si può raggiungere anche una piccola spiaggia, detta Marina di Crapolla. Secondo una leggenda qui sbarcò l’apostolo Pietro nel suo difficoltoso viaggio verso Roma. A Lui è dedicata una chiesetta, venerata dai pescatori dell’antico borgo, e sorta sui resti del tempio di Apollo.

Lavatoio antico pubblico Sant'Agata sui due Golfi
Fonte fotografia Enzo Rippa – opera propria  CC BY-SA 3.0

Cosa vedere

Oltre al fascino del luogo, il piccolo borgo nasconde anche alcune perle artistiche di rara bellezza. Nella chiesa in piazza è presente un altare risalente al 1600. Un’opera dello scultore ed architetto di scuola fiorentina Dionisio Lazzari, fatto di madreperla e lapislazzuli proveniente dall’antica chiesa dei Girolamini di Napoli. Si tratta della chiesa parrocchiale di Santa Maria delle Grazie voluta dalla famiglia Casafestina. È ancora oggi centro di tutte le attività culturali e sociali della città di Sant’Agata.

Sul punto più alto di Sant’Agata è presente il Monastero del Deserto costruito in cima all’omonima collina dai frati Carmelitani nel 1679. Dal belvedere è possibile godere pienamente del panorama che caratterizza la frazione. Nei pressi del monastero, in località Vadabillo, è stata scoperta una necropoli edificata dai coloni greci, contenente diversi sarcofagi di tufo e risalente al VI secolo a.C.. Alcuni dei reperti archeologici sono custoditi presso il museo archeologico Georges Vallet di Piano di Sorrento.

Sant’Agata dei Due Golfi, il borgo in bilico tra due mari ultima modifica: 2021-09-08T09:00:00+02:00 da Claudio Cafarelli

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