Presenti nelle epoche più remote accompagnavano l’uomo nella celebrazione di momenti cruciali. Decorate, colorate, scolpite, fatte di creta, di cioccolato o semplicemente di gallina. L’uovo di Pasqua. Un must della nostra tradizione. Oggi lo troviamo semplicemente sullo scaffale di un supermercato come qualsiasi altro prodotto commerciale. Eppure dietro ad ogni uovo si nasconde una lunghissima storia.
La trasformazione nel tempo
L’uovo è di per sé simbolo di vita. Ecco perché era protagonista di alcuni riti pagani. In un’epoca in cui l’uomo scandiva la sua esistenza attraverso i ritmi della Natura, era fondamentale propiziarsi l’alternanza delle stagioni. Così il risveglio della terra era celebrato ricorrendo proprio a delle uova. Già in Persia era diffusa l’usanza di regalare uova di gallina per celebrare l’arrivo della primavera. Un evento tanto importante da essere considerato una sorta di “capodanno agricolo”.
Cinesi, greci ed egiziani nei loro antichi imperi accoglievano il solstizio di marzo con la messa in scena di rituali in cui l’uovo acquisiva un significato sacro. Così per renderle più a tema, le uova venivano “vestite a festa”. Dipinte, colorate e decorate da mani sapienti. Ma l’uovo celava in sé anche altri valori. Così era per le religioni che sostenevano il culto della reincarnazione. Allora si capirà perché in alcuni sepolcri sono state ritrovate uova in creta. Un buon auspicio per garantire il ciclo della rinascita.
Un uovo, tanti materiali
La nascita del Cristianesimo portò alla rielaborazione di precedenti culti pagani. Tolto il credo della reincarnazione, le uova trovano una loro collocazione nel dogma della resurrezione. In particolare nel Medioevo iniziò a diffondere la pratica dell’uovo di Pasqua. Regalato in occasione alla primavera durante i riti pagani e ugualmente donato in vista della Pasqua secondo la nuova religione. Una particolare coincidenza di periodo. Anche in questo caso prese piede la necessità di abbellire le semplici uova di gallina. Così come si fa per un regalo di cui scegliamo carta e nastro per renderlo più appetibile. In un primo momento si facevano bollire per renderle sode. Quindi avvolte in foglie e colorate attraverso la macerazione di fiori nella stessa acqua di cottura. Ma la moda, si sa, cambia nel tempo.
E così ecco una veste più preziosa: argento e oro. Sottili lamine metalliche fasciavano i gusci dando all’uovo un che di aristocratico. L’idea probabilmente piacque molto alla nobiltà del tempo e favorì la nascita di uova artificiali. Fu l’orafo Fabergé a realizzare, verso fine ‘800, un uovo di platino che conteneva ben due sorprese altrettanto preziose. La scultura era stata plasmata per rendere omaggio alla Zarina Maria presso la Corte dei Romanov dove il Fabergé si trovava a servizio. Nasceva così l’idea dell’uovo con sorpresa.
Uovo di Pasqua oggi
Ma come si arriva dunque alle attuali uova di cioccolata? Bisogna attendere diversi secoli perché questa produzione artigianale si evolva. Dal cioccolato liquido sarà necessario infatti passare a quello solido, oltre a numerose altre raffinazioni che via via daranno sviluppo all’uovo di Pasqua che conosciamo oggi. Le prime prove di cioccolato in tavoletta solida sono datate al ‘600 in diversi Paesi europei, tra cui anche l’Italia. Non a caso, nel secolo successivo, a Torino iniziarono a prender forma le antenate delle moderne uova.
Ugualmente avvenne nella Francia del Re Sole che concesse al maestro chocolatier David Chaillou il diritto di vendere cioccolata in tutta Parigi. Dolci, biscotti e uova riempivano i banchetti della Francia settecentesca. Diffuse poi progressivamente nel corso dell’’800, specie in occasione alla Pasqua, le uova presentavano però la caratteristica di essere di cioccolato pieno. Solo nel ‘900 acquisirono le sembianze odierne. Due metà di cioccolato a creare uno spazio vuoto interno dove trova collocazione una piccola sorpresa. Se anche quest’anno avete acquistato un uovo di Pasqua, ricordate che dietro a quel prodotto comune si nasconde in realtà una sapienza lunga quasi quanto la storia dell’uomo.